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21/05/2022 06:00:00

Trapani, comincia il processo agli ex membri dell'equipaggio della nave Iuventa

 Un processo per chi salva vite in mare. E' il caso più unico che raro che prende vita oggi al Tribunale di Trapani, dove si terrà la prima udienza preliminare per il caso Iuventa. 

Per la prima volta i membri delle organizzazioni non governative impegnate nella ricerca e soccorso in mare compaiono di fronte un giudice. Rischiano il processo quattro dei componenti dell'equipaggio dell'imbarcazione dell'Ong tedesca Jugend Rettet, che, cosa ancora più grave, da cinque anni è sotto sequestro all'interno del porto di Trapani. Con loro a giudizio anche  alcuni membri dell'equipaggio della Vos Hestia e della Vos Prudence, rappresentanti di tre società, accusate di illeciti amministrativi e altre due Ong, Medici senza Frontiere e Save the Children.

Kathrin Schmidt, imputata insieme a Dariush Beigui, Sascha Girke e Uli Tröder, dice a Repubblica: "Da quando la nostra nave è stata sequestrata nell'agosto 2017, più di 10.000 persone hanno perso la vita nel tentativo di trovare salvezza in Europa. Altre migliaia sono state riportate forzatamente in Libia dove rischiano la tortura e la morte. Non permetteremo che questa guerra legale ci impedisca di agire in solidarietà con le persone in movimento".

 

Sono chiamati a rispondere di collusione con i trafficanti di uomini e di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.  L’accusa è documentata da informative dello Sco, il Servizio centrale operativo del Viminale, la Squadra Mobile di Trapani e del Nucleo Speciale di Intervento della Guardia Costiera.  Gli equipaggi avrebbero concordato gli “appuntamenti in mare” con le barche dei trafficanti prendendo a bordo i migranti come se si trattasse di operazioni di salvataggio. Monitorati i soccorsi tra il 2016 e il 2017, una ventina in tutto. I pm sostengono che equipaggi e Ong finiti sotto inchiesta hanno agevolato il traffico di esseri umani e aiutato i “mercanti”, con soccorsi radiocomandati e decisi con i trafficanti, scambi di telefonate e transponder spenti per impedire le localizzazioni, e con le barche riconsegnate alle organizzazioni criminali. Va chiarito, comunque, che agli atti delle indagini è già emerso un punto: tutto è stato fatto per salvare vite umane, e non c'è mai stato scambio di denaro.  Se le Ong hanno violato le norme lo hanno fatto solo per fini umanitari dando precedenza assoluta alla salvezza delle vite umane.

Qui ricostruiamo questa incredibile storia. 

Si tratta di un caso importante, non solo per le accuse mosse nei confronti delle Ong, ma anche perchè, in questa lunga e tormentata indagine, si è scoperto che la procura di Trapani ha intercettato anche giornalisti e avvocati. La cosa ha fatto scalpore in tutta Europa, meno, purtroppo in Italia. 

Accanto all’equipaggio della “Iuventa”, in segno di solidarietà, ci saranno tutte le altre organizzazioni umanitarie, tra cui Arci e Amnesty International, che hanno organizzato un presidio questa mattina, alle nove, in via Ammiraglio Staiti, nei pressi della caserma dei Vigili del Fuoco.

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 A court in Sicily is set to decide whether to go ahead with a case against four crew members of the migrant rescue ship, Iuventa. The four German activists and 17 others are accused of aiding and abetting illegal immigration.

It is the one of the longest-running and most controversial cases in which activists have faced criminal charges for their involvement in migrant rescues at sea. Five years after the start of investigations, four German crew members of the ship Iuventa, Kathrin Schmidt, Dariush Beigui, Sascha Girke and Uli Tröder, will find out on Saturday (May 21) whether they will face trial.

Seventeen other people who were working for the NGOs Save the Children and Doctors Without Borders (MSF), as well as an Italian shipping company, have also been summonsed.

The four Iuventa crew members says that they were involved in rescuing thousands of migrants from the Mediterranean from 2016 to 2017, when the Iuventa was seized by authorities.

The prosecution alleges that the crew was not acting to prevent deaths at sea, but accuses them of aiding and abetting in the commission of a crime of illegal immigration. They each face up to 20 years in prison and large fines if convicted.

The Iuventa, run by a German group Jugend Rettet, was confiscated in August 2017 by Italian authorities and escorted to Lampedusa. It was later transferred to Trapani, where the indictment was issued.

In November 2019 the non-profit European Center for Constitutional and Human Rights (ECCHR), lodged a complaint with the United nations, asking the Special Rapporteur for Human Rights Defenders Mary Lawlor to intervene in the situation in Italy.

Lawlor issued a statement in 2020 supporting the Iuventa crew members and the former captain of the rescue ship Sea-Watch-3 Carola Rackete, who was arrested in June 2019 for docking her ship, with 53 migrants on board, without permission.

Lawlor said she regretted that the activists continued "to face stigmatization in connection with …protecting the human rights of migrants and asylum seekers at risk in the Mediterranean Sea." They are human right defenders and not criminals, she said.

The criminal case against Rackete was shelved in December 2021.