Continua a fare discutere il caso dei cadaveri scambiati all'obitorio dell'ospedale di Marsala.
La figlia del povero defunto, M.A.L., di 50 anni esterna alcune considerazioni sul caso. “Prima cosa da dire fra tutte – dice - è il danno morale causato ad una figlia che già affranta dal dolore per la perdita del padre si trova a trascorrere ore con lo strazio della paura di non poter avere il diritto di piangere sulla bara del genitore. Punto secondo: e se avessimo deciso di celebrare il funerale nel pomeriggio? Io non avrei mai più potuto avere la salma visto che sarebbe stata cremata? Punto tre: perché i parenti non hanno accesso a vedere il defunto mentre gli addetti alle pompe funebri possono entrare ed uscire prendendo il primo sacco che trovano senza nessun infermiere o oss che controlli? Io ho avuto la fortuna di avere un’agenzia onesta, Ragona e D’Antoni, che mi ha riferito l’accaduto, quando avrebbe potuto prendere la salma sbagliata e io non ne avrei mai saputo nulla. Ma la domanda è: durante la pandemia, quante volte saranno successe situazioni analoghe? Non esiste più il rispetto né per i vivi né per i morti. Siamo in mano a chi? Non so di preciso chi abbia la colpa, so solo che chi ha sbagliato deve imparare a pagare affinché non avvengano più episodi come questo che vadano a triplicare il dolore che già di suo è immenso!”.
In effetti c’è mancato poco che fosse cremato, in Calabria, il cadavere sbagliato. La donna non ha più trovato più all’ospedale di Marsala il cadavere del padre, quando, nella tarda mattinata di venerdì si è presentata al nosocomio insieme al personale dell’impresa di pompe funebri cui si era rivolta.
Ha subito chiamato la polizia, che è arrivata pochi minuti dopo, e poi anche ad un legale, l’avvocato Vincenzo Forti. Alla fine si è scoperto che c’era stato uno scambio di cadaveri. L’anziano marsalese era deceduto all’alba di giovedì per aneurisma alla aorta (era anche positivo al Covid). Si legge nella denuncia che, nel momento in cui avrebbero dovuto metterlo dentro la bara, “gli addetti non riuscivano a trovare la salma” e al posto di quella del genitore “veniva consegnata quella di un altro defunto”.
Il personale delle pompe funebri avrebbe, quindi, chiesto spiegazioni alla direzione sanitaria, che “dopo alcune ricerche – afferma la donna - confermava che era avvenuto uno scambio di salme”.
Dopo l’arrivo della polizia, “si è scoperto – continua la figlia - che la salma di mio padre era stata prelevata il pomeriggio del giorno precedente ed era stata portata a Paceco dove il giorno prima era stato celebrato il funerale e si trovava già in viaggio per la Calabria dove sarebbe avvenuta la cremazione. La direzione sanitaria dopo essersi messa in contatto con l’agenzia funebre che aveva preso mio padre e faceva tornare indietro la salma. Arrivata in ospedale, dopo che sono stata autorizzata, mi sono apprestata al riconoscimento. Nel frattempo il funerale è slittato dalle 12:30 alle 15:45”.