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06/07/2022 09:56:00

Sbarchi clandestini nel Trapanese e ad Agrigento. Dieci arresti in 5 province

Operazione contro l'immigrazione clandestina tra la Sicilia e la Toscana. Sono quattro le province siciliane, Agrigento, Trapani, Caltanissetta e Messina - e quella di Siena, in Toscana, coinvolte nell'operazione, denominata Charon, effettuata dalla  Guardia di Finanza, che ha arrestato 10 persone accusate di associazione per delinquere e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.


I militari della Fiamme Gialle finanzieri hanno individuato e arrestato i componenti di una pericolosa compagine criminale transnazionale, composta da cittadini italiani ed extracomunitari, dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, con collegamenti, almeno di alcuni degli indagati, con ambienti del terrorismo internazionale. Il provvedimento cautelare è stato emesso dal gip del Tribunale di Palermo, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura del capoluogo siciliano.

Le indagini confermano la capacità delle organizzazioni criminali a carattere transnazionale di offrire, nel settore dei traffici di esseri umani, nuovi servizi volti a rendere le traversate più sicure, ovviamente in cambio di retribuzioni maggiorate con lauti guadagni, ma anche e soprattutto a garantire la non identificazione dei soggetti sbarcati da parte delle autorità nazionali; ciò sia per assicurare loro maggiore libertà di movimento una volta giunti a destinazione, sia per consentire ai ricercati di sfuggire alle forze di polizia o per assicurare l’anonimato a quei soggetti che si recano in Europa con finalità illecite. Nel corso delle indagini  è stato appurato come l'associazione criminale fosse particolarmente attiva nell’organizzare sistematicamente trasporti di immigrati nordafricani tra la Tunisia e le coste trapanesi e/o agrigentine della Sicilia in grado di sostenere l’elevato costo dell’esclusivo transito a bordo di veloci e funzionali gommoni, spesso, intenzionati a sottrarsi alle ricerche delle autorità di polizia tunisina.

Il lavoro dell’organizzazione criminale non si concludeva con lo sbarco, ma comprendeva anche l'assistenza volta a garantire la permanenza illegale dei migranti nel territorio dello Stato, la sottrazione ai controlli delle forze di polizia, l’avvio verso le località di destinazione, il trasporto e l’accoglienza presso abitazioni sicure, fino al farli scappare dai centri di accoglienza. E' stato accertato che il principale responsabile dell’organizzazione ed altri membri della stessa hanno ospitato in provincia di Trapani, e poi aiutato a fuggire in Tunisia, un soggetto, con collegamenti con ambienti terroristici, destinatario di mandato di cattura europeo, spiccato dall’autorità giudiziaria della Germania. L'uomo è ritenuto responsabile di un tentato omicidio commesso a Lipsia nel 2020. In questo modo, gli è stato consentito di sottrarsi alle ricerche delle autorità tedesche ed italiane.

Le indagini condotte dai militari del Nucleo di polizia economico finanziaria di Agrigento, tramite intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, osservazione dei soggetti d’interesse investigativo anche tramite riprese video, monitoraggio degli spostamenti degli indagati e varie attività finalizzate a reperire elementi di riscontro alle ipotesi investigative, come controlli in mare, con l’ausilio di unità navali del corpo, sequestri ed acquisizione di documenti. Tutto ciò ha consentito di documentare il continuo contatto telefonico tra gli indagati, l’acquisto reiterato di schede telefoniche, la messa a disposizione di natanti, autovetture, dispositivi telefonici (spesso intestati a terzi), abitazioni per ospitare i migranti e capanni per occultare i gommoni, l’uso di un consolidato linguaggio criptico volto a eludere le investigazioni, la disponibilità di mezzi navali di elevata rilevanza economica, un circuito di stabili contatti con organizzazioni tunisine che procurano soggetti che vivono in condizione di clandestinità in Tunisia e che hanno la necessità di allontanarsi.