Mancano 37 giorni al voto. Liste quasi pronte, abbandoni e polemiche
Tutto pronto per l’inizio della campagna elettorale per le elezioni nazionali del 25 settembre, il termine ultimo per il deposito delle liste è il 22 agosto. Fratelli d’Italia ha scelto Ancona, partirà da lì la campagna di Giorgia Meloni, che rischia di diventare la prima Premier donna del Paese se le percentuali di primo partito della coalizione di centro destra verranno confermate e se quella coalizione dovesse risultare vincente.
A chi dava in corsa anche Flavio Briatore la smentita arriva dal diretto interessato: “Non mi candido. Se ne è parlato ma non c'è stato alcun tipo di approfondimento. Sono rientrato in Formula 1, ho 1.500 dipendenti nel settore Food and Beverage e voglio dedicare tempo a mio figlio. Non posso fare altro”.
Silvio Berlusconi correrà a Monza, all’uninominale, a volere una sfida diretta con il presidente di Forza Italia è Matteo Renzi: “Io mi candiderò al Senato in Toscana ma anche in Lombardia e nello stesso collegio di Berlusconi. A proposito, mi piacerebbe tanto fare un bel confronto con il Cavaliere”.
E questa mattina Carlo Calenda, per la coalizione del Terzo Polo, presenterà in Senato il programma elettorale, accanto a lui Mariastella Gelmini, Mara Carfagna, Elena Bonetti, Luigi Marattin, Maria Elena Boschi: "Questo sistema elettorale, tanto più con il taglio dei parlamentari e senza eliminazione del bicameralismo, è tra i sistemi peggiori. Il nostro programma - dice Calenda - partirà dal Pnrr”.
Ore di lavoro anche per Matteo Salvini, in lista ci saranno amministratori, sindaci, e governatori, tra i candidati ci sono il presidente dell'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti Mario Barbuto, ma anche il presidente di FareAmbiente Vincenzo Pepe.
Si punta anche ad esponenti della sanità e a vari imprenditori.
Sono stati oltre 50 mila gli attivisti del M5S che hanno votato per le parlamentarie, adesso i pentastellati metteranno mano al programma che prevede, dicono, una sterzata ambientale importante.
Continuano i malumori dentro il centrosinistra, le candidature arrivate dall’alto in Sicilia non piacciono alla dirigenza regionale, convocata per venerdì la direzione, dovrebbe arrivare anche Enrico Letta.
Ad essere candidato ma non in posizione di eleggibilità il parlamentare uscente, attuale consigliere comunale a Palermo, Carmelo Miceli, che spiega le ragione della sua candidatura di servizio: "Come capitato a tanti altri colleghi parlamentari e non, ho appreso della mia posizione in lista durante la direzione. Per chi ancora non lo sapesse, è una posizione “non eleggibile”. Leggendo i giornali, coloro che si trovano nella mia stessa condizione stanno comunicando la loro volontà di non accettare. Io, invece, accetterò la candidatura, anche se “di servizio”. Non perché non comprenda o condivida le ragioni di chi sta assumendo una posizione diversa dalla mia. Anzi. Accetterò perché il Partito Democratico, la mia Comunità, come spesso accade, è in difficoltà.
Il Paese è in difficoltà e il quadro geopolitico è altamente preoccupante. In un simile contesto, a mio avviso, non c’è spazio per “aventini” o polemiche e il disimpegno di anche solo uno dei nostri dirigenti o elettori può produrre conseguenze inimmaginabili.
Io, dunque, accetterò per fare e e dare il massimo. Come sempre ho fatto.Dal Partito ho ricevuto tanto, tantissimo. Oggi proverò a dare più di quello che ho ricevuto. Nella speranza di potere essere utile al PD e al Paese”.
Critico soprattutto il dirigente dem Antonio Rubino: “Milito a Sinistra da anni, c’è un gioco subdolo, pericoloso e denso di cattiveria che da anni prova a distruggere ogni forma di pensiero di sinistra dentro il Pd. Ormai ci siamo quasi ma credo che chi viene da quella storia abbia il dovere morale di non mollare, di combattere e di ripensare ad un campo progressista vero ed alternativo al gioco perverso che c’è in atto”.
CRACOLICI. "Ho comunicato a Letta e a Barbagallo la mia decisione di rinunciare alla candidatura al Senato. Considero un grave errore politico, aver indicato nelle posizioni eleggibili nei due collegi siciliani, due persone che non hanno un radicamento in Sicilia. Il Senato, anche per legge, è espressione delle regioni italiane. Il PD ha deciso di non dare voce alla Sicilia nel Senato della Repubblica". Lo annuncia Antonello Cracolici, attuale deputato regionale e storico dirigente dei Ds e poi del Pd. "Questo errore è tanto più grave perché avviene nello stesso giorno in cui i siciliani sono chiamati ad eleggere il nuovo governo e i parlamentari della Regione - aggiunge - Neanche Renzi, che ha fatto una carneficina, con le liste fatte per la Sicilia cinque anni fa, aveva scelto parlamentari non siciliani per rappresentare la Sicilia al Senato. La mia amarezza è secondaria rispetto alla gravità dell'errore politico fatto che, temo, peserà sull'esito del voto. La vita va avanti".
I DEM TRAPANESI. Il Partito Democratico di Trapani fa sapere in una nota che "darà il suo contributo nelle liste per le nazionali puntando sulle donne e sui giovani. Così come approvato dalla direzione nazionale, alla Camera dove capolista sarà il vice segretario nazionale Giuseppe Provenzano, il nostro candidato sarà Gianluca Nuccio, giovane dirigente di Castelvetrano. Al Senato dove capolista sarà Annamaria Furlan, la candidata della provincia di Trapani sarà la consigliera Stefania Marascia di Mazara del Vallo". "Una scelta - dichiarano il Segretario provinciale Domenico Venuti e la Presidente Valentina Villabuona - in linea con le scelte già fatte per la lista regionale, che valorizza gli amministratori e che punta sul rinnovamento, ma soprattutto una scelta non solo elettorale, ma che getta le basi per costruire una nuova classe dirigente. Ad oggi, nonostante le proposte unitarie formulate, rimane aperta la casella dell'uninominale che ci auguriamo venga completata secondo le indicazioni territoriali. Ora tocca a tutte e tutti i democratici, che sono ben consapevoli della sfida che ci aspetta e che ci vedrà tutte e tutti candidati per cambiare il paese e la Sicilia".
LOMBARDO. “Nel borsino delle candidature al Parlamento si legge da qualche giorno il mio nome e siccome è immaginabile che attorno ai “collegi sicuri” ci sarà un numero dieci volte maggiore di aspiranti, è opportuno precisare che il Mpa, che mi vide tra i suoi fondatori nel 2005, ha un rapporto federativo con la Lega. Non è pertanto neppure pensabile che io (o chicchessia) mi sia rivolto a Fdi o ad altri per chiedere posti in lista. E’, altresì, il caso di ribadire che non ho espresso giudizi, seppure lusinghieri, su Giorgia Meloni o su altri leader; che non mi sono schierato per il Musumeci-bis in quanto il Mpa ha proposto un politico, Minardo, ed un tecnico, Massimo Russo; che non ho posto veti su alcuno (da Stancanelli a Musumeci, a Miccichè, a Prestigiacomo e a tutti gli altri nomi inseriti nelle varie rose); che ho giudicato autorevole, esprimendo tra i primi il mio convinto plauso, il nome del senatore Schifani a candidato Presidente della Regione” lo afferma l’ex presidente della Regione Siciliana e fondatore del Mpa, Raffaele Lombardo.
VERDI E SINISTRA. Presentato il programma elettorale dell'Alleanza Verdi Sinistra. Il programma completo può essere visionato su verdisinistra.it