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03/02/2023 06:00:00

L'antimafia regionale a Castelvetrano. E su Lo Sciuto, Cracolici risponde così

 “I sindaci sono l’avamposto attraverso il quale è possibile costruire questo esercito di una cultura nuova per la sicilia”. L’ha detto Antonello Cracolici, presidente della Commissione parlamentare antimafia regionale che ieri mattina si è riunita a Castelvetrano col Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza. A seguire sono stati ascoltati i sindaci della provincia e infine, nella conferenza stampa, Cracolici ha risposto alle domande dei giornalisti, affrontando diversi temi.

Sulla massoneria, ha rivelato che ad oggi non si sa quante logge massoniche esistano in Italia.

Pensavo che fosse ancora operativa quella norma che prevede un albo presso le prefetture che contenga tutte le logge legittimamente costituite. Ci è stato detto che questo dato non ce l’hanno. Non solo a Trapani, ma dappertutto. E questo è un tema di cui vogliamo occuparci”.

Quando parliamo di borghesia mafiosa – ha invece spiegato - dobbiamo essere consapevoli che adesso è venuto il tempo di aprire la sfida al nostro compagno di banco. A quello con cui mi prendo un caffè, con cui vado a cena o che abbiamo i figli nella stessa scuola. Un salto di qualità con cui lo Stato nella sua organizzazione investigativa e la politica devono fare i conti”.

 

Toccato anche il tema della Gruppo 6 e dei supermercati confiscati: “Questi territori sono rimasti impoveriti dalla presenza della mafia, altro che ricchezza! Perché anche quelle poche ricchezze che hanno provato a mettere in giro, sono state sequestrate e confiscate. Se c’è un principio banale che dimostra che la mafia non conviene, credo che questo territorio ne sia l’espressione paradigmatica”.

Ha poi definito una sciocchezza il timore che il territorio possa essere abbandonato a se stesso perché non c’è più Matteo Messina Denaro in giro. “Nessuno pensa di indebolire la presenza dei carabinieri, della polizia e della guardia di finanza. Anzi, siamo interessati ad incrementarla, rispetto anche al rapporto tra mafia e impresa, ai prestanome e al mondo delle professioni. Così come non bisogna temere che dietro ai fondi del PNRR ci possa essere la mafia, E’ un paradosso. Noi quei soldi vogliamo spenderli”.

 

Cracolici ha anche risposto ad una nostra domanda:

 

Ci può dare una sua opinione sulle dinamiche della percezione della mafia nelle persone comuni dei territori che hanno un radicamento storico del fenomeno, come Castelvetrano e Campobello di Mazara? Le chiedo questo soprattutto alla luce di una disaffezione della gente nei confronti della politica (i dati sull’affluenza alle elezioni lo dimostrano), ma anche di quella potenziale infiltrazione di persone inopportune nei principali gangli istituzionali. Non esclusa la vostra stessa antimafia regionale. Mi riferisco alla figura di Giovanni Lo Sciuto, già oggetto di indagine (poi archiviata) da parte della DDA di Palermo e in questi giorni a processo (Artemisia) per violazione della legge Anselmi.

 

Le rispondo così. Noi abbiamo approvato un regolamento. Io non mi posso scegliere i parenti, figuriamoci se mi posso scegliere i componenti della Commissione antimafia. E’ chiaro che ogni gruppo parlamentare sceglie un suo rappresentante come meglio crede. Però abbiamo approvato un regolamento che, per la prima volta, prevede che tutti i componenti (non solo quelli della presidenza) non possono essere nominati se imputati in processi per i quali la legge Severino ne prevede la sospensione qualora condannati. A questo si aggiunge che in caso di qualsiasi condanna in primo grado, superiore a due anni, si decade dalla Commissione. Ecco, se questo regolamento ci fosse stato anche ai tempi di Lo Sciuto, non avrebbe fatto parte della Commissione antimafia.

Io sono d’accordo con lei, lo Stato, attraverso i partiti, deve dare l’esempio. Se non c’è il valore dell’esempio, c’è la perdita di credibilità di tutti.

 

A margine dell’incontro, il presidente dell’Antimafia regionale ha affermato che se non si vuole riaprire la passata stagione dello scioglimento per mafia del comune, “occorre essere rigorosi, sia nella rappresentanza politica che nel funzionamento della macchina amministrativa, compresa la rotazione dei ruoli per evitare che in pochi orientino e condizionino la vita amministrativa”.

 

Egidio Morici