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22/04/2023 06:00:00

La preside antimafia premiata da Mattarella. Cibo, tv, tablet, ecco come riusciva a portarsi tutto a casa

 La preside antimafia premiata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il suo vice e la commessa del negozio, un trio che aveva messo su un meccanismo ben collaudato per riuscire a portarsi a casa ciò che veniva acquistato per la scuola tramite i progetti pon: dai computer portatili agli smartphone, dai tablet ai giochi da tavolo per bambini e addirittura un maxi televisore da 65 pollici.

Ma la dirigente si portava a casa anche il cibo che le ditte scelte per la fornitura della mensa scolastica consegnavano.

La preside, Daniela Lo Verde, dirigente dell’Istituto Comprensivo “Giovanni Falcone” di Palermo è molto nota, è la preside "simbolo" della lotta per la legalità al quartiere Zen. Nel suo ufficio non poteva mancare la foto di Giovanni Falcone, adesso si trova agli arresti domiciliari con le accuse di peculato e corruzione, così come i suoi due complici, il suo vice preside Daniele Agosta, originario di Salemi e Alessandra Conigliaro la commessa della ditta R-Store Spa.

Le indagini - “Le indagini – scrive il gip Elisabetta Stampecchia nell’ordinanza di arresto – offrono un quadro probatorio chiaro, inequivocabile ed imbarazzante in ordine alle condotte di Daniela Lo Verde e Daniele Agosta, dirigente e vice dell’istituto “Falcone”, nel quartiere Zen di Palermo”. Le indagini hanno preso il via il 2 febbraio del 2022 in seguito alla denuncia di una ex insegnante dell'istituto che ha raccontato agli inquirenti di una "gestione dispotica della cosa pubblica da parte dell'indagata", scrive il gip, gestione che era impossibile contrastare salvo correre il rischio di ritorsioni. L'insegnante ha descritto la dirigente come "avvezza alla violazione delle regole": da quelle sull'emergenza sanitaria a quelle dei finanziamenti europei.

 Daniela Lo Verde, la preside antimafia - 53 anni, dirigente scolastica in uno dei quartieri più difficili d’Italia, lo Zen, a contatto con la criminalità organizzata, con la violenza e il disagio sociale. Per la sua attività nell’istituto scolastico "Giovanni Falcone" è stata anche insignita del titolo di cavaliere al merito della Repubblica dal presidente Mattarella, un’onorificenza che le ha permesso di ottenere una notevole visibilità a livello nazionale. Nell'agosto del 2022, per l'ennesima volta, furono rubati computer dall'aula magna della scuola. Un episodio denunciato sui media dalla stessa Lo Verde, che ne discuteva con il vicepreside. I due, non sapendo di essere intercettati, si rallegravano perché il furto aveva portato contributi alla scuola. "Per un cornuto, un cornuto e mezzo – diceva Agosta alla preside – ci stanno arrivando soldi da tutte le parti!". E la dirigente rivendicava il merito di aver reso pubblica la notizia "proprio al fine di cavalcare l'onda, pubblicizzare ancora di più il suo personaggio di preside integerrima, in prima linea, e ottenere attestazioni di stima, solidarietà, ma soprattutto soldi e aiuti economici dalle istituzioni", ha commentato il gip.

Il vice preside - Daniele Agosta, 43 anni, è originario di Salemi. Agosta come la preside è accusato di essersi appropriato di generi alimentari di prima necessità e di conforto, materiale destinato ad uso scolastico acquistato nell'ambito dei progetti PON pure per il servizio mensa degli alunni; IPad Air Apple e un Mac, sempre comprati per la scuola, e per avere, successivamente, ceduto parte di tali beni pure a familiari e terzi.

I preventivi su misura per i progetti - Secondo le indagini, la preside avrebbe messo in condizione la dipendente dello store Alessandra Conigliaro di fare preventivi su misura a discapito di altre aziende sempre per acquisiti realizzati nell'ambito di progetti finanziati dal Pon o da enti pubblici. Tra questi il finanziamento di 675mila euro per la scuola dell'infanzia, il progetto denominato "Stem", il progetto "Edu Green" da 17.500 euro e il Decreto "Sostegni Bis" per le scuole.

A casa il cibo destinato alla mensa scolastica - Daniela Lo Verde si sarebbe appropriata anche del cibo della mensa scolastica. A giugno i carabinieri che la indagavano hanno intercettato la prima di una serie di conversazioni tra la donna e la figlia che provano che la dirigente si portava a casa gli alimenti destinati agli alunni, comprati con i fondi europei. Mentre lavorava in ufficio in compagnia della figlia, tra una pratica e l'altra la preside impartiva alla ragazza indicazioni sugli alimenti da riporre all'interno di un sacchetto da portare a casa.

"Questo lo portiamo a casa" "Questo me lo voglio portare a casa, questi me li voglio portare a casa... poi mettiamo da parte... poi vediamo cosa c'e qui... li esci e li metti qui sopra...", si sente nell'intercettazione che risale al 15 giugno. "Il riso... lo metti lì davanti alla cassettiera e per la cucina questo... benissimo... ora sistema sopra il frigorifero... questa cosa di origano mettila pure per casa... Quelle mettile in un sacchetto che non si può scendere. Il tonno mettilo qui sotto... poi lo portiamo a casa a Sferracavallo (la villa al mare della preside ndr)".

Le firme false degli studenti - Gli indagati avrebbero attestato falsamente la presenza degli alunni all'interno della scuola anche in orari extracurriculari per giustificare l'esistenza di progetti Pon di fatto mai realizzati o realizzati solo in parte, nella considerazione che la mancata partecipazione degli studenti avrebbe inciso in maniera direttamente proporzionale sulla quota parte dei fondi destinati per ciascun Pon alla dirigenza.

Le intercettazioni - A riprova che i progetti venivano condotti in maniera irregolare – si legge nell’ordinanza - apponendo firme farlocche, la conversazione intercettata la mattina del 23 settembre tra la Lo Verde e Agosta. La preside controllando i figli firma, si lamentava della difformità tra le reali firme degli alunni e quelle riportate sui fogli presenza, apposte dai docenti, tanto da rifiutarsi di inserire il documento sul portale dedicato. Lo Verde: no… parliamo seriamente… allora questo è il primo foglio firma ok? E questo lo posso accettare… no che va bebne… lo posso accettare… pure questo lo posso accettare… questo capisci bene che non lo posso accettare più… guarda Verna G. e guarda Verna G… guarda Bronzino G. e guarda Bronzino G.. Particolarmente rilevante e sintomatico di un sistema rodato e reiterato nel tempo, l’affermazione della Lo Verde che, indispettita della poca attenzione riposta dai docenti nel riprodurre le firme degli alunni, ricordava quando tale compito era espletato da Agosta che in maniera accorta e meticolosa impiegava anche intere mattinate per la compilazione dei fogli firma. Lo Verde: io se non ricordo male quando tu facevi queste cose ci impiegavi una mattinata. Agosta: minchione! gli occhi di fuori avevo.


I video con le prove - Le intercettazioni sono accompagnate anche da immagini riprese dalle videocamere piazzate dai carabinieri, che mostrano la preside riempire delle buste di alimenti presenti nell'ufficio di presidenza.
Oltre al cibo delle mense scolastiche, la preside Daniela Lo Verde si sarebbe appropriata di computer e tablet acquistati con i fondi europei per la scuola. "Che è un nuovo Mac?", chiedeva la figlia alla donna. "Sì, ora ce lo portiamo a casa", rispondeva la madre. "Anche in questo caso, così come già evidenziato in relazione agli iPad - si legge nella misura cautelare -, la genuinità delle conversazioni registrate fugavano ogni ragionevole dubbio sulle reali intenzioni della preside in ordine al nuovo Mac". Nel corso delle perquisizioni eseguite dalla sezione Eppo del Nucleo investigativo di Palermo dei carabinieri, i militari, nelle abitazioni degli indagati, hanno trovato e sottoposto a sequestro diversi dispositivi elettronici quali computer portatili, smartphone, tablet, giochi da tavolo per bambini ancora confezionati, una cassa audio, una stampante, uno scanner e un maxi televisore da 65 pollici.

Le reazioni, il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla - "Rimango sgomento nell'apprendere la notizia dell'arresto della Preside dell'Istituto comprensivo "Giovanni Falcone", Daniela Lo Verde, che, durante il mio incarico di assessore regionale all'istruzione, ho conosciuto come dirigente scolastica particolarmente dedita al suo lavoro. Alla luce degli odierni accadimenti, è doveroso che le indagini abbiano il loro corso e confido che esse possano inequivocabilmente chiarire i fatti, per il bene della comunità studentesca e della scuola, da sempre importante punto di riferimento civile e sociale del difficile quartiere Zen 2».

Maria Falcone - "L'indagine che ha portato all'arresto di Daniele Lo Verde mi addolora profondamente e non solo perché i fatti che stanno emergendo sono un insulto alla memoria di mio fratello Giovanni. Conosco bene quella scuola da prima che la dirigesse Lo Verde e l'ho sempre considerata un presidio fondamentale in un quartiere come lo Zen attanagliato da tante criticità, con una presenza criminale notevolissima e una dispersione scolastica tra le più alte d'Italia".

Giusto Catania, ex assessore comunale della giunta Orlando e dirigente scolastico dell'I.C. Giuliana Saladino, scuola capofila della Rete per la promozione della cultura antimafia nella scuola, afferma: "La notizia dell'arresto di Daniela Lo Verde è uno choc terribile per me, che la conosco da anni, e per il mondo della scuola. Ho grande fiducia nella magistratura e sono certo che i contorni della vicenda si chiariranno presto. Questa notizia non può, qualsiasi sia l'esito della vicenda giudiziaria, delegittimare il lavoro faticoso e fertile che fanno quotidianamente docenti e dirigenti scolastici, soprattutto in realtà sociali difficili del nostro territorio".