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28/07/2023 06:00:00

La Sicilia rassegnata avvolta dalle fiamme

E’ cenere, è buio, è terrore, è catastrofe. E’ questo quello che a Palermo, a Catania, a Segesta, a San Vito Lo Capo, solo per citarne alcune, è accaduto.
Ettari ed ettari distrutti, siti culturali presi di mira, chiese con danni ingenti, attività commerciali spacciate. Case evacuate, persone che non hanno più nulla, nemmeno la speranza, è andata in fiamme insieme a quell’aria irrespirabile.


C’è una rassegnazione in questa Sicilia che la lambisce da oriente ad occidente, non è nata ieri, non è arrendevolezza. È incapacità a pensare che le cose possano cambiare, perché in anni ed anni di governi e di politici che si sono susseguiti l’isola è rimasta ancorata alle promesse di cambiamenti mai avvenuti.

Era tutto prevedibile? Forse si, forse no. Certo è che non si può lavorare continuamente in emergenza, contando danni che si sommano a quelli dell’anno precedente, che sconfinano e portano l’Isola in una terra di desolazione.

Ci sono tanti politici che governano, ce ne sono tanti al parlamento nazionale, ma la storia non cambia. E poi commentano, mostrano solidarietà, ma di qualcuno sarà la colpa? Ci saranno, anche se minime, delle responsabilità? E’ storia di ogni estate raccontare gli incendi, i morti, i danni. La distruzione dell’ambiente, che significa attentare alla vita degli uomini.

I siciliani hanno il diritto di sapere: si tratta di improvvisazione? Di leggerezza? Di mancata programmazione e prevenzione? Di cosa si tratta?
A Catania non c’è acqua e luce, a Palermo l’aria è talmente irrespirabile che non ci si può vivere. E’ auto combustione? Non è possibile crederci, i piromani devastano tutto, il cambiamento climatico poi fa il resto.

Il danno è stato fatto, oltre a quello economico, oltre alle attività in ginocchio, il danno di immagine è enorme. Perché qualcuno dovrebbe arrivare in Sicilia, con il rischio di essere sfollato da un villaggio, da una località balneare, essere vinti dai fumi di un incendio improvviso ma forse pure prevedibile? Perché venire in Sicilia con 45 gradi e rischiare di non poter accendere un condizionatore in camera? Non riuscire a partire da un aeroporto, subire uno spostamento con una linea ferrata degna del terzo mondo, con una autostrada vergognosamente cantierata ovunque? E cosa aspetta ancora ai siciliani? Vivere alla giornata? Può davvero bastare un bel tramonto e il buon cibo per dire che la Sicilia è la terra più bella del mondo? No, non basta ai siciliani e non basta a chi arriva qui per passarci qualche giorno.

Quello che è accaduto in inverno, quello che è accaduto adesso, complice certamente il cambiamento climatico, è pure incapacità politica. Di tutti i rappresentanti, da quelli alla Regione a quelli che stanno al Parlamento nazionale.
E’ da questa immane tragedia che dovremmo uscire.