La strage di Lampedusa, 10 anni (e 28 mila morti) dopo
Arriva in uno dei momenti più tesi sul fronte immigrazione, il decimo anniversario della più grande strage di migranti nel Mediterraneo.
La notte del 3 ottobre 2013 un barcone con oltre 500 persone ammassate a bordo, era quasi arrivato a Lampedusa. Di fronte all'isola dei Conigli, per segnalare la loro posizione, incendiarono una coperta. Le fiamme si propagarono subito.
Fu un'ecatombe. 368 i migranti morti accertati. 155, fra cui 6 donne e 2 bambini, i salvati. Una tragedia che non poteva essere ignorata, davanti alla quale non ci si poteva girare dall’altra parte, chiudere gli occhi, dimenticare i morti in fondo al Mediterraneo. Perchè quei morti, decine, centinaia, galleggiavano davanti alle coste di un’isola martoriata.
"Viene la parola vergogna: è una vergogna! Uniamo i nostri sforzi perché non si ripetano simili tragedie", disse quel giorno stesso Papa Francesco. Ma la conta dei morti non è mai terminata.
Perchè da quel giorno ad oggi, in dieci anni, il numero dei migranti morti nel Mediterraneo, nel tentativo di raggiungere l’Europa lascia senza parole.
28 mila morti in 10 anni Oltre 28.000 persone, morte o disperse.
Di queste, ben 1.143 erano minori, spesso bambini piccolissimi, tenuti in braccio dalle madri disperate che li portavano via da fame, guerre e persecuzioni.
Solo nel 2023 i minori morti o dispersi nel Mediterraneo sono più di 100, il 4% del totale, una percentuale cresciuta drasticamente rispetto al 2014, quando erano meno dell'1%. I numeri arrivano da Save the Children che chiede un sistema europeo di ricerca e soccorso per salvare le persone in difficoltà in mare. Dal 2014 a oggi sono arrivati via mare, in Italia, più di 112 mila minori non accompagnati. Quest'anno, dal primo gennaio, sono oltre 11.600 i minori arrivati via mare senza figure adulte di riferimento.
In questi dieci anni circa un milione di persone hanno preso la via del mare verso l’Europa, partiti soprattutto da Libia e Tunisia.
La strage continua e le polemiche
In questi anni, però, nulla è stato fatto per fermare l’ecatombe, per un sistema di accoglienza e di salvataggio sicuro. Negli ultimi anni con le destre al governo, si è ragionato in ottica populista. Si è parlato molto di invasione. E tornano sempre in mente le parole che hanno inorridito del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’indomani di un’altra grande strage, quella di Cutro, in Calabria, con quasi cento vittime: «Io non partirei se fossi disperato perché sono stato educato alla responsabilità di non chiedermi cosa devo chiedere io al luogo in cui vivo, ma cosa posso fare io per il Paese in cui vivo per il riscatto dello stesso». Come se attribuisse la responsabilità ai migranti.
L’anniversario della strage arriva in un momento molto teso.
L'ultimo decreto del Governo Meloni stabilisce che i richiedenti asilo dovrebbero pagare una sorta di cauzione di quasi 5 mila euro per non restare nei centri di espulsione. Un decreto che è stato smontato dalla sentenza del Tribunale di Catania che non ha convalidato il trattenimento di tre tunisini ritenendo le nuove regole, appena varate dal governo, in contrasto con la normativa europea.
Sul fronte accoglienza e soccorso in mare il governo Meloni è ai ferri corti con la Germania, accusata di finanziare le ong ma di non volere i migranti.
Nervi tesi in questi mesi anche tra Italia e Francia.
Le iniziative Molti i workshop, le tavole rotonde e manifestazioni organizzati in tutta Italia per ricordare questa giornata.
A Lampedusa, il Comitato 3 ottobre ha organizzato dal 30 settembre al 3 ottobre l’evento “A Europe of Rights” con l’intento di promuovere nelle giovani generazioni occasioni di apprendimento, contribuendo a sviluppare una cultura di solidarietà, accoglienza e dialogo, fondata sul pieno e consapevole rispetto dei diritti umani. Durante le giornate di approfondimento verrà data voce alle persone sopravvissute ai naufragi, a chi fa soccorso in mare, ai parenti delle persone morte nel tentativo di raggiungere l’Europa, a chi ha cercato di dare un nome alle salme e a chi si occupa di accoglienza.
Oggi pomeriggio gli studenti incontreranno i sopravvissuti dei naufragi del 3 e di un altro drammatico, avvenuto il 10 ottobre, e sentiranno dalla loro voce il racconto delle tragedia vissute Sull'isola anche Marwa Mahmoud, componente della segreteria nazionale del Pd, che è stata invitata per un confronto politico con gli amministratori locali. Anche oggi proseguiranno poi le tavole rotonde su "10 anni d'indifferenza" e sulle "sfide degli enti locali". Oltre al sindaco delle Pelagie, Filippo Mannino, porteranno la loro esperienza quello di Pesaro Matteo Ricci, quello di Agrigento Francesco Micciché, e quelli di Legnano e Bologna, Lorenzo Radice e Matteo Lepore.
Libri consigliati Tra i libri che segnaliamo, per capire meglio di cosa si parla, di quale tragedia umanitaria sta vivendo il nostro tempo, c'è "E la quarta volta siamo annegati" di Sally Haiden per Bollati Boringhieri.
Il libro è il culmine dell'inchiesta della giornalista per scoprire le miriadi di abusi subite dai migranti che sperano di costruirsi una vita migliore in Europa.
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