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21/11/2023 06:00:00

Castelvetrano, il consiglio comunale “unito” e la polemica sui centri per minori stranieri

 Il consiglio comunale di Castelvetrano non è ossessionato dalla presenza dei minori stranieri in città. Non tutto almeno. E non vuole i centri per immigrati fuori dall’area urbana, così come qualcuno ha scritto.

 

Il tenore della nota venuta fuori dalla conferenza dei capigruppo (la potete leggere qui, integralmente) è infatti molto diverso da quella relativa al punto all’ordine del giorno chiesto da Castelvetrano Giovani e sottoscritto da almeno cinque consiglieri, come prevede il regolamento.

Nel documento del giovane Antonio Giancana, letto durante il consiglio comunale dell'8 novembre scorso (che trovate qui), troviamo scritto: “Quello che preoccupa maggiormente è il fenomeno dei minori stranieri non accompagnati che arrivano sulle nostre coste e che sono presenti, ormai in gran numero, anche a Castelvetrano”, ritenendo opportuno “che debba essere oggetto di dibattito la collocazione dei nuovi centri di accoglienza dal momento che sono situati in zone, a nostro parere, non adatte poiché cuore pulsante dell’economia della nostra città”. Poi c’è anche una richiesta precisa: indirizzare alla prefettura un documento sottoscritto da tutte le forze politiche.

 

Nello stesso consiglio comunale, Marco Campagna (Pd) si era mostrato decisamente contrario ad alcuni passaggi della nota di Castelvetrano Giovani. Riportiamo di seguito uno stralcio del suo intervento:

 

Molto spesso gli episodi di microcriminalità che sono stati segnalati non sono da imputare agli immigrati, ma a cittadini di questa comunità. Così come tante illegalità in questa città rappresentano una mancanza di senso civico. Domenica mattina, la piazza del comune (pedonale, in cui si stava svolgendo  una giornata di screening medico gratuito a cura del Rotary, ndr) era piena di piatti di carta, bottiglie di vetro e altro dalla sera prima. Ma anche di tante macchine che entravano e posteggiavano tranquillamente per andare a messa. Ed erano pure infastiditi da chi faceva loro notare che lì non si potrebbe parcheggiare. Anche questa è un’illegalità. E’ un incentivo all’illegalità. Perché il ragazzino che vede tutte le macchine posteggiate dove non dovrebbero, perché non deve entrare nelle piazze col motorino a tutta velocità?

In città sta passando il messaggio che tutto ciò che sta succedendo è colpa degli immigrati. Nei bar e nei luoghi di lavoro, lo si sente ripetere, ‘è colpa di tutti questi immigrati che arrivano’. Ma noi per primi dobbiamo spiegare che non è così. La domenica mattina qui ci sono tanti piccoli criminali locali, che scorrazzano nelle piazze o nelle ville”.

 

Alla fine, come dicevamo, la nota dei capigruppo in rappresentanza dell’intero consiglio comunale, è venuta fuori con toni molto diversi dall’input che aveva fornito il consigliere di Castelvetrano Giovani.

Ecco che allora, in quella approvata dai capigruppo, leggiamo di “percezione di insicurezza” e di “situazioni di potenziale pericolo”. Inoltre si è valutato di non inviarla alla prefettura, dal momento che sul tema si era già riunito, il 24 ottobre scorso su richiesta del sindaco, il Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Certo, c’è anche il fatto che Castelvetrano Giovani aveva depositato il proprio documento prima del 24 e non c’erano stati i tempi necessari per modificarlo.

 

Ma sui nuovi centri di accoglienza situati, secondo il movimento di Giancana, “in zone non adatte poiché cuore pulsante dell’economia della nostra città, la nota dei capigruppo (di cui lo stesso Giancana rimane primo firmatario),  si è espressa in una sintesi più soft (“… ripensando, se del caso, ad una diversa allocazione dei centri di accoglienza all’interno del territorio comunale”).

Quel “se del caso” fa la differenza. Potrebbe essere interpretato anche come possibilità nel caso si dovessero verificare episodi intollerabili, che però finora non si sono verificati.

 

“Non creiamo ghetti!” aveva d’altra parte detto Marco Campagna in consiglio comunale.  “Io sono d’accordo affinché possano vivere in città. Sono persone che vogliono vivere la città – aveva aggiunto il consigliere del Pd - E magari, con la presenza di tanta gente, l’integrazione viene aiutata. Molto spesso ho visto che questi ragazzi, minori, alle quattro o alle cinque, vanno alla villa perché non sanno dove andare. E vengono avvicinati da gente poco raccomandabile. Persone di Castelvetrano, italiani, che gli propongono loro una sorta di nuovo lavoro. Noi siamo contrari a questa logica dei centri ad hoc”.

 

I documenti di sintesi in rappresentanza di tutto il consiglio comunale devono però accontentare le diverse posizioni dei gruppi politici. Ed è fisiologico il rischio di scontentare tutti. Oppure di apparire contraddittorio al cittadino che magari si vuole riconoscere in una posizione chiara, senza alcuna ambiguità.

Senza contare come possa invece apparire a chi i centri di accoglienza temporanea per minori li gestisce con competenza e progettualità ed è costretto a leggere che, citiamo dalla nota finale del 15 novembre, i cittadini stranieri “andrebbero indirizzati verso percorsi di sana e reale accoglienza piuttosto che semplicemente ospitati presso i centri senza programmazione di quel percorso di vita dignitosa che meriterebbero per evitare che vengano spinti anche loro verso percorsi delittuosi”.

 

C’è da chiedersi quanti consiglieri comunali abbiano visitato qualcuno di questi centri per avere magari più elementi a disposizione per farsi un’idea.

Anche se l’impressione è che tutta quest’attenzione ai minori stranieri possa aver avuto origine da pochi episodi di piccola delinquenza da parte di extracomunitari – ne avevamo già parlato qui - un paio di scippi in centro, qualche atto vandalico e perfino un apprezzamento di troppo ad una studentessa che,  in un contesto in cui il rapporto dei giornali on line con i social è sempre più stretto, è diventato “allarme”. Anzi, emergenza.

 

Egidio Morici