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12/12/2023 06:00:00

La scuola di Castelvetrano intestata al piccolo Di Matteo sta per chiudere

 La scuola elementare di Castelvetrano, che lo scorso 22 maggio è stata intitolata al piccolo Giuseppe Di Matteo, rapito, ucciso e sciolto nell’acido dalla mafia per colpire il padre pentito, potrebbe chiudere.

Dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro l’iter per il cambio di denominazione (la scuola era precedentemente intitolata a Ruggero Settimo) avviato nel marzo 2023, si era concluso col decreto firmato dall’Ufficio scolastico provinciale di Trapani. Scelta dall’alto valore simbolico, considerato che tra i mandanti di quel rapimento c’era anche Matteo Messina Denaro, catturato il 16 gennaio dopo trent’anni di latitanza.

La proposta era partita dalla sottosezione di Marsala dell’Associazione nazionale magistrati, il cui presidente, il giudice Fabrizio Guercio, a Castelvetrano sintetizzato così i motivi dell’iniziativa: “Perché questa è stata la scuola frequentata da Matteo Messina Denaro. E perché, oltretutto, insiste a pochi metri di distanza dall’abitazione della sua famiglia. Chi dimentica è complice e connivente col fenomeno mafioso. E la criminalità organizzata si nutre di connivenza, di omertà e di ignoranza”.

E da maggio, il prospetto principale della scuola, accoglie un grande murale inspirato proprio alla figura di Giuseppe Di Matteo.

 

Purtroppo però la conferenza regionale della Sicilia, lo scorso 5 dicembre, ha deciso di chiuderla e dividerla tra i due istituti comprensivi già esistenti in città. Ma le radici del problema non sarebbero recenti. In sostanza, a Castelvetrano il primo circolo didattico ha due scuole medie mentre il secondo circolo, quello intestato a Di Matteo, non ne ha nessuna. 

 

Meno di un paio di mesi fa era stata fatta la proposta del Comitato dei Sindaci, condivisa col comune di Castelvetrano, in cui si prevedeva il mantenimento dell’attuale assetto scolastico, in base alle esigenze di formazione umana e culturale rispondenti ai bisogni del territorio”. Oppure, in alternativa, la cosiddetta “verticalizzazione” in cui l’Istituto Comprensivo Radice-Pappalardo avrebbe ceduto la scuola secondaria di primo grado alla direzione didattica Giuseppe Di Matteo. Mentre quest’ultima avrebbe ceduto  alla Radice-Pappalardo il plesso di Scuola dell’Infanzia Benedetto Croce.

 

Il primo cittadino Enzo Alfano aveva scritto una nota al comitato dei sindaci provinciale che, avendo acquisito anche l’accordo tra gli istituti, avevano fatto propria l’idea e proposta alla regione Siciliana. Quest’ultima però l’ha bocciata.  

Quando, il 22 maggio scorso, venne inaugurata la nuova denominazione, oltre alle autorità provinciali e regionali, c’era anche il fratello del piccolo Di Matteo, Nicola, che aveva fatto di tutto per essere presente “qui a Castelvetrano nella scuola frequentata in gioventù da Messina Denaro e oggi intitolata a mio fratello Giuseppe”.

 

Nel documento inviato al presidente Schifani, all’Associazione Nazionale Magistrati di Marsala e agli onorevoli Dario Safina, Nicola Catania, Cristina Ciminnisi, Mimmo Turano, e Stefano Pellegrino, il sindaco ha sottolineato come risulti “inaccettabile la soppressione sic et simpliciter della Direzione Didattica G. Di Matteo senza prendere prima in considerazione la proposta di verticalizzazione di cui sopra, che risulta perfettamente in linea con i principi ed i parametri previsti dal D.A.”. Il documento si chiude con l’auspicio che “ le aspettative di una intera provincia, di un territorio martoriato, possano ancora contare  su una decisione volta a non depotenziare una attività capillare scolastica importantissima per la crescita civica e l’educazione alla cittadinanza attiva”.

Se l’istituto intitolato al piccolo Di Matteo dovesse davvero chiudere, quello schiaffo alla mafia rappresentato dal grande murale, impresso su una scuola vuota, potrebbe diventare un segno di sconfitta.

 

Egidio Morici



Antimafia | 2024-06-04 13:26:00
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