Quantcast
×
 
 
12/04/2024 06:00:00

Siccità. Il piano della Regione. Sempre più comuni “tagliano” l’acqua

Rigenerare i pozzi esistenti. Poi continuare con altre opere per cercare di mitigare la crisi idrica. Fondi statali permettendo. Parte da qui la task force, la cabina di regia, sull’emergenza siccità che si è insediata nei giorni scorsi in Sicilia e istituita dal presidente della Regione, Renato Schifani.

 
Un piano però tutto da delineare attraverso le indicazioni che nei prossimi giorni verranno fuori dalla cabina di regia. Se arriveranno i fondi statali, quando verrà dichiarato lo stato di emergenza nazionale, si parlerà anche della costruzione di nuovi micro-bacini, piani di distribuzione con autobotti, serbatoi temporanei, impianti di pompaggio supplementari anche per interconnettere le reti, la risagomatura degli alvei per convogliare meglio l’acqua verso le prese, gli impianti per il trattamento e il recupero dell’acqua.


Roma ha chiesto una documentazione integrativa rispetto al dossier inviato dal Governo Schifani con il quale si chiede lo stato di emergenza e l’erogazione di 720 milioni di euro, di cui 130 milioni per interventi da realizzare subito, 590 per opere a medio termine, con 21 milioni dedicati ai silos per la distribuzione dell’acqua. Per i dissalatori, impianti di cui si è tornati a parlare, ci vogliono 20 milioni di euro, mentre per l’ammodernamento degli invasi ce ne vogliono 50 milioni.


Per Schifani i 10 esperti che fanno parte della cabina di regia, tra dirigenti regionali e professori universitari, rappresentano “una struttura operativa snella e dovrà individuare e coordinare interventi rapidi e concreti".

Della cabina di regia fanno parte anche il dirigente generale del dipartimento regionale Tecnico Duilio Alongi; l’avvocato generale della Regione Giovanni Bologna; Mario Cassarà del dipartimento regionale Acqua e rifiuti; Antonino Granata dell’Autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia; Giorgio Domenico Micale, professore ordinario di Teorie dello sviluppo dei processi chimici del dipartimento di Ingegneria dell’università di Palermo; Mario Rosario Mazzola, già professore ordinario di Costruzioni idrauliche presso l’università di Palermo, attualmente presidente della fondazione Utilitatis e componente del Consiglio superiore dei lavori pubblici; Enrico Foti, ordinario di Idraulica dell’università di Catania; Salvatore Barbagallo, professore ordinario di Idraulica agraria dell’università di Catania; Salvatore Sammartano, capo di gabinetto del presidente della Regione.

 

 

ACQUA RAZIONATA A PALERMO, MA NON TROPPO
Al momento non sono necessari ulteriori piani di razionamento dell’acqua a Palermo e nel suo comprensorio. È quanto emerso nell’ultima seduta dell’Osservatorio per gli usi idrici dell’Autorità di bacino. Nel corso dell’incontro, infatti, l’Amap, che gestisce il servizio idrico nel capoluogo, ha comunicato che le risorse idriche avranno una durata fino a gennaio 2025 grazie agli interventi che ha messo in campo con le indicazioni dell’Osservatorio, altrimenti si sarebbero esaurite già a ottobre di quest’anno.

«Il mio governo sta lavorando in maniera continua per mitigare gli effetti della crisi idrica – dice il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani – Siamo già intervenuti con azioni concrete che ci permetteranno di affrontare i prossimi mesi in maniera più serena e altri provvedimenti verranno presi a breve. Su questo tema l’interlocuzione con il governo nazionale è costante e anche oggi c’è stato un ulteriore passaggio con il capo della Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio. Bisogna fare scelte che abbiano un effetto immediato e che ci consentano di preservare le risorse idriche più a lungo possibile».

Nell'ambito dei lavori, presieduti dal segretario generale dell’Autorità di bacino, Leonardo Santoro, gli Ati idrici coinvolti hanno richiesto interventi straordinari per derogare alle norme nazionali e per l'utilizzo di autobotti. Istanze che saranno presentate al dipartimento regionale della Protezione civile per essere inserite tra le attività di competenza della cabina di regia. Mentre per quel che riguarda l’invaso Fanaco, che approvvigiona una vasta area dell’Agrigentino e del Nisseno, considerata l’esiguità dei volumi presenti, ormai prossimi all’esaurimento, è stata ribadita la necessità dell’utilizzo di zattere galleggianti per un totale sfruttamento delle risorse.

Il segretario generale Santoro nella qualità di commissario delegato per l’emergenza idrica, settore potabile, disporrà con proprie ordinanze le necessarie deroghe alla normativa regionale finalizzate ad accelerare l'utilizzo delle acque provenienti dai nuovi pozzi la cui trivellazione è stata autorizzata dall'Osservatorio dell'autorità di bacino da gennaio.

 

ABBATTIMENTO DEL BESTIAME
L’assenza di acqua è particolarmente critica per agricoltori e allevatori. Tant’è che i vertici di Confagricoltura chiedono di dare il via all’abbattimento selezionato degli animali, stressati dalla carenza di acqua e di “ridurre” il numero delle vacche in base alla “capacità di foraggiamento” delle aziende, quasi azzerata dalle colture cerealicole. “L’intervento immediato della Protezione Civile per portare foraggio e acqua alle aziende zootecniche” e la “riduzione straordinaria del numero di vacche, allineandosi alla capacità di foraggiamento disponibile e preservando la salute e il benessere degli animali, abbattendo quei capi che, a causa dello stress idrico, sono affetti da malattie e problemi di produzione”.


ACQUA VIETATA A PACECO
Intanto sempre più sindaci stanno applicando delle ordinanze per ridurre lo spreco di acqua. Come tra l’altro indicato dalla Giunta Regionale che, con deliberazione dello scorso 11 marzo, ha dichiarato lo stato di crisi idrica nelle province di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Messina, Palermo e Trapani fino al 31 dicembre 2024.
Nei giorni scorsi anche a Paceco il sindaco ha dovuto “tagliare” l’acqua, in base a quanto stabilito dalla Regione nel territorio comunale sulla riduzione a monte della fornitura d’acqua del 15%. “Pertanto, si impone una disciplina finalizzata al contenimento del consumo e alla limitazione degli sprechi di acqua, al fine di garantire la fornitura di acqua potabile necessaria per l’uso domestico e civile, in conformità con il vademecum adottato con ordinanza del 4 aprile scorso dal commissario regionale incaricato di individuare e attuare tutte le misure necessarie per superare la fase più critica” ha dichiarato il sindaco Aldo Grammatico, che ha emesso una “ordinanza contingibile e urgente di individuazione delle azioni e delle buone pratiche finalizzate ad evitare l’utilizzo improprio dell’acqua potabile, al risparmio idrico potabile ed alla riduzione dei consumi”.
Nel dettaglio, in tutto il territorio comunale, con effetto immediato e fino al 31 dicembre 2024 (o fino a nuova comunicazione di cessata emergenza), il Sindaco ordina alla popolazione residente o avente attività sul territorio:
1) di utilizzare l’acqua potabile erogata dall'acquedotto cittadino seguendo il vademecum di azioni e buone pratiche finalizzate al risparmio idrico potabile e alla riduzione dei consumi;
2) di evitare l’utilizzo improprio dell’acqua potabile per:
* innaffiare le piante del balcone e del giardino, (o farlo eventualmente durante la notte 23-5),
* il lavaggio dei veicoli privati (e in ogni caso utilizzando il secchio anziché il getto continuo),
* il lavaggio di aree cortilizie e piazzali;
* alimentare fontane ornamentali, vasche e piscine.
Nei casi di violazione dell’ordinanza, è prevista l’applicazione di sanzioni amministrative, da un minimo di 25 euro a un massimo di 500 euro.