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05/10/2024 06:00:00

Come prendere, davvero, la patente di guida in provincia di Trapani

 La sensazione è che ci sia molta confusione attorno all’iter da seguire per ottenere la patente di tipo B. Nonostante lo stesso iter sia ben chiaro, riportato in maniera dettagliata su una circolare del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 2019 e poi applicata alla Regione Sicilia, nonché – com’è ovvio – sul Codice della Strada. Ma la Sicilia occidentale è quel posto dove le disposizioni normative si mescolano alle procedure caserecce, fino a sfumare, sparire persino, dalla memoria di chi le dovrebbe applicare.

Partiamo da qui. I percorsi possibili per prendere la patente in Italia sono due. Il primo è l’autoscuola che in genere offre un pacchetto completo (corso, esame teorico, guide e esame di pratica) a un prezzo che si aggira intorno ai 1000 euro. E poi c’è il percorso da privatista, che non prevede alcun corso teorico ma permette un risparmio importante (perché si rimane sotto ai 400 euro tutto incluso).

Per accedere agli esami da privatista esiste un iter che è valido in qualsiasi parte di Italia, persino da noi. Peccato però che informarsi sui passaggi da compiere sia di fatto impossibile, a meno di non conoscere già la circolare del Ministero. Perché i due enti pubblici responsabili, cioè ACI e Motorizzazione, di fronte a una richiesta esplicita di informazioni sull’argomento tendenzialmente boccheggiano.

La frase di rito, nonché la più pronunciata nel corso di telefonate, appuntamenti in presenza, messaggini su WhatsApp, è «Non lo sappiamo». Ci sono dei moduli da consegnare in Motorizzazione per prenotare l’esame? «Non lo sappiamo». I moduli ci sono, dove posso trovarli? «Non lo sappiamo». Quali sono i bollettini da pagare per accedere all’esame? «Non lo sappiamo».

Eppure, che non sappiano, è strano. I moduli da consegnare in Motorizzazione, per dirne una, sono scaricabili online da Il Portale dell’Automobilista (Modello TT 2112). Senza contare che la Carta dei Servizi di ACI Trapani dice chiaramente che l’Autocertificazione Modello TT 2112 deve essere «fornita allo sportello dall’Automobile Club Trapani».

Non solo. Il Modello TT 2112 contiene un riferimento ad alcuni versamenti PagoPA da effettuare, ma senza indicarne gli importi. Non si tratta certo di un mistero: i versamenti da fare sono tre in totale, due da 16 euro e uno da 26,40 euro. Lo dice chiaramente la Circolare del Ministero. Ma l’URP della Motorizzazione, cioè l’Ufficio Relazioni con il Pubblico, contattato al telefono dirà non soltanto di non conoscere gli importi («Non lo sappiamo») ma che è anche necessario essere fisicamente presenti in Motorizzazione per completare il versamento. Pur trattandosi di versamenti PagoPA.

Sulla questione PagoPA è bene scrivere qualche riga in più. I versamenti PagoPa permettono di effettuare pagamenti verso la Pubblica Amministrazione (PA, appunto) direttamente online. Talvolta anche senza costi di commissione, a seconda delle condizioni contrattuali previste dalla banca. L’implementazione del sistema PagoPA rientra negli obiettivi del Piano PA Digitale 2026, a cui sono stati destinati fondi del PNRR. La Regione Sicilia nel settembre 2022 ha avuto accesso a una parte di questi fondi, proprio allo scopo di attivare i pagamenti PagoPA in tutti gli enti che gestisce. La Motorizzazione Civile, e tutte le sue sezioni provinciali, hanno aderito a gennaio 2023. Esiste per altro una circolare, emanata dalla Regione, in cui si dice che: «I dirigenti dei Servizi della M.C. in indirizzo avranno cura di assicurare adeguata informazione all’utenza privata anche mediante impiego degli sportelli URP già dedicati al vecchio sistema di pagamenti».

Forse agli sportelli URP di Trapani (che per altro non amano parlare al telefono, a giudicare dalle recensioni lasciate su Google) non è ancora arrivata la comunicazione. È curioso però notare che, una volta in presenza agli sportelli URP, i bollettini che gli addetti consegnano sono in effetti dei PagoPA. «Da pagare al Tabacchi, perché online non si può fare». Modalità alternative di digitalizzazione.

Ma perché è così difficile accedere all’esame da privatista, tramite Motorizzazione? Trovare una risposta è complicato. Di sicuro, almeno sul piano delle nuove pratiche digitalizzate, molto fa la scarsa formazione dei dipendenti. Che comunque rientra nel Piano PA Digitale 2026, e che quindi va finanziata con gli stessi fondi PNRR.

Certo è che esiste uno strano legame tra enti pubblici (ACI e Motorizzazione) e imprese private (ovvero le autoscuole). Un legame che si fa più evidente dopo l’esame di teoria, cioè nella fase delle guide obbligatorie. Un Decreto Ministeriale del 20 Aprile 2012 impone l’obbligo di svolgere 6 ore di guida obbligatoria «presso un’autoscuola, con istruttore abilitato ed autorizzato». A quel punto iscriversi in un’autoscuola, cioè – lo ripetiamo – un’impresa privata che fattura e genera profitto, si trasforma in un passo obbligato.

Ma anche lì la faccenda si fa fumosa. Le autoscuole, infatti, alla fine delle 6 guide obbligatorie, sono tenute a rilasciare il Libretto delle Lezioni di Guida, così si legge nel decreto, tramite il quale accedere – da privatista – all’esame di guida in Motorizzazione. Questo perché anche l’esame di guida può essere svolto da privatista e per farlo, sempre secondo la circolare, basta prenotare dieci giorni prima della data d’esame. Peccato che le date, che dovrebbero essere pubbliche su Il Portale dell’Automobilista (come già accade nel resto di Italia), invece pubbliche non sono.

Questo significa che per l’esame di guida bisogna necessariamente passare da un’autoscuola che, in molti casi, non consegna il Libretto delle Lezioni di Guida e impone agli allievi decine di ore di guida in più, talvolta fino a 20 ore totali. Spesso senza nemmeno rilasciare fattura, nonostante l’obbligo di fatturazione riguardi sia le guide obbligatorie che quelle facoltative (si legge qui). Addirittura alcune autoscuole millantano una tassa di trasferta dell’esaminatore, richiesta dalla Motorizzazione per ogni singolo candidato in caso di esame in un altro comune. Ma anche in questo caso la legge parla chiaro: le spese di trasferta sono a carico dell’autoscuola. Che può farle pagare agli allievi, certo, purché le contabilizzi nella fattura e non le faccia passare come versamenti alla Pubblica Amministrazione.

Insomma, nonostante tutto anche in Sicilia, nella provincia di Trapani, esistono regole democratiche per prendere la patente di guida. Perché non si riesce a farle applicare?

Daria Costanzo