
La "lobby di potere" di Papania a Marsala. I posti di lavoro per Accardi, Titone, Ferrantelli, Fernandez e ...
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Tra i consiglieri comunali marsalesi in carica raggiunti da provvedimenti giudiziari ci sono Pino Ferrantelli, Massimo Fernandez, Vanessa Titone e Michele Accardi, tutti eletti nella maggioranza del Sindaco Massimo Grillo alle ultime elezioni amministrative.
L'inchiesta della Guardia di Finanza (della quale parliamo qui) ha svelato l'esistenza di una vera e propria “lobby di potere” che ruota attorno alla gestione di fondi pubblici destinati alla formazione professionale. Nell'ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari si descrive un sistema ben organizzato, composto da figure politiche e imprenditoriali della provincia di Trapani, con influenze che si estendono fino al livello regionale.
Secondo l'indagine, l'associazione criminale avrebbe consolidato il proprio potere attraverso il controllo di enti chiave come il Centro Siciliano per la Formazione Professionale (CE.SI.FO.P.) e l’Associazione TAI, che beneficiano di finanziamenti europei e regionali. I componenti principali di questo sodalizio sarebbero Antonino Papania, ex senatore della Repubblica e deputato regionale, Angelo Rocca e Ignazio Chianetta, tutti personaggi di rilievo nella politica locale.
Il modus operandi del gruppo prevedeva la gestione dei fondi pubblici non per le finalità ufficiali legate alla formazione professionale, ma per ottenere vantaggi elettorali e personali. Posti di lavoro presso il CE.SI.FO.P. e l'Associazione TAI sarebbero stati utilizzati come "merce di scambio" per garantire appoggi politici. Tra i beneficiari dei posti di lavoro distribuiti dal sodalizio criminale figurano Sara Accardi, figlia del consigliere comunale di Marsala Michele Maurizio Accardi, Antonio Peppino Licari, nipote del consigliere comunale Pellegrino Guglielmo Ferrantelli, e Antonio Parrinello, figlio di Vanessa Titone, altro consigliere comunale di Marsala. Il sistema avrebbe coinvolto anche Gianni Monteleone, figlio del presidente del consiglio comunale di Custonaci, e Antonio Giancana, consigliere comunale di Castelvetrano.
Le indagini hanno rivelato fattispecie di truffa aggravata, malversazione, riciclaggio e autoriciclaggio nella gestione dei fondi destinati alla formazione professionale. Le risorse provenienti dall'Unione Europea, destinate a progetti di coesione per il periodo 2014-2020, sarebbero state ottenute mediante false autocertificazioni e successivamente dirottate per scopi personali, inclusi pagamenti indebiti e favori elettorali.
L'ordinanza descrive il gruppo come una "lobby di potere" impegnata nel consolidamento del proprio controllo politico attraverso l'offerta di favori privati e la promessa di posti di lavoro in cambio di voti e sostegno politico. Le azioni criminali includono la corruzione elettorale, con esponenti politici locali cooptati nel Movimento V.I.A. (Valori Impegno Azione), il partito fondato da Antonino Papania, in cambio di incarichi promessi o mantenuti presso gli enti di formazione controllati dall'organizzazione.
Questo schema ha permesso agli indagati di rafforzare la loro influenza politica, specialmente in vista delle elezioni regionali, creando una rete di relazioni basata su favori e scambi di potere. Le prossime fasi dell'inchiesta potrebbero portare alla luce ulteriori dettagli sul funzionamento interno di questa “lobby” e sul ruolo di ciascun membro.

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