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29/11/2024 07:44:00

Medico mazarese condannato ad un anno e 4 mesi per omicidio colposo

 Omicidio colposo per “negligenza”. E in particolare per “non aver valutato, o sottovalutato” gli esiti di una visita cardiologica effettuata in precedenza su un marittimo tunisino che tre mesi dopo morì d’infarto mentre era imbarcato, in alto mare, sul peschereccio “Gladius”. Per questo, un medico mazarese, Salvatore Giacalone, di 68 anni, è stato condannato dal giudice monocratico del Tribunale di Marsala Matteo Giacalone ad un anno e 4 mesi di reclusione (pena sospesa). All’epoca dei fatti (2017), il medico lavorava, a Mazara, al Servizio di assistenza sanitaria ai naviganti. E secondo l’accusa, l’11 luglio 2017, nel corso di una visita pre-imbarco, non avrebbe
tenuto nel dovuto conto gli esiti di una visita cardiologica cui un marittimo si era sottoposto il 21 aprile dello stesso anno.

Il marittimo, Alin Ben Fradj, per altro anche diabetico, morì d’infarto il 23 luglio, mentre il motopesca su cui era imbarcato era a circa 366 miglia da Mazara. Eppure, nel capo d’imputazione, si afferma che durante la visita del 21 aprile 2017 sarebbe emerso “un probabile pregresso infarto settale accompagnato da ischemia subepicardica anteriore”. Il dottor Giacalone, però, non avrebbe sospeso il giudizio sull’idoneità del lavoratore (per altro, diabetico) all’imbarco, né prescritto esami di approfondimento. Il medico e il ministero della Salute sono stati condannati al risarcimento danni alle parti civili, da quantificare davanti al Tribunale civile. E’ stata, però, accordata una “provvisionale” di 3 mila euro per ciascuna parte civile: i tre familiari del nostromo deceduto. Ad assisterli è stato l’avvocato Ludovico Bisconti. Il giudice Matteo Giacalone ha, invece, assolto “per non aver commesso il fatto” un altro medico imputato con la stessa accusa, Maria De Gregorio, anche lei di 68 anni.

A difenderla è stato l’avvocato Salvatore Fratelli. “La dottoressa De Gregorio – ha commentato il legale - ha dimostrato la sua totale estraneità alla tragica vicenda. Infatti, nella qualità di dirigente medico responsabile del presidio di sanità marittima di Mazara del Vallo aveva visitato il marittimo soltanto in data 11.07.2017 per sottoporlo ad una visita preventiva all’imbarco, la cui validità è di solo tre giorni ed è finalizzata esclusivamente all’accertamento della sussistenza di eventuali malattie in stato acuto o contagiose, non riscontrate”. A sostenere l’accusa è stato il pm Stefania Tredici.