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02/12/2024 13:00:00

 Recupero reti fantasma: a Trapani l'impegno di Free Divers Diving Center, Fondazione Marevivo e Capitaneria di Porto

Un significativo passo avanti nella tutela dell’ambiente marino è stato compiuto grazie alla collaborazione tra l’Associazione Free Divers Diving Center, la Fondazione Marevivo e la Capitaneria di Porto di Trapani. Presso la sede della Capitaneria di Porto, si è tenuto un incontro per discutere i danni causati dalle reti fantasma, reti da pesca abbandonate sui fondali marini, e l’importanza delle operazioni di recupero per preservare l’ecosistema.

Un fenomeno pericoloso per l’ambiente e la navigazione
Le reti fantasma rappresentano una minaccia per la biodiversità marina, intrappolando organismi viventi, danneggiando la flora marina e contribuendo all’inquinamento dei fondali attraverso il rilascio di microplastiche. Il problema non si limita all’ambiente: queste reti possono compromettere la sicurezza della navigazione, intralciando le eliche delle imbarcazioni e mettendo a rischio equipaggi e passeggeri.

Durante l’incontro, cui hanno partecipato autorità come il Capo del Compartimento Marittimo di Trapani, Capitano di Vascello Guglielmo Cassone, e l’Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Trapani, Vincenzo Guaiana, sono stati presentati i risultati delle operazioni di recupero condotte lo scorso luglio. Le attività, realizzate in sinergia tra i militari della Capitaneria, la Fondazione Marevivo e l’Associazione Free Divers Diving Center, hanno portato alla rimozione di due chilometri di reti abbandonate nei pressi del relitto della nave petroliera Pavlos V, situato a tre miglia dal porto di Trapani.

Una sinergia vincente
Questa operazione ha evidenziato l’importanza della collaborazione tra istituzioni, associazioni ambientaliste, subacquei esperti e pescatori locali. Il contributo della Fondazione Marevivo, attiva da oltre quarant’anni nella salvaguardia degli ecosistemi marini, è stato fondamentale per sensibilizzare il pubblico e le categorie coinvolte sull’urgenza di intervenire contro i rifiuti marini.

Dati allarmanti e obiettivi futuri
Secondo recenti studi, gli attrezzi da pesca costituiscono fino all’89% dei rifiuti marini registrati in alcune aree. Questi numeri richiedono azioni concrete e una maggiore sensibilizzazione, non solo per recuperare i materiali già abbandonati, ma anche per promuovere comportamenti più responsabili tra pescatori e operatori marittimi.

Il recupero delle reti fantasma nel tratto di mare davanti a Trapani è un esempio virtuoso di come la collaborazione tra diverse realtà possa produrre risultati tangibili. Continuare su questa strada è essenziale per proteggere l’ecosistema marino e garantire la sicurezza della navigazione. 



EA2G | 2025-04-09 10:50:00
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