Match proibito ai deboli di cuore quello di Trapani contro Cremona. Viene risolto dagli Squali, dopo un supplementare, con il punteggio di 79 a 73. Essendo in clima prenatalizio, la Vanoli, anziché dispensare il classico torrone Fieschi, specialità della casa, ha regalato, con tanto di fiocco argentato, un incontro che lo aveva visto sempre in testa e che, se alla fine fosse stato risolto a suo favore, non avrebbe destato alcuno scandalo.
Per Julio Velasco chi vince festeggia e chi perde spiega ed anche coach Cavina ha dovuto ammettere che è stata buttata alle ortiche un’occasione irripetibile. Quando si finisce ai supplementari occorre sempre iniziare dalla fine, dagli ultimi istanti, da quei momenti topici che non sono riusciti a rompere gli equilibri. Detto fatto: Cremona, con palla in mano e 2 punti di vantaggio a soli 17 secondi dalla fine, sembrava aver risolto a suo favore il gap tecnico che la separava dai suoi più titolati avversari. Ma una folle rimessa di Willis, che regalava palla a Horton, chiusa con una schiacciata, portava il punteggio in assoluta parità. Nonostante ciò, la Vanoli aveva palla in mano, a 12 secondi dalla fine, per scagliare il dardo del KO definitivo, che però si infrangeva sul ferro.
Nell’over time non c’era più storia e gli sfiduciati lombardi si consegnavano definitivamente alle scorribande di Galloway & C. Fin qui la scarna cronaca, ma occorre sottolineare che i nazionali degli Shark si sono presentati in sede sdentati e senza fame agonistica. A Repesa non restava altro, costatate le precarie condizioni del roster, d’ assemblarne i cocci e renderli più ferrei possibili. Missione quasi impossibile anche per uno scafato come lui, considerato che al lungodegente Petrucelli, si aggiungeva anche Yeboah, vittima di un infortunio in allenamento proprio alla vigilia dell’incontro.
Volendo fare di necessità virtù, non rimaneva altro che attingere a quei giocatori scarsamente impegnati in campionato, cioè capitan Mollura, Gentile e Pullazi, atleti nobilissimi che hanno contribuito all’ascesa nella massima Serie.
È notorio che, chi passa dalle mani del guru bosniaco, sarebbe capace anche di recitare in teatro un dramma di Shakespeare. Conseguentemente, anche i 3 panchinari se la sono cavata egregiamente quando chiamati in causa. I cosiddetti titolati o titolari hanno invece sciorinato tutta una serie di corbellerie tecniche, evidenziate dalla percentuale al tiro, che si è fermato al 39%. Roba da minibasket e non tutta addebitabile alla strenua resilienza dei cremonesi che, in fin dei conti, hanno giocato sulla falsariga delle loro capacità tecniche, invero scarse. Comunque, è bene ciò che finisce bene e a dover spiegare la sconfitta, in sala stampa, è stato il solo Demis Cavina.
A Repesa, MVP dell’incontro per aver inserito, nell’ over time, in cabina di regia il più riflessivo Notae al posto dell’impetuoso Robinson, non rimane altro, prima del match con Pistoia, che restituire una dignità di gioco appena intravista domenica e cercare di recuperare i due giocatori in infermeria.
Poiché si tratta di un “unicum”, come è stato definito da un comunicato della Società, non possiamo non sottolineare l’espulsione del presidente Antonini, reo secondo gli arbitri, di stazionare in una zona proibita del campo a stretto contatto con la linea di demarcazione. Al di là degli aspetti regolamentari, che risultano poco chiari e che sicuramente saranno oggetto di discussione in Lega, ironicamente si potrebbe, in futuro, ovviare a successivi comportamenti. Come? Creando un’area tecnica per i presidenti particolarmente invadenti, limitandone così i movimenti. Non tutti, purtroppo, rientrano nello stile-Armani...
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