Porto di Marsala, Raffaele Gambina: "Con la posidonia e senza barriera frangionde chiuderà per inagibilità"
Di porto di Marsala e in particolare dei problemi dell’infrastruttura, abbiamo parlato con l’imprenditore marsalese Raffaele Gambina, titolare di Alta Marea Charter e gestore, dal 2009, di alcuni pontili dello stesso porticciolo. Ecco cosa ci ha detto e quali sono le difficoltà che ogni giorno affronta con il proprio lavoro e quali sono le sue preoccupazioni per la "salute" del porto che, ci ha detto, "rischia di chiudere per inagibilità". Qui potete leggere tutti gli articoli di tp24 e le ultime novità sul porto.
“La mia attività inizia negli anni 2000 con la locazione di barche a vela e successivamente anche con i gommoni, poi ho preso la gestione dei pontili e poi della pompa di benzina che, ormai è dal 2010 che gestisco io con le serie difficoltà dovute al fondale ridotto, perché il porto Marsala, come tutti ben sanno, è esposto allo scirocco e nel periodo invernale entra tanta di quella posidonia che si viene a depositare sotto la pompa di benzina. Questo è uno dei principali problemi, che ora è diventato il nostro primo nemico. A causa della posidonia siamo costretti a mandare via la gente che arriva con le barche a vela. La posidonia aumenta incessantemente e il fondale diminuisce. All'angolo con il cantiere Polaris, con il quale sono confinante, quando sono arrivato io al porticciolo c'erano ancora quasi quattro metri d'acqua, ora siamo arrivati che ci sono sì e no un metro e ottanta d'acqua, nelle giornate di alta marea, mentre sotto la pompa di benzina è veramente difficile e non ci consente di lavorare, abbiamo dai 50 agli 80 cm d'acqua, a seconda delle correnti. Fino ad oggi siamo stati “fortunati” che non hanno chiuso il porto, in queste condizioni è diventato impossibile poter lavorare. Le barche che prima si fermavano qui, ora tirano dritto e vanno a Trapani a fare carburante. Si è perso un indotto che funzionava a 360 gradi, perché lavoravano i supermercati, lavorano le lavanderie, lavoravano i ristoranti. Ormai sono anni che lottiamo, anni che ci disperiamo, anni che si fanno delle promesse che non vengono mantenute”. Qui la prima parte dell'intervista.
"Attualmente con il nuovo Piano regolatore del porto di Marsala, noi operatori siamo abusivi o comunque ubicati in una zona non conforme al piano regolatore - continua Gambina -. Noi di diporto siamo nella zona peschereccia; i pescherecci utilizzano una zona diportistica, l'aliscafo, il servizio di collegamento con le isole si ritrova in una banchina commerciale e la stazione marittima, che è stata realizzatada due anni, una cosa molto utile, ma chiusa perché risulta abusiva, da quello che sono le carte in nostro possesso, poi se hanno fatto dei "miracoli" non lo possiamo sapere. Oggi la prima necessità del porto di Marsala è quella di costruire una barriera frangionde a scirocco, altrimenti è inutile parlare di scavare al porto, perché nel giro di qualche mese si torna come prima. La cosa più grave è che negli ultimi dieci anni, nessuno ha fatto e non ci hanno fatto fare, noi eravamo ben propensi a poter investire nelle nostre attività e aumentare i posti di lavoro e siamo rimasti bloccati con le spalle al muro. Oggi siamo arrivati al punto che nel periodo invernale dobbiamo mandare la gente a casa, d'inverno non possiamo prendere più lavori, le barche non possono più venire, questo per quanto riguarda l'attività nautica condizionata dalle condizioni del porto". Questa la seconda parte dell'intervista.
"Al Porto di Marsala per quanto riguarda il turismo arrivano le briciole da Trapani. Io dopo 22 anni sono stato costretto a non lavorare più con le barche a vela e per me è stato veramente pesante - prosegue Gambina - . Ho compiuto 50 anni da poco, ma vivo il porto da quando ero ragazzo, perché ho avuto sempre la passione del mare. Sono passati già trent'anni e ancora il porto e per come l'ho conosciuto io. Se c'è la volontà, nel giro di tre, quattro anni, potrebbe diventare una gran bella realtà, sembra una cosa di nicchia, piccolina, senza andare a fare progetti stratosferici. Oggi questo non c’è e se continuiamo così a breve il porto di Marsala chiuderà per inagibilità. Un porto inagibile è una cosa veramente drammatica, ogni comandante che arriva questa patata bollente la passa al suo successore, ma il porto in questa maniera non potrà andare avanti e se non si fa qualcosa, purtroppo, nel giro di poco il porto morirà". Qui la terza ed ultima parte dell'intervista.
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