Navigare sulle stesse acque in cui, il 10 marzo del 241 a.C., si combatté la battaglia che concluse la Prima Guerra Punica. Non è solo una gara sportiva, ma un rito collettivo di memoria e identità mediterranea. Con questa consapevolezza prende il via la quinta edizione della regata velica d’altura Battaglia delle Egadi – Trofeo Sebastiano Tusa, organizzata dalla Lega Navale Italiana – Sezione di Trapani, in collaborazione con la Fondazione Sebastiano Tusa.
«Navigare nello stesso tratto di mare che fu teatro dello scontro tra romani e cartaginesi è un viaggio nella memoria condivisa del Mediterraneo», ha dichiarato il presidente della sezione trapanese, Piero Culcasi, durante la presentazione dell’evento. La regata è diventata un appuntamento fisso nel calendario velico siciliano e porta avanti, anno dopo anno, la duplice missione di celebrare una delle pagine più decisive della storia antica e onorare l'eredità dell’archeologo siciliano Sebastiano Tusa, a cui è intitolato il trofeo.
La partenza è fissata per le 10:30 del 17 maggio, con arrivo previsto il giorno successivo. Le barche solcheranno un percorso di 36 miglia nautiche che dalla rada di Trapani le condurrà lungo le coste delle isole di Levanzo e Favignana, in un tracciato che ricalca simbolicamente le rotte dell’epica battaglia navale.
Numeri da record per questa edizione, con 25 imbarcazioni iscritte – otto in più rispetto all’anno precedente – provenienti dai principali circoli velici della Sicilia. Ma non è solo la quantità a rendere speciale la regata: ogni barca in gara racconta una storia. Tra queste, spicca la presenza dell’equipaggio tunisino, prima partecipazione ufficiale della Tunisia alla manifestazione. «È un immenso piacere essere qui, come prima imbarcazione tunisina in gara», ha dichiarato con emozione Samir Chalfouh, skipper della barca nordafricana, sottolineando il valore simbolico della cooperazione internazionale che la regata intende promuovere.
Tra le protagoniste ci sarà anche la “Vega Ciaccio Montalto”, con a bordo un equipaggio della Soprintendenza del Mare – istituzione creata da Sebastiano Tusa per valorizzare il patrimonio subacqueo siciliano – e una barca affidata a un equipaggio tutto al femminile, composto da rappresentanti delle forze dell’ordine e da una giudice. Un segnale forte di inclusione, determinazione e parità di genere.
A difendere il titolo sarà New Kensington dell’armatore Massimo Licata, vincitore della passata edizione, in una sfida che promette spettacolo, tecnica e una profonda connessione con le radici culturali e storiche del nostro mare.
«Questa regata – conclude Culcasi – realizza il sogno di Tusa: unire sport, cultura e dialogo tra popoli. In un’epoca di conflitti, qui si issano le vele per la pace, la conoscenza e la memoria».