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23/09/2025 08:45:00

Mafia a Marsala e Mazara: nell'ultima udienza concluse le arringhe della difesa

Vanno avanti, davanti al Gup di Palermo Ivana Vassallo, i due procedimenti penali (abbreviato e richieste di rinvio a giudizio) che vedono imputati sedici presunti mafiosi e favoreggiatori coinvolti nell’operazione condotta, lo scorso 16 dicembre, da Guardia di finanza e Dda tra Marsala e Mazara del Vallo (18 misure cautelari). Sette di loro hanno chiesto di essere processati con rito abbreviato (in caso di condanna, avranno un terzo di sconto di pena). E il 30 settembre dovrebbero essere ascoltati due testimoni che nell’ultima udienza non si sono presentati. 

 

Dopo queste deposizioni, ci dovrebbe essere la requisitoria del pm della Dda Francesca Dessì, che avanzerà le sue richieste. E non è difficile prevedere che saranno di condanna. Poi, la parola passerà ai difensori. L’abbreviato è stato chiesto dai mazaresi Pietro Burzotta, genero del defunto boss mafioso Vito Gondola e figura centrale dell’inchiesta, Paolo Apollo, Antonino Giovanni Bilello e Ignazio Di Vita, nonché dai marsalesi Pietro Centonze, classe ’50, dal figlio Domenico, e da Pietro Centonze, classe ’69, cugino di Domenico. Cinque di loro sono difesi dall’avvocato Luigi Pipitone, uno (Pietro Centonze classe ’69) da Pasquale Massimiliano Tranchida e Raffaele Bonsignore, e un altro (Di Vita) da Tommaso Di Lisi. 

 

Gli altri nove imputati, invece, non hanno chiesto riti alternativi. E quindi il gup Vassallo dovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio. Nell’ultima udienza si sono concluse le arringhe difensive. In prima battuta, erano intervenuti gli avvocati Massimo Motisi e Antonella Bonafede, difensori del marsalese Giancarlo Nicolò Angileri, e Vito Daniele Cimiotta per Giovanni Piccione, anche lui marsalese. Poi, è stato il turno dei difensori di Lorenzo Buscaino, Vito Ferrantello, Michele Marino, Alessandro Messina, Giuseppe Prenci, Gaspare Tumbarello e Massimo Antonio Sfraga. Il 10 ottobre, dopo eventuali repliche, dovrebbe arrivare la decisione del gup sulle richieste di rinvio a giudizio, con eventuale processo davanti il Tribunale di Marsala. 

 

Per due dei 18 coinvolti nell’inchiesta, la Dda non ha (ancora) chiesto rinvio a giudizio: si tratta dei mazaresi Luigi Prenci e Aurelio Anzelmo. Secondo gli inquirenti, Burzotta avrebbe ereditato il ruolo di comando del suocero, assumendo un ruolo di primo piano nella gestione delle attività illecite legate al controllo delle aree di pascolo. Le indagini hanno riguardato soprattutto il controllo dei pascoli e fatto luce anche su un episodio di turbativa d'asta relativo alla vendita giudiziaria di un terreno tra Mazara e Petrosino, di proprietà della società "Orto Verde". 

 

Presunti mafiosi e fiancheggiatori avrebbero tentato di manipolare la procedura per favorire l'aggiudicazione a soggetti vicini all'organizzazione criminale. Nei due mesi successivi agli arresti, su richiesta degli avvocati difensori, il Tribunale del Riesame ha annullato dieci misure cautelari. Il Riesame, comunque, non entra nel merito delle accuse contestate, ma si limita a stabilire se sussistono le esigenze cautelari. E in particolare, in questi casi, se è necessaria la detenzione in carcere o ai domiciliari, ai fini di scongiurare un pericolo di fuga, l’inquinamento delle prove o la reiterazione del reato.