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10/10/2025 06:00:00

In Sicilia il cibo costa più di una casa

In Sicilia, per mangiare, si spende più che altrove. Secondo gli ultimi dati Istat, ogni famiglia siciliana spende in media quasi 600 euro al mese soltanto per comprare prodotti alimentari, contro una media nazionale di 530 euro al mese circa. Una cifra che – in Italia – viene superata soltanto dalla Campania, dove si spendono addirittura 625 euro per famiglia.


 

Un dato che sorprende, se consideriamo che l’isola resta una delle regioni con il reddito medio più basso del Paese. Ciò nonostante, il peso del cibo sul bilancio familiare è alto e – soprattutto – continua a crescere.


 

Ma non è solo la spesa alimentare a essere più alta della media. Nell’isola si spende di più anche per abbigliamento e calzature (128 euro al mese contro una media italiana di 102), per mobili e articoli per la casa (117 euro contro 115) e persino per spese sanitarie, con un dato che sfiora i 120 euro al mese, superiore ai 116 euro della media nazionale.


 

Eppure, se si guarda al dato complessivo, vivere in Sicilia può apparire ancora una volta come una scelta conveniente. La spesa complessiva mensile per famiglia, del resto, si ferma a 2.366 euro, cioè quasi 400 euro in meno rispetto alla media italiana (2.755 euro). Questo perché – a compensare – ci sono voci come abitazione, trasporti e istruzione, che comportano spese sensibilmente inferiori alla media.


 

È il rovescio della medaglia di una regione che resta indietro. Per abitare si spende di meno perché i paesi si svuotano, ma si risparmia pure sui trasporti (il trasporto pubblico è tra i peggiori di Italia) e sull’istruzione (il numero di scuole e di studenti, in Sicilia, si riduce di anno in anno).


 

In altre parole spendiamo di meno, sì. Ma abbiamo pure meno servizi su cui poter contare.

 

Un’altra lettura possibile

 

Intanto, secondo il comunicato stampa diffuso da Istat e poi ripreso da diverse testate, la notizia che emerge da questi dati è un’altra. E cioè che «nel Nord Est la spesa media è di 834 euro superiore a quella del Sud», e che «in Puglia la spesa è quasi la metà di quella del Trentino-Alto Adige».


 

Questi sono i titoli che Istat mette in evidenza. E che producono un racconto, anzi una narrazione, che si ripete da decenni e che – al solito – ritrae il Mezzogiorno come un paradiso che i suoi abitanti non sono capaci di sfruttare, e il Nord come la terra di chi conosce davvero il sacrificio.


 

Tuttavia i dati, se li si legge bene, parlano chiaro. Perché è vero: nel Nord Est italiano la spesa media mensile raggiunge i 3032 euro, circa 270 euro in più della media nazionale. Ma questi numeri vanno visti anche attraverso l’analisi di altri indicatori, come gli indicatori BES (Benessere Equo e Sostenibile). Che in effetti collocano il Nord Est nelle fasce medio-alte del Paese, mentre tutto il Mezzogiorno resta fermo nella fascia medio-bassa.


 

Pare, dunque, che il benessere abbia un costo.
La vera domanda è: chi può permetterselo?


 

Daria Costanzo



Native | 14/11/2025
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