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09/02/2017 06:10:00

Partanna e Castelvetrano, Cinque Stelle dal convegno sulla legalità al processo per truffa

 "Non importa dove nasci, ma importa come vivi”. Era questo il titolo della conferenza sulla legalità svoltasi a Castelvetrano il 21 gennaio scorso, organizzata dal Movimento 5 Stelle.

I meetup di Castelvetrano e Partanna, rappresentati rispettivamente da Paolo Scaglione e Gaspare Secchia, avevano ospitato deputati e senatori del Movimento, oltre che le associazioni Libera e Libero Futuro, per parlare di mafia e di legalità, alla presenza anche di Salvatore Borsellino.

Breve ma appassionato l’intervento di Secchia, "coorganizer" (per i comuni mortali, una specie di coordinatore) di Partanna, in quel contesto:
Abbiamo organizzato questa manifestazione. Il titolo non è rinnegare sé stessi, ma rinnegare la famiglia! La famiglia di mafiosi! E tutto ad un tratto ti rendi conto che vuoi vivere libero! E allora nasce quel titolo. Quando venivamo dall’asilo e portavamo a casa un morso o un pugno, non ci si diceva ‘non pensarci’, ci si diceva ‘dagli un pugno, dagli un morso’. La mafia, signori miei, è dentro tutti noi, piccolo o grande che sia! Dobbiamo combatterla! Solo così la potremo distruggere! Noi ci abbiamo tentato con le scuole oggi, ma aimè, non vedo nessun alunno, perché c’è il condizionamento. La vogliamo finire? Vogliamo alzare la testa?”

E giù urla e applausi.

Peccato però che Gaspare Secchia sia tra le nove persone a processo per truffa aggravata in concorso per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Una notizia che abbiamo dato qualche giorno fa. Quasi sette milioni di euro in danno dell’Unione Europea, della Regione Siciliana e del Patto territoriale “Valle del Belice”. Il coorganizer del Meetup di Partanna, sarebbe stato, secondo l'accusa (il processo è in fase avanzata) il professionista incaricato e firmatario della contabilità tecnica dei lavori di ampliamento nella realizzazione del grande complesso turistico-alberghiero a Marinella di Selinunte, frazione di Castelvetrano, oggetto dell’attenzione della magistratura. Chissà se si tratta di un albergo...a cinque stelle, verrebbe da dire.

In un certo senso quell'albergo a cinque stelle lo è. Perchè accomuna nella disavventura giudiziaria (non edificante per chi in pubblico va gridando "onestà!")  Secchia con la famiglia Scaglione. Le frequentazioni, a quanto pare, non sono solo politiche. E viene da chiedersi chi controlla cosa nel Movimento Cinque Stelle. Paolo Scaglione, infatti, è il figlio di un'altra persona tra quelle rinviate a giudizio per la stessa truffa: Antonino Scaglione, componente del consiglio di amministrazione della Cooperativa “Oasi”. Certo, in questo caso si potrebbe anche dire che le colpe dei padri non dovrebbero ricadere sui figli e, da un punto di vista strettamente penale, per parlare di colpe bisogna aspettare comunque la sentenza.

 
Sulla valutazione dell’opportunità dei comportamenti invece, delle riflessioni non possono che sorgere spontanee: in questo caso non si tratta di una “semplice” indagine per una polizza da trentamila euro, come nel caso di Raggi.  Qui siamo di fronte ad un rinvio a giudizio per una truffa da 7 milioni di euro, che coinvolge due meet up, con Paolo Scaglione che è in predicato di essere il candidato Sindaco dei Cinque Stelle a Castelvetrano. 

E colpiscono le prime parole della descrizione della conferenza sulla legalità, che era stata diffusa su facebook: “Come la mafia ha controllato per anni le risorse e le persone, in particolare a Castelvetrano, come le persone oneste desiderano sbarazzarsene per sempre, come combatterla efficacemente e come non dimenticare mai”.
Così come non si può fare a meno di richiamare alla memoria le parole dello stesso Beppe Grillo, quando incontrò nel 2014 i parlamentari M5S, in occasione dell’insediamento del gruppo dei 17 portavoce del Movimento: “Io sono venuto qui a guardare i conti e a dire di non dare più i soldi all’Italia perché scompaiono in tre regioni: Sicilia, Calabria e Campania. Dove ci sono la mafia, la ‘ndrangheta e la camorra”.  Si può dire che dalle parti di Castelvetrano ci sono i Cinque Stelle che qualche milione di euro lo hanno trovato...

Ovviamente per Gaspare Secchia (che tra l'altro è anche insegnante) è tutto un complotto: "Raccontate balle - ci dice - e non ascoltate gli interessati ma solo cosa dice la Procura. E poi vorrei capire come mai vi occupate ora di questo processo che è in corso da anni". Per Secchia anzi c'è di più: "Voi giornalisti siete stati telecomandati dopo il successo della nostra iniziativa contro la mafia". E ancora: "Andate a controllare se i lavori sono stati eseguiti...". Secchia tra l'altro per il Movimento Cinque Stelle è candidabile: "Dieci minuti dopo aver letto l'articolo mi sono dimesso dal meet up, e comunque sono candidabile perché non c'è nessuna condanna e il nuovo regolamento prevede che io possa candidarmi". Interessante, comunque, che Secchia abbia tenuto nascosto il fatto fino a quando non l'ha riportato Tp24 e solo dopo il nostro articolo ha pensato bene di dimettersi. Però una cosa ce l'ha chiara: "Distruggete tutti gli appunti che avete preso, se no vi cito per danni morali". E questa sarebbe un'altra notizia...



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