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26/06/2019 06:00:00

Ci sarebbe il ‘pizzo degli ormeggi’, dietro il sequestro del porto di Porto Palo

 Ci sarebbero ‘informali’ richieste di pizzo, da parte di alcuni ormeggiatori abusivi, dietro il blitz portuale dei giorni scorsi. Un’operazione che ha portato al sequestro di un pezzo del porto di Porto Palo, di 101 piccole imbarcazioni da diporto ed anche dello stesso specchio acqueo antistante la banchina di ponente.

IL PIZZO DELL’ORMEGGIO – “Emergono elementi obiettivi – desunti da una nota di Polizia giudiziaria, stilata dall’ufficio Circondariale Marittimo di Sciacca il 22/5/2019 – in ordine alla gestione senza titolo dell’attività di ormeggio e di assistenza all’ormeggio presso il porto di Porto Palo di Menfi da parte di soggetti da identificare, per finalità di lucro”. Inoltre continua il verbale – notificato dall’ufficio del giudice per le indagini preliminari della Procura di Sciacca, Alberto D’Avico, ai proprietari dei natanti sequestrati – “quale necessaria conseguenza di tale attività emerge la oggettiva occupazione di spazi riconducibili al demanio marittimo” e, a seguire, “l’attività illecita interessava due banchine destinate ad uso pubblico, libero e gratuito” e che “l’occupazione constava anche dall’apposizione e dall’utilizzo di cosiddetti ‘corpi morti” (cioè quei manufatti in cemento e ferro, usati per attraccare i natanti n. d. a.) .

RICHIESTE DI DENARO ‘INFORMALI’ – C’è un secondo passaggio del verbale di denuncia, in cui si sottolinea la questione ‘pizzo degli ormeggi’. Ed è la parte in cui si afferma che, restano “ininfluenti eventuali fraintendimenti in ordine alla titolarità della gestione che avrebbe comunque dovuto essere oggetto di verifica, a fronte di richieste di denaro certamente connotate da modalità informali”. Modalità di richieste di danaro ‘informali’ rivolte ai proprietari delle imbarcazioni, di cui poco è dato sapere e per le quali, tutti o quasi, negano di aver pagato mai qualcosa o qualcuno, ma che agli organi inquirenti paiono sicure ed accertate.

I REATI CONTESTATI ‘A CARICO DI IGNOTI’– C’è un bel po’ di roba a livello di reati ipotizzati dalla magistratura, a carico dei proprietari dei natanti ancora in fase di identificazione: artt. 54 e 161 del Codice della Navigazione (occupazioni abusive di demanio marittimo: banchina e specchio acqueo antistante senza autorizzazione dell’assessorato regionale Territorio e Ambiente siciliano); artt. 633 e 639 bis del codice penale “invasione arbitraria ai fini dell’occupazione di demanio marittimo (parte della banchina e specchio acqueo) senza la prescritta autorizzazione sempre dell’Arta Sicilia.

LA LETTERA DEI ‘SEQUESTRATI’ – “Comprendiamo le ragioni della Capitaneria di Porto – scrivono una decina di soggetti, le cui imbarcazioni sono state sequestrate, in una nota affidata agli organi di stampa – ma possiamo dire che tutti noi abbiamo trovato al Porto una situazione consolidata da decenni e, NON essendo di certo ‘proprietari’ dei ‘corpi morti’, presenti da chissà quanto tempo, ci siamo limitati ad ormeggiare così come era la prassi, specie in assenza di espliciti divieti e avvisi che regolamentano i suddetti ormeggi”. Più che contro questa ultra decennale prassi o consuetudine, però, la Procura di Sciacca con il suo blitz punterebbe il dito altrove: eliminare le dazioni di danaro derivanti dall’attività illecita di ormeggiatori abusivi. “Prova ne è – continua la missiva pubblica – che quando è stato ordinato di sgombrare il molo di levante, le barche sono state spostate in quello di ponente e si sono ormeggiate dove hanno trovato la possibilità di farlo. Siamo quasi tutti proprietari di piccoli natanti e li utilizziamo, solamente nel periodo estivo, durante i giorni di ferie, per portare la famiglia e i bambini al mare”. C’è preoccupazione tra i sottoposti alla misura preventiva della Procura, ma anche una risoluta disponibilità a collaborare e a voltare pagina nel rispetto delle regole, come si evince chiaramente dal resto del documento: “Riteniamo che ci è stato cucito addosso un vestito che non è il nostro e manifestiamo l’intenzione di risolvere la questione senza conseguenze penali per nessuno. Proprio considerata la temporaneità limitata dell’ormeggio e, non essendo responsabili del posizionamento dei corpi morti, ci auspichiamo che l’Autorità Giudiziaria possa ottenere e prendere in esame ulteriori informazioni al fine di rivedere l’addebito, tenendo conto delle ragioni di noi tutti. Noi restiamo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, della CP e dei CC per trovare in maniera civile la migliore soluzione per tutti, così come, civilmente, ci siamo resi disponibili per tutte le operazioni di riconoscimento e affidamento del bene, senza remore, proprio perché convinti di essere in assoluta buona fede. Siamo disponibili – conclude la lettera – a seguire le indicazioni necessarie per risolvere il problema nel rispetto delle regole”.

Seguiranno, a breve, ulteriori sviluppi su questa vicenda della quale daremo, come sempre, immediata notizia nei prossimi giorni.

Alessandro Accardo Palumbo
www.facebook.com/AlessandroAccardoPalumbo
Twitter: @AleAccardoP

 



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