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19/01/2021 06:00:00

Crisi di Governo. Conte incassa la fiducia alla Camera. Oggi l'esame al Senato

11,20 - Finisce il suo discorso al Senato il premier Giuseppe Conte con “Viva l'Italia”, c'è una volontà determinata dalla prospettiva futura del Paese di andare avanti con il governo, un discorso che è stato lievemente modificato rispetto a quello di ieri pronunciato alla Camera dei Deputati.

Si aspettano i discorsi di Matteo Salvini per la Lega e di Matteo Renzi per Italia Viva, intervento previsto per le 17.30, quello dell'ex Ministra Teresa Bellanova, invece, sarà intorno alle 15.

 

Le parole d'ordine sono state di nuovo le stesse: welfare, digitilazzione, pari opportunità, sanità, aiuti alle imprese. Un libro dei sogni che si scontra con il bollettino di guerra che giunge da una situazione emergenziale, verbi ancora una volta declinati al futuro senza sapere, invece, cosa effettivamente verrà fatto nell'ambito della Sanità.

 

Nel suo discorso Conte ha chiuso a Renzi ma apre ai “volenterosi”, non ha citato in alcun passaggio il nome del leader di IV ma ha sottolineato che non si può governare con chi semina mine, mentre all'interno del Pd molti vorrebbero che si trattasse con i renziani.

La chiama dei senatori per la fiducia dovrebbe iniziare a fine pomeriggio, in Aula c'è la senatrice Liliana Segre che ha già indicato la sua fiducia a questo esecutivo, assenti invece Renzo Piano e Carlo Rubbio. All'ingresso della Segre, novanta anni, c'è stato un lungo applauso. La strategia di Conte non è solo indicata nella maggioranza relativa ma nel dopo, cioè su come si potrà governare, c'è un progetto molto chiaro che è quello di costruire un nuovo asse politico aprendo a personalità di spicco come Renata Polverini, buttata fuori da Forza Italia dopo il voto di fiducia al governo senza avere prima lasciato gli azzurri.

Si lavora su una base di 300 senatori, in totale sono 321 qualcuno non sarà presente, da questo numero poi bisogna togliere i 18 di IV e quindi il numero su cui si lavora è proprio trecento.

Supererà i 161 voti sulla fiducia? È questo il dato fondamentale su cui lavorare, allo stesso modo c'è una apertura non indifferente del premier Conte al centro parlando di sistema elettorale proporzionale.

Critico Riccardo Nencini nel suo intervento, nonostante ha già dichiarato il suo voto favorevole al proseguo del governo, ma si chiede in che modo si potrà andare avanti e come potrà attuare tutti i programmi che ha elencato. Molti i dubbi dei senatori ma allo stesso tempo non se la sentono di rischiare le sorti del Paese, in molti sono pronti a votare la fiducia.

 

6,00 - Giuseppe Conte supera il primo esame, quello della Camera dei Deputati, nella crisi di Governo scatenata in piena pandemia. 321 voti a favore, 259 contrari e 27 astenuti. Il presidente del Consiglio ha ottenuto 6 voti in più della maggioranza assoluta, fissata a 315.


Ma non è stata una giornata semplice, e ancora più complicata sarà quella di oggi, con la fiducia da conquistare, e appesa ad un filo, al Senato.
A mezzogiorno il Presidente del Consiglio dei Ministri arriva alla Camera dei Deputati, il suo discorso è un elenco di cose che l’attuale esecutivo ha fatto, ringraziando anche la presenza delle ex Ministre di Italia Viva, Teresa Bellanova e Elena Bonetti. Conte non cita mai, in nessun passaggio il leader del partito che ha innescato la crisi, Matteo Renzi, sostenendo però che quello che è accaduto non potrà passare inosservato, la guida del Paese ci sarà, non si andrà ad elezioni e le riforme saranno messe in campo per assicurare dignità ai cittadini.


Si tratta, in verità, di misure che avrebbero già dovuto essere in atto e che avrebbero dovuto ristorare i cittadini, il suo intervento sembra di insediamento con i verbi declinati al futuro, un nuovo programma di governo che non include i renziani. Il suo appello è ai parlamentari tutti, che non chiama più costruttori o responsabili ma volenterosi.

 

 


Non una sola parola per il Sud,
un impoverimento che sta vedendo il meridione d’Italia essere sempre più indietro con numerose attività chiuse e altre sull’orlo della crisi.
L’ex sottosegretario agli esteri, Ivan Scalfarotto, ha spiegato perché il governo deve cambiare passo assumendosi la responsabilità delle scelte che riguardano il futuro del Paese. Niente più rinvii e promesse, non è il tempo del cabotaggio-dice- ma dell’azione immediata. Scalfarotto, tuttavia, non chiude la porta come invece ha fatto Conte: con un esecutivo migliore i renziani possono fare parte della partita.

 



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