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07/07/2009 06:00:24

Agricoltori senza acqua e senza soldi

proporzionale. Non bastava tutto questo per fargli rimpiangere di passare le giornate a lavorare sotto il sole, d’estate, e con il freddo pungente, d’inverno. Adesso ci si mettono anche i consorzi per l’irrigazione che, ogni anno, pretendono il pagamento del canone fisso ma che, in cambio, non riescono più a fornire un servizio adeguato. Sui terreni irrigui, la vite ha bisogno dell’acqua, soprattutto ora che comincia a fare molto caldo. Ma l’impianto idrico è come un colabrodo ed impedisce l’irrigazione dei vigneti. Dal Consorzio Delia Nivolelli a quello di Birgi, il problema è sempre lo stesso: un sistema che, tanto per rimanere in argomento, “fa acqua da tutte le parti”. Problema non nuovo, in verità, ma ogni anno sempre più grave.
Sono davvero arrabbiati gli agricoltori. Perché la loro unica speranza sono quei grappoli che crescono lentamente, per i quali bisogna attendere un intero anno. Ancora una volta, l’indignazione degli agricoltori si è sentita forte, lo scorso 3 luglio, quando, presso i locali della Cia di Petrosino si e’ tenuta un’affollata assemblea di agricoltori, a cui hanno partecipato anche numerosi presidenti e amministratori di cantine.
Tutti i problemi dell’agricoltura trapanese, o almeno i più gravi, sono stati oggetto di discussione dell’assemblea, presieduta dal responsabile della Cia, Enzo Maggio. “Occorrono rimedi urgenti – dice Maggio - prima che ci sia l’abbandono totale delle terre, con tutte le conseguenze che possono derivare sotto l’aspetto ambientale e soprattutto economico”. Quello che troppo spesso la nostra città dimentica è che dei problemi degli agricoltori non ne soffrono solo gli agricoltori, che pure sono tanti. L’indotto creato dall’agricoltura, in provincia di Trapani, è la base su cui fondano gran parte di tutte le altre attività economiche del territorio. Ci sarebbe da capire se, da noi, ha fatto più danni la crisi economica mondiale o la peronospora. Da anni, gli agricoltori trapanesi, ridotti ormai in fin di vita, aspettano aiuti che sono stati loro promessi, come quelli per la siccità del 2002, per non parlare poi dei paventati 50 milioni di euro per i danni della peronospora, portati via agli agricoltori siciliani, quando ormai ce li avevano quasi in tasca, strumento di campagne elettorali anche quando ormai erano già lontani, in ben altre tasche.
Per tutti questi problemi, con l’obiettivo di trovare soluzione adeguate, la Cia di Petrosino costituirà dei comitati permanenti di agricoltori che possano sensibilizzare le classi politiche regionali e nazionali, per dare sostegno concreto a questa nostra economia al collasso.
Ben venga. Con la speranza che nascano comitati ricchi di partecipanti e di idee, fortemente sentiti e capaci di farsi sentire. Perché a proteggere i propri interessi devono essere prima di tutto gli stessi agricoltori.
 



Native | 2024-04-25 09:00:00
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