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17/04/2024 20:30:00

Il ministro Sangiuliano, i colleghi e l'egemonia culturale...

 Egemonia culturale. Fin dal suo insediamento al dicastero della Cultura, Gennaro Sangiuliano sostenne che il dominio del sapere non fosse ad appannaggio della sinistra, probabilmente quella ritenuta radical chic, ma che esista quella di destra e necessitasse affermarla. Spesso, a conferma della supremazia intellettuale della left nostrana, si cita Antonio Gramsci e il suo pensiero sull'argomento.

Il ministero lo ha fatto recentemente in una lettera aperta al direttore de Il Foglio:"Più volte ho evidenziato che non ha senso pensare a un’egemonia culturale della destra da sostituire a quella di sinistra. Stiamo dimostrando con i fatti - senza tirare in ballo questa volta la targa a Gramsci - che non ci sono casematte da assaltare. Ma c’è necessità, in ogni contesto, di garantire una cultura aperta e plurale senza censure e pregiudizi. Per evitare di cadere nella “grande truffa”, questa sì, del pensiero unico globale, l’unica egemonia che vogliamo creare è quella italiana".

Ma l'egemonia culturale agognata dal filosofo, tra i fondatori del Partito Comunista Italiano, aveva il fine di creare una "coscienza di classe" del proletariato, dopo il fallimento della rivoluzione marxista, che si affrancasse da quella "borghese", perché nelle comunità produttive gli strumenti culturali dominanti come la scuola obbligatoria, i mezzi di comunicazione di massa, avevano instillato una "falsa coscienza" ai lavoratori, funzionale al nazionalismo, al consumismo e alla competizione sociale che generò un'etica individualista egoistica. Il compito degli intellettuali secondo Gramsci è la creazione dell'assenso, della persuasione del popolo-nazione, che condividesse dei valori che fossero esercitati nella realtà, per il soddisfacimento dei bisogni collettivi. Quindi nessuna idea d'affermazione dell'opera di Naz?m Hikmet o d'Ignazio Silone, solo la volontà, come già detto, della nascita di una nuova "coscienza di classe". Poi se il ministro della Cultura sostiene che Dante sia il padre politico della destra, ricordiamoci che da giurato del premio Strega ammise di non aver letto le opere ed infine che per lui Times Square si trova a Londra.

Il ministro dell'Università afferma "evviva l'umiliazione come metodo pedagogico" e sbaglia il congiuntivo, quello dell'agricoltura, invece, sostiene che il vino non sia alcol e infine la ministra del Turismo che ha citato il Gattopardo di Lucchini, rammentando solo i titolari di un dicastero. Altro che affermazione dell'egemonia culturale, in molti dovrebbero partire dalle nozioni, anche perché un presidente di Regione, riferendosi alla propria, non può affermare che: "L' Abruzzo è l'unica regione che si affaccia su due mari, anzi tre: l'Adriatico, il Tirreno e lo Ionio".

Vittorio Alfieri



L'Alfiere | 2024-05-17 08:15:00
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