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25/07/2016 16:23:00

Il Sindaco di Castelvetrano, Felice Errante, è stato ascoltato dalla Commissione Antimafia

 Il Sindaco  di Castelvetrano, Felice Errante, è stato ascoltato dai componenti della Commissione d'inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, presieduta dall’Onorevole Rosy Bindi che ha concluso la sua missione nelle province di Trapani e Palermo. Nel corso dell’audizione, nella quale sono state affrontate alcune tematiche il cui contenuto è sottoposto per legge a riservatezza, il primo cittadino oltre a rispondere a tutte le osservazioni, ha prodotto una circostanziata relazione sulle attività in favore della legalità e di contrasto alla mafia, condotte senza soluzione di continuità in questi 4 anni di attività amministrativa.
"Con il doveroso rispetto che nutro per le istituzioni democratiche di questo paese, e rispettoso delle diverse sensibilità politiche che animano la democrazia in Italia, mi sia consentito poter esprimere in libertà anche le mie di valutazioni. Nel corso dell’audizione, prima, e nella successiva conferenza stampa, sono emerse alcune osservazioni ed un atteggiamento da parte di alcuni componenti della predetta commissione che a mio modesto avviso hanno palesato un atteggiamento di mancanza di terzietà ed imparzialità. Infatti, pur non muovendo alcuna contestazione sulla integrità morale del Sindaco, sono state oggetto di valutazione alcune scelte politiche, volpinamente suggerite ad arte, operate dallo stesso durante il mandato amministrativo ha affermato Errante- più che ascoltare i fatti e le argomentazioni che erano portate avanti dallo scrivente, alcuni membri della commissione sembravano più impegnati nella costruzione di un teorema in parte nuovo e cioè che la città di Castelvetrano sia la patria, non già e soltanto della mafia e del latitante Messina Denaro, ma anche fortemente condizionata nelle scelte amministrative da presenze massoniche. Invero, posizioni diverse hanno assunto altri componenti della commissione più interessati alla lettura dei fatti. Superata quindi, forse perché non più d'attualità, l'idea di infiltrazione mafiosa delle istituzioni locali, l'attenzione della commissione si è spostata sulla presenza in Giunta di assessori iscritti alla massoneria. Non sono iscritto a nessuna loggia massonica, pur non essendo infallibile non ho nulla da nascondere e non ho mai perseguito interessi personali in politica, ma questo evidentemente non basta a Castelvetrano-forse in Baviera si, e la  scelta degli assessori che ho nominato durante l'intero mio mandato non mi è mai stata suggerita da alcuna lobby, bensì da dinamiche politiche chiare, trasparenti ed alla luce del sole. Non ho mai dubitato della integrità morale degli assessori che hanno accompagnato l'intero e difficile mio mandato amministrativo e non ho mai subito da alcuno di loro condizionamenti nelle scelte amministrative. Invero, nemmeno la Commissione ha mosso contestazioni specifiche sul punto. Invito chiunque desidera farlo a smentirmi. Siamo giunti però ad un punto di non ritorno- dichiara il primo cittadino- ho difeso a lungo la mia città e continuerò a farlo, anche da solo, fino a quando riuscirò, anche dopo avere smesso di fare il Sindaco, perché pur nella consapevolezza che nella mia comunità, come in tantissime altre della nostra penisola, siano presenti delle sacche di criminalità mafiosa, sono fermamente convinto che la mia città sia composta per la stragrande maggioranza da persone per bene, e sono altrettanto certo di poter sostenere che la politica degli ultimi 20 anni ha tentato con ogni sforzo di tenere lontano il malaffare dalla istituzione locale. Eppure ancora una volta dobbiamo registrare la continua non oggettività nella valutazione della nostra terra e del nostro operato - continua Errante- cui prodest dicevano i latini. Non conosco le risposte e mi piacerebbe essere smentito, ma so per certo che non giovano a questa città, ed ai suoi cittadini che stiamo cercando di tutelare, mettendoci la faccia ogni giorno, cercando di risolvere quante più emergenze possibili. Mi sarebbe piaciuto parlare con la Commissione Antimafia del sistema dei rifiuti, della gestione delle discariche, del grandissimo disagio sociale dove la criminalità trova terreno fertile, della gestione dei beni e dei complessi aziendali sequestrati e confiscati alla mafia, del silenzio assordante dello Stato su alcune vicende spinose. Avrei potuto contribuire nella descrizione dei problemi che è chiamato ad affrontare un amministratore in terra di Sicilia. Così non è stato. Nonostante la quantità industriale di melma che mi è stata buttata addosso in questi giorni, continuerò a difendere la mia città, ma sono pronto anche a fermarmi se questa area, che sembra ogni giorno sempre più irrespirabile, e non mi riferisco soltanto all’olezzo dei rifiuti che invadono le strade, sara definitivamente avvelenata dal clima di scorrettezze e di sotterfugi che qualcuno sta artatamente portando avanti. Nel rispetto della istituzione parlamentare sono pronto a prendere atto di quanto mi è stato o sarà contestato in futuro, purchè le accuse muovano da circostanze oggettive e non siano frutto di suggestioni, teoremi o posizionamenti politici prestabiliti. Alle forze politiche locali e di opposizione comunico l'assoluta inconferenza di ogni azione tendente ad ottenere le dimissioni di questo Sindaco, il quale, con l'onestà che lo ha sempre contraddistinto, ne valuterà, tanto la opportunità, quanto tempi e modi. Ai miei oppositori, alcuni dei quali veri e propri esperti in mendacio istituzionale, consiglio di cambiare registro se intendono porsi legittimamente alla guida di questa città, passando da libere elezioni senza sperare nel potente di turno per ottenere la nomina di funzionali commissari regionali”.