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11/09/2017 06:00:00

Aeroporto di Birgi. Nell'attesa del bando Airgest, Riggio propone l'accorpamento con Gesap

Quale sarà il futuro dell’aeroporto di Birgi ad oggi rimane delle più grandi incognite della provincia di Trapani e dell’economia di questo territorio. Superata la fatidica data del 31 marzo, quando è scaduto il contratto di co-marketing, è stata l’Airgest, guidata da Franco Giudice, a prendere in mano il pallino con il lancio del bando da venti milioni di euro di fondi pubblici messi a disposizione per l'acquisizione di servizi di marketing territoriale per le compagnie aeree che vorranno operare allo scalo “Vincenzo Florio” fino al 2020.

 Nell’attesa che vengano definiti tutti i dettagli del bando pubblico e che si conoscano la compagnia o le compagnie che opereranno a Birgi, dopo il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, che già lo scorso marzo aveva proposto l’accorpamento dello scalo trapanese con quello palermitano, suscitando non poche polemiche, stavolta è lo stesso presidente dell’Enac Vito Riggio a proporre la gestione unificata degli aeroporti di Trapani e Palermo e quindi delle due società Airgest e Gesap.

Per il presidente dell’Ente nazionale per l’aviazione civile quattro aeroporti in Sicilia sono troppi. Secondo Riggio ne basterebbero due, Catania e Palermo, con due sole società di gestione che si "annettano" da una parte Comiso e dall’altra Trapani. Riggio non vede sviluppo per i due scali minori della Sicilia orientale e occidentale.

I costi – dice - sono troppo alti per la gestione dei due scali e per raggiungere il pareggio di bilancio bisognerebbe fare almeno un milione di passeggeri l’anno. Comiso è lontanissimo da questa soglia. Per Trapani invece il problema è il monopolio di Ryanair". Servono società uniche per governare i flussi di traffico e le risorse che impiegano per catturare questi flussi di traffico – continua Riggio -. Le gestioni vanno razionalizzate unificando Palermo e Trapani e Catania con Comiso".

Parole, quelle di Riggio, che fanno una fotografia della situazione aeroportuale siciliana ma che arrivano con un tempismo non proprio perfetto, quando è in corso un bando pubblico che dovrà rilanciare a breve l’attività dell’aeroporto di Birgi e che sembrano così generare ancora più confusione su una situazione generale di gestione dello scalo non proprio semplice.

Intanto per la chiusura dell’aeroporto, in programma dal 6 novembre all’10 dicembre per i lavori di manutenzione straordinaria sulla pista di volo, Ryanair ha comunicato che i voli per Bruxelles Charleroi (4 settimanali) e Pisa (6 settimanali), per un totale di 20 movimenti settimanali, opereranno dall’aeroporto di Palermo.

E sulla chiusura della pista c'è l'intervenuto del portavoce al senato del Movimento Cinque Stelle, Vincenzo Maurizio Santangelo. Per l’esponente pentastellato lo spostamento dei voli su Pisa e Bruxelles Charleroi  è l'ultima tegola sia per gli abitanti del territorio che utilizzano queste tratte, ma anche per chi opera nel settore turistico.

"Quest'ultimi - afferma il portavoce al Senato del M5S Vincenzo Maurizio Santangelo - sono stati già in passato, con la crisi libica del 2011, limitati nell'operatività dello scalo aeroportuale per un pari periodo a questo, subendo cancellazioni e quant'altro con seri danni economici, ora la situazione contingente non sarà la guerra, ma è la manutenzione della pista.

Qui l'ultima parte dell'intervento di Santangelo:

Trattandosi di una pista di proprietà dell'Aeronautica Militare, probabilmente questa opera è stata programmata dal Genio Militare della Difesa, aggiungo che ben venga, soprattutto a garanzia della sicurezza del traffico aeromobile, ma è legittimo chiedersi se non vi erano altre soluzioni, meno dolorose a questa che vede la determinazione di enormi disagi ad un intero territorio, che invece porterà vantaggio all'aeroporto Falcone-Borsellino di Palermo.
Delle domande le porrò comunque a chi di competenza specie al Ministero della Difesa, con una interrogazione parlamentare, magari stiamo preparando il terreno per le mosse strategiche militari nel mediterraneo. Lo sappiamo tutti che in questi anni l'aeroporto è servito anche per i voli sperimentali dei droni Hammerhead, dove era stata emessa una notificazione (NOTAM B2914) ai piloti di aeromobili in transito dallo scalo trapanese che annunciava la possibilità di ritardi nelle operazioni di decollo e atterraggio a Birgi; per le attività di velivoli militari UAV senza pilota, nel periodo compreso tra l’11 giugno e il 30 settembre 2017, cioè proprio nei mesi in cui è maggiore il traffico aereo passeggeri. Forse i ritardi erano dovuti a questo e non ai bagagli. A pensar male ci vuol poco, tutto pianificato per bene sempre a tutela dell'industria bellica.
Sicuramente scriverò a chi di dovere, al Presidente dell'Airgest, della Regione Siciliana e al Ministero dei Trasporti, per dei chiarimenti dovuti alla comunità trapanese, credo che sia il minimo sindacal
e”.
 

 



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