Quantcast
×
 
 
29/06/2009 05:00:10

Porta Nuova, Adoc "Tanti dubbi..e niente parco"

Presidente Giuseppe Amodeo - per dare una risposta ai tanti Cittadini marsalesi desiderosi di fruire di questa zona”. L’Adoc si fa quindi portavoce di quanti chiedono di capire a che punto sono i lavori del parco e cosa ne sarà dei viali che vi sono al suo interno. Sono anni ormai che l'Adoc ribatte sulla questione, tentando di sensibilizzare le autorità competenti e la classe politica. Nel 2006 ha anche portato avanti una manifestazione nazionale denominata “Le lacrime dell'albero”, alla quale ha partecipato il presidente nazionale dell'Adoc, Carlo Pileri.
“Tutto è incominciato - dice l’Adoc - quando l'Amministrazione Comunale di quel tempo, sulla quale incombe un’altissima responsabilità politica, senza avere coinvolto la città, decise di dare un nuovo look al viale centrale, sfociato poi in un’altra decisione sbagliata, cioè quella del baratto, che ha posto Porta Nuova nelle mani della Sovrintendenza. Ci chiediamo perché, in quel momento, nessuno è intervenuto per fermare tutto questo e soprattutto gli scellerati lavori di rifacimento del viale centrale che portava verso il “ferro di cavallo”, di indiscutibile pessimo gusto artistico ed architettonico e fuori dal contesto paesaggistico del luogo, riducendo, sin da allora, Porta Nuova a luogo degradato sotto ogni e possibile aspetto”.

Nello scorso anno, all’interno del parco sono state fatte diverse campagne di scavo che hanno permesso di portare alla luce, da un lato, quella che si ritiene essere l’area sacra dell’antica Lylibeo, e, dall’altro, un imponente sistema di fortificazioni. Sono inoltre continuati i lavori nel viale centrale in cui, già da qualche anno, era venuto alla luce il decumano massimo di epoca romana. I lavori sono stati fatti sia con fondi europei che con contributi comunali.

L’Adoc punta il dito ora verso la Sovraintendenza, che gestisce il parco, e fa notare come “le erbacce la fanno da padrone, persino nei viali precedentemente aperti, come del resto i topi ed gli insetti di ogni genere. I lavori tanto decantati in che cosa sono consistiti se non a scavare pochi metri per trovare vestigia, ci si dice, di modesto valore artistico ed archeologico ed a costruire due parcheggi e delle stradine in terra battuta? Si intravedono anche delle costruzioni che potremmo definire, per la loro allocazione e lo stato di abbandono di alcune, “orribili”. Troppo poco rispetto alle previsioni ed al costo sin qui sostenuto dalla collettività.”

“Dallo stato di abbandono in cui versano i luoghi – continua Giuseppe Amodeo - ci sembra che i lavori siano stati sospesi Si dice per mancanza ancora di fondi. Allora ci si chiede che fine ha fatto il tanto osannato “Parco Archeologico” volano di sviluppo turistico della nostra Città? Oggi quello che vediamo è solo squallore “un pessimo biglietto da visita per i turisti” una “vera vergogna”.
L’Adoc, ribadendo l’assoluta estraneità dell’amministrazione Carini in tutto questo, chiede anche il perché dei viali chiusi. “Abbiamo appreso, - dice - che i primi “scavi veri” sono stati effettuati solo di recente, mentre la chiusura di tutta la zona con la recinzione è stata, allora, immediata, togliendo, per anni, inutilmente, alla fruizione pubblica, la parte più bella della Città, cosa che poteva essere evitata, con meno recinzioni ed impedimenti vari per accedere e vedere il mare.
Tutto ciò ha creato solo disagio a noi Cittadini Marsalesi e tanta indignazione da parte di tutte le persone che hanno visitato in questi ultimi anni la nostra Città”.

Avere recintato interamente tutto il parco, comprese le tre strade, è stata, secondo il sindacato dei consumatori, “una scelta infelice e se ci permettete avventata, che ha raggiunto il solo scopo di sperperare denaro pubblico. Già da subito era chiaro, per chi non aveva riserve mentali, che gli scavi non potevano riguardare contemporaneamente tutto il sito, sia per mancanza di tempo materiale, sia per l’aspetto organizzativo ma soprattutto perché, come molti sapevano, non vi erano i soldi e nemmeno il personale che svolgesse tali scavi.”

I dubbi dell’Adoc si estendono anche alla futura fruizione del parco: “ci è sembrato di capire, che tutta la zona potrà essere fruita solo a pagamento. Quindi i Cittadini marsalesi oltre al danno, dovranno subire anche la beffa di pagare per fruire di una parte della loro Città.Riteniamo che sia arrivato il momento di chiarire sino in fondo in che cosa consistono questi lavori, se sono confacenti rispetto ad un possibile sviluppo turistico della Città e se corrispondano alla volontà popolare ed ai suoi interessi”.
Per concludere , l’Adoc chiede che sia riconsegnata ai Marsalesi “la loro passeggiata storica”, con la riapertura del viale centrale e conseguentemente i due laterali.

Probabilmente il viale centrale un giorno sarà riaperto ma non sarà più “la passeggiata storica”. Al suo posto ora che una bella strada lastricata di età romana, probabilmente “passeggiata storica” dell’antica popolazione lilibetana e una serie di tombe di epoca bizantina, risalenti al momento di affermazione del Cristinesimo. Da precisare inoltre che quella che l’Adoc definisce “passeggiata storica” dei Marsalesi era diventata, negli antecedenti gli scavi ricettacolo di malaffare, la cui frequentazione era sconsigliata.
“Qualcuno molto informato ci ha anche riferito che quella strada scoperta nel viale centrale non è il decumano Maximo, ma una strada diciamo profanamente “normale”, di poco valore archeologico – dice invece Giuseppe Amodeo - che non giustifica la chiusura intera dello stesso viale.
Ci è stato riferito, inoltre, che in altre città, strade del genere sono state regolarmente coperte soprattutto in prossimità di alcune vie di comunicazione”.
“Le esigenze della passeggiata verso il mare e dei reperti archeologici, a detta di alcuni esperti – continua l’Adoc - possono essere facilmente soddisfatte. Basterebbe solo la volontà politica.
Questa lentezza dei lavori da definirsi “infiniti ed incerti”, a nostro parere, potrà portare a realizzare solo una delle tante “incompiute”.
Ci chiediamo fra quanti anni e quale generazione futura potrà fruire di questa parte della Città?


All’interno del parco, inoltre sono stati costruiti inoltre alcuni locali, palesemente incompatibili con il paesaggio, le norme urbanistiche e “anche con il buon gusto e buon senso”, aggiunge l’Adoc. “Tra l’altro tali costruzioni, che hanno dato per anni uno spettacolo indegno per una Città civile come la nostra, sono state utilizzate per pochissimo tempo, e dopo essere state abbandonate per anni, quindi con sperpero di denaro pubblico, ora finalmente alcune sono state abbattute, o restaurate. Rimane inopinatamente ancora in piedi quella costruita trasversalmente al viale centrale. Se i tempi per scavare sono stati questi che abbiamo avuto modo di registrare sino alla data odierna, per pochi metri quadrati ci sono voluti anni, incominciamo a rassegnarci che Porta Nuova non potrà essere più, nemmeno a lungo termine, l’obiettivo di un possibile sviluppo turistico legato alla archeologia, sventagliato e sostenuto anche dai tanti vecchi e nuovi venditori di fumo di questa Città, rimasti assenti prima durante e dopo la consumazione dello scempio, facendo fede al loro servilismo politico, ed irresponsabilmente silenti rispetto a scelte e conduzioni politico amministrative adottate trasversalmente, che andrebbero sicuramente rivisitate e portate realmente alla luce del sole. Si vergognino tutti, ad incominciare da quella società civile che presuntuosamente si è affacciata alla ribalta di questa Città con i risultati che sono purtroppo sotto gli occhi di tutti. Molto e tanto fumo e nient’altro. Si vergognino soprattutto i tromboni della cultura e gli pseudo intellettuali della intelligenza marsalese che non hanno detto e fatto nulla per evitare di ridurre ad un pollaio la parte più bella e significativa di Marsala.
Soprattutto si vergogni l'intera classe politica marsalese!
Non spostano di una virgola per le nostre convinzioni, i lavori compiuti di recente, visti i risultati raggiunti a nostro parere modesti.
I Cittadini ci hanno chiesto di porre queste domande:
- dove sono stati costruiti i due parcheggi siamo sicuri che non vi era niente di importante dal punto di vista archeologico da portare alla luce?
- Sono state effettuate delle apposite ricerche in merito?
- Quali? Quando?
- Durante i lavori è stato trovato qualcosa che è stato poi coperto? Tra l’altro non sarebbe la prima volta che ciò avviene nella nostra Città soprattutto quando sono stati costruiti alcuni edifici.
E’ difficile capire perché in alcune strade dove sono stati trovate importanti vestigia e persino mosaici di buona fattura e pregio artistico ed archeologico, questi sono stati rimossi e non si è provveduto a chiudere nessuna strada, mentre a Porta Nuova tutto è stato chiuso ancor prima di avere pensato di trovare qualcosa”.

Per chiarire i mille dubbi in merito alla questione “Porta Nuova”, l’Adoc ha chiesto al Sindaco di convocare una conferenza di servizio che permetta di fare il punto sulla situazione.
Chiediamo che il Consiglio Comunale si pronunci in merito e che valuti la possibilità di deliberare la indizione di un apposito referendum ai sensi dell'art 36 dello statuto comunale.

“Ci siamo fatti carico – conclude infine Giuseppe Amodeo - di riportare ed evidenziare le domande, i dubbi, le perplessità e quello che è importante, il pensiero dei nostri Cittadini, ai quali sino ad oggi nessuno si è degnato di dare risposte chiare e convincenti”.