L’amministrazione comunale, presieduta dal sindaco Camillo Iovino, oggi, nella ricorrenza del 130° anniversario della nascita (23 settembre 1879), ne ricorderà l’attività politica e di sindaco dell’allora comune di Monte San Giuliano, con la collocazione di un ritratto fotografico presso il palazzo municipale.
Una breve cerimonia avrà luogo presso l’aula consiliare, nel centro culturale polivalente di via Sabaudia, 1 con inizio alle ore 10.00. Vi parteciperà una delegazione degli studenti della Scuola Media “Giuseppe Mazzini”. Giuseppe Basiricò, storico valdericino, traccerà la figura di Bonfiglio e il suo ruolo nell’area dell’agro ericino. A seguire una corona d’alloro sarà deposta in località Gianguzzo luogo dell’agguato nel quale Bonfiglio, all’età di 43 anni, fu assassinato il 10 giugno del 1922.
“Bonfiglio – ricorda il sindaco Iovino – figlio di un proletario, fu uno strenuo difensore dei contadini e degli operai. Tradusse il suo impegno politico in una lotta contro i gruppi mafiosi che operavano in funzione degli interessi della borghesia latifondista. Pagò la sua attività e la sua coerenza con la vita. Vogliamo continuare a ricordarlo perché un filo rosso, di sentimenti e di idealità, ci lega a Bonfiglio. Rappresenta il terreno comune, le radici di ogni valdericino di qualsiasi orientamento politico. che crede nei valori della giustizia sociale e della legalità. Bonfiglio lottava per l’una e per l’altra, e ci ha insegnato che non vi è giustizia sociale senza legalità”.
Sebastiano Bonfiglio nacque a San Marco (frazione di Valderice), il 23 settembre del 1879 da Nicolò e Francesca Tosto. Il padre lo avviò all’attività dell’artigianato. D
a giovanissimo partecipò formazione dei fasci dei lavoratori, manifestando fin dall’inizio il suo spirito rivoluzionario e la volontà di opporsi al potere esercitato dalla borghesia latifondista e dal clero, concentrati a Monte San Giuliano, che lasciavano nel più completo abbandono le frazioni e le popolazioni dell’agro ericino. Fu autodidatta e conseguì senza alcun sostegno prima il diploma di insegnante elementare, poi quello di perito agrario. Militò attivamente nel partito socialista; trascorse un periodo della sua vita da emigrante, negli Stati Uniti, dove fondò una sezione socialista. Fece ritorno in Italia per servire nell’esercito durante la prima guerra mondiale. Finita la guerra riprese ancor più attivamente la sua attività politica.
Nell’ottobre del 1920 il partito socialista vinse le elezioni e Bonfiglio venne eletto sindaco di Monte San Giuliano. Tra i provvedimenti adottati la delibera che trasferiva il capoluogo del comune dalla vetta a San Marco – Paparella. Un atto amministrativo che non avrebbe mai avuto seguito che nei fatti trasferiva la sede del potere politico e amministrativo dalla rocca della borghesia latifondista e clericale all’area dell’insediamento abitativo del proletariato operaio e contadino. Uno spostamento non solo fisico dell’amministrazione comunale che Bonfiglio non vide mai e che mai si realizzò. Il 10 giugno del 1922 gli fu teso un agguato in contrada Gianguzzo, mentre ritornava da una riunione di giunta a Monte San Giuliano. Lo spirito democratico, socialista e proletario; la voglia di giustizia e legalità per le popolazioni dell’agro ericino furono uccise con lui con due colpi di fucile.