Quantcast
×
 
 
19/11/2009 08:31:41

Scena muta di Raccuglia alla sua prima apparizione in aula

L'udienza era quella del processo contro la mafia di Partinico e Borgetto, grossi centri del Palermitano, tenutasi nell'aula bunker del carcere di Pagliarelli. Raccuglia, alq uale non e' stato ancora imposto il regime carcerario del 41 bis, e' stato messo in una cella singola e non ha parlato nemmeno quando il Gup Lorenzo Matassa ha chiamato l'appello, limitandosi ad alzare la mano quando e' stato fatto il suo nome. Il processo e' stato subito rinviato al 25 novembre perche' il legale di Raccuglia, l'avvocato Tommaso Farina ha chiesto un termine a difesa, per potere impostare la linea difensiva con il proprio assistito. Il processo si sarebbe dovuto tenere nel Tribunale di Palermo ma era stato spostato in extremis a Pagliarelli, per motivi di sicurezza legati alla presenza dell'ex latitante.

 

***

Prima di spostarsi nel covo di via Cabasino, dove è stato arrestato, il boss latitante Domenico Raccuglia si sarebbe nascosto in un baglio in contrada Pantano, sempre a Calatafimi. Un casolare immerso nella campagna, con una dozzina di stanze, diverse finestre e sentieri attraverso cui tentare la fuga.

Il baglio come lo chiamano nel Trapanese, è di proprietà di un parente di Benedetto Calamusa, uno dei due favoreggiatori del capomafia di Altofonte. Un parente con precedenti per mafia la cui posizione è attualmente al vaglio degli inquirenti. I poliziotti della Squadra mobile di Palermo e dello Sco, il Servizio centrale operativo, da giorni tenevano sotto osservazione la casa di campagna. Raccuglia avrebbe commesso un errore fatale: quello di mantenere intatta la rete dei postini che si occupavano di smistare e ricevere la sua corrispondenza. Tutti uomini di Calatafimi e Camporeale, nel trapanese.

Il latitante aveva capito di essere braccato, e per questo motivo si sarebbe trasferito in paese. Sono antichi i rapporti fra il boss di Altofonte e il gruppo. Già il pentito Giovanni Brusca aveva raccontato di summit e incontri, datati 1997, nella zona di Castellammare alla presenza di Mimmo Raccuglia. A fine ottobre i carabinieri del nucleo investigativo di Palermo avevano perquisito anche la casa della moglie del boss, in Corso Piano Renda, ad Altofonte. Nel piede di un letto avevano trovato 12 mila euro in contanti.

Il gip di Trapani Massimo Corleo si è riservato la decisione sulla convalida dell'arresto del boss Domenico Raccuglia, finito in manette domenica, dopo 13 anni di latitanza. Il magistrato scioglierà la riserva oggi, decidendo contestualmente anche sull'eventuale misura cautelare da adottare nei confronti del capomafia. Sempre alla prossima udienza, il gip si dichiarerà incompetente, visto che al reato di detenzione illegale di armi, che ha motivato l'arresto in flagranza, è stata aggiunta l'aggravante del favoreggiamento alla mafia, che fa passare la competenza alla Dda e all'ufficio del gip di Palermo. Come aveva fatto ieri davanti al giudice del capoluogo siciliano, anche davanti al magistrato di Trapani, Mimmo Raccuglia si è avvalso della facoltà di non rispondere.