osì esordisce ai nostri microfoni Biagio Valenti, sindaco di Petrosino e medico, riferendosi appunto al piano di rimodulazione della rete ospedaliera della Regione Siciliana che, secondo molti, penalizza notevolmente la città di Marsala e i comuni che hanno come punto di riferimento l’Ospedale Paolo Borsellino. In particolare, Valenti recrimina la notevole riduzione che è stata apportata al numero di posti letto dell’ospedale del Paolo Borsellino: “La media di posti letto per 1.000 abitanti è intorno ai 3,5 per mille: a Marsala questa media di posti letto è passata a 1,4 per mille. Saranno solo 131 i posti letto disponibili nel nostro ospedale. Sono stati ridotti persino rispetto alla precedente proposta di riordino elaborata dal precedente direttore dell’Asp Gaetano D’Antoni. In questo modo non viene nemmeno rispettato il diritto alla salute, sancito dall’articolo 32 della nostra Costituzione, dei nostri concittadini. In pratica, siamo sottodimensionati. Tra l’altro, è possibile che venga ridotto anche il personale medico e paramedico per rispettare un giusto rapporto con i posti letto disponibili”.
“Poi non si capisce- continua il sindaco di Petrosino- come mai il primo distretto con l’ospedale San Antonio di Trapani continua ad avere tutte le specialità di cui disponeva: dall’oculistica all’otorinolaringoiatra, dalla pneumologia alla terapia intensiva neonatale, alla rianimazione, al reparto per le malattie infettive… L’ospedale di Trapani continua insomma ad avere tutto. Tutto altro, l’ospedale di Marsala: con il nuovo piano di riordino ospedaliero, abbiamo perso due delle eccellenze di cui disponevamo. Innanzitutto, abbiamo perso la diabetologia che era un punto di riferimento per la provincia di Trapani, ma anche per le province di Agrigento e di Palermo. In secondo luogo, non avremo più la chirurgia vascolare, sebbene i colleghi Tumbarello e Parrinello siano riusciti negli anni a mandare avanti un reparto di chirurgia vascolare che riusciva a dare ottime prestazioni. Inoltre, è stata smantellata dal nuovo piano di riordino anche l’ematologia, che funzionava benissimo: c’erano diversi talassemici in cura, si facevano puntati midollari e anche soggetti neoplastici in fase terminale usufruivano di questo centro trasfusionale. Abbiamo perso insomma tre reparti fondamentali. E poi per cosa? Per avere tre posti di otorino e una rianimazione che era già prevista e che ancora non è in funzione? Abbiamo diverse sale operatorie che sono praticamente inutilizzate. Se si pensa che una divisione di ortopedia con tre medici riesce ad operare una sola volta alla settimana e che i nostri pazienti sono costretti a girovagare negli altri ospedali della provincia per essere operati, il nostro servizio sanitario non è assolutamente efficiente. Per non parlare dei tempi di attesa per un semplice visita… Per una mammografia si attendono 180 giorni, per avere una prestazione al pronto soccorso si attendono non meno di 4 ore… Queste lunghe liste di attesa non fanno altro che invogliare i nostri pazienti ad andare fuori provincia, e talvolta anche fuori dalla Sicilia. D’altronde la nostra sanità può essere etichettata ad oggi come una sanità di Terzo Mondo arretrato… Proprio qualche giorno fa, abbiamo avuto un convegno sul cancro alla mammella e ho appreso dalla dottoressa Candela dell’Asp di Trapani che su 100 pazienti con cancro alla mammella 50 si operano in provincia, 20 si operano nella provincia di Palermo e il resto si opera al nord. Vuole forse l’Asp vuole risparmiare per poi pagare i DRG ( si tratta di un sistema che permette di classificare tutti i pazienti dimessi da un ospedale in gruppi omogenei per assorbimento di risorse impegnate, ndr) che ci provengono da altri ospedali e da altre regioni?”.
Il sindaco Valenti non è l’unico a lamentare i cambiamenti apportati alla sanità marsalese: diversi politici marsalesi (in primis Massimo Grillo) e associazioni mediche sono rimaste scontente del nuovo Piano di riordino ospedaliero. Proprio per questo, l’Associazione Medico Chirurgica Lilibetana, Snamid e Snami stanno infatti elaborando un progetto di riordino ospedaliero alternativo a quello approvato, da sottoporre al governo Lombardo. Ma, dal momento che il piano ospedaliero è già stato approvato lo scorso 18 marzo, non è un po’ tardi per presentare una controproposta?
“Mah, effettivamente sì, ma purtroppo noi medici non abbiamo avuto modo di essere consultati per tempo. Tra l’altro, io non faccio nemmeno parte della Conferenza dei Sindaci perché nel mio comune non c’è un ospedale. Nonostante tutto, penso che non ci sia nulla di immodificabile: questo progetto va cambiato alla luce di osservazioni che sono supportate da fatti oggettivi che si commentano da soli. Siamo decisi a presentare questa controproposta al governo perché pensiamo che rispecchi un po’ il desiderio della cittadinanza tutta e speriamo di far ragionare coloro che hanno deciso per noi al posto nostro”.
Pamela Giampino