«Il 9 dicembre - ha voluto ricordare il governatore - dissi in quest'aula che subivo uno stillicidio di insulti ispirato da un tavolo trasversale ai partiti in cui si è progettato di far cadere il Governo e la legislatura con mezzi politici, se fosse bastato, con mezzi mediatico-giudiziari, qualora non fosse bastato il primo metodo, o anche fisicamente se non fossero bastati i primi due piani».
«NON HO ANCORA RICEVUTO NESSUN AVVISO» - Lombardo ha definito la sua «una vicenda giudiziaria da contorni nebulosi», e ha sottolineato per due volte «di non avere ricevuto a tutto oggi neppure un avviso di garanzia». «Può apparire incredibile che per una vicenda giudiziaria che investe il presidente della Regione e che mette a repentaglio la sopravvivenza del governo che presiedo e dell'Ars, chi vi parla non abbia ad oggi ricevuto neppure un avviso di garanzia» ha detto sottolineato il governatore siciliano, specificando tra le altre cose di non aver mai incontrato i boss della cosca Santapaola. «Nessuno, tra amici o parenti, mi ha proposto di intervenire per appalti a favore di chicchessia, mafiosi o limpidissimi imprenditori» ha detto il presidente della Regione siciliana. «Questa legislatura - ha aggiunto Lombardo - deve andare avanti per continuare questo difficile percorso, nonostante le pressioni, le previsioni sinistre riportate in alcune conversazioni e pronunciate dai suoi riferimenti politici. E credo che non basti neppure questa legislatura, bisogna continuare anche nella prossima, certo con nuovi Presidenti». Il riferimento delle conversazioni è ad alcune intercettazioni telefoniche dove si fa il nome di Lombardo.
«COLPI MICIDIALI A COSA NOSTRA» - «Posso affermare che questo governo ha assestato i colpi più micidiali che siano stati mai assestati a Cosa Nostra» ha detto nel suo discorso il presidente della Regione siciliana. Lombardo ha rivendicato anche l'azione di rigore del suo governo nel settore della sanità e dei rifiuti, che ha portato a sensibili risparmi, e ha parlato «di un clima diverso fatto di valori diversi, non di favori e raccomandazioni».
15,00 - Il vicecapogruppo del Pdl alla Camera Italo Bocchino ospite del talk show KlausCondicio condotto da Klaus Davi, in onda su You Tube http://www.youtube.com/user/klauscondicio ha affrontato l’argomento delle dichiarazioni che il presidente della Regione Lombardo renderà oggi all’ARS, a partire dalle ore 16.
Klaus: “Senta, Lombardo oggi dice farà i nomi dei politici mafiosi, minaccia, eccetera… Insomma siamo alla resa dei conti… E’ ovviamente è una minaccia rivolta al Pdl soprattutto. Avete paura?
Bocchino: “Guardi, paura nessuna. Ma se un presidente di Regione, che è anche un pubblico ufficiale, ha notizie su politici mafiosi non ha solo il diritto di farlo, ha anche il dovere giuridico…".
Kalus: “E cosa ha aspettato? Perché lo dice solo adesso Lombardo…dico?”
Bocchino: “No, no. Ma secondo ma secondo me era un fatto reattivo, nel senso… Non credo che si riferisse a fatti specifici. Un po’ per un paradosso… Se sono mafioso io… se vengo accusato io di collegamenti con la mafia, allora faccio i nomi di quelli che potrebbero avere collegamenti esterni. Credo che fosse - diciamo - un paradosso… O almeno mi auguro…”.
13,20 - Il governatore consegna al Corriere della Sera un’anticipazione di quanto accadrà dalle 16 a sala d’Ercole. Incalzato dall’inviato del quotidiano milanese, Felice Cavallaro, il presidente della Regione, indagato a Catania per concorso esterno in associazione mafiosa, parla di in un’intercettazione dell’aprile del 2008 in cui il senatore Pdl Pino Firrarello annuncerebbe la “morte politica” di Lombardo “grazie ad un accordo con Berlusconi”. A finire nel mirino del governatore è, però, anche Enzo Bianco, ex ministro dell’Interno e senatore del Pd, il quale – stando alla ricostruzione fatta da Lombardo – avrebbe formato una vera e propria “coalizione” contro il governatore. E a riprova di questa tesi, Lombardo racconta i retroscena di quello che definisce “l’inciucio consociativo” maturato alla provincia di Catania, dove il candidato del centrosinistra Totò Leotta è diventato, subito dopo aver perso le elezioni, consulente del suo avversario vincitore, Giuseppe Castiglione. Parlando dell’inchiesta catanese su mafia e politica che lo vede indagato, il governatore ha, invece, fatto riferimento all’azione della sua giunta “che ha spazzato via gli interessi e gli affari dei clan e di alcuni politici.” Affari, che secondo il presidente della Regione, riguardano i settori della sanità e dei rifiuti e che sono stati “intaccati dall’azione riformatrice intrapresa dal mio governo”, ha spiegato Lombardo. Il leader dell’ Mpa cita, poi, la vicenda del termovalorizzatore che doveva essere realizzato nella zona di Paternò. Operazione da sei miliardi di euro bloccata dallo stesso Lombardo. Anche in questo caso, secondo il governatore, ci sarebbe lo zampino di Firrarello che intercettato avrebbe parlato della imminente “morte di Lombardo, che verrà fatto attaccare (ndr arrestare)”, anticipando in qualche modo l’attuale indagine a carico del presidente.
12,50 - Il presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo, che oggi pomeriggio parlera' all'Assemblea regionale della sua vicenda giudiziaria, ha chiesto di essere sentito dalla procura di Palermo. Dopo avere reso dichiarazioni spontanee a Catania, dove l'ufficio inquirente indaga su di lui con l'ipotesi di concorso in associazione mafiosa, il governatore dell'Isola ha depositato una richiesta di audizione al procuratore del capoluogo regionale, Francesco Messineo.
Lombardo preannuncia di voler chiarire la vicenda, emersa nell'ambito dell'indagine sfociata nell'arresto dell'architetto Giuseppe Liga, dell'incontro con lo stesso presunto esponente mafioso. Liga era infatti presidente regionale del Movimento cristiano lavoratori e Lombardo lo ricevette in questa qualita', il 2 giugno dell'anno scorso, durante la campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo, in cui il presidente della Regione era candidato. La scelta di chiedere un'audizione (o di poter rendere dichiarazioni spontanee) e' stata rappresentata a Messineo attraverso un'istanza depositata dall'avvocato Vincenzo Lo Re, per non lasciare "zone d'ombra" sui fatti riguardanti il governatore. Oggi pomeriggio Lombardo ha preannunciato che fara' i nomi dei politici siciliani collusi con Cosa Nostra.
9,30 - Si svolgerà questo pomeriggio alle 16, così come era stato fissato inizialmente, l'incontro che il presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo ha chiesto all'Ars. Ieri sera infatti il presidente dell'Assemblea Francesco Cascio, che nel pomeriggio aveva prospettato l'ipotesi di far slittare di un giorno l'incontro, ha preso atto dell'impossibilità del governatore di presenziare la seduta di mercoledì, ed ha riconfermato come ordine del giorno le comunicazioni del presidente della Regione all'Assemblea.
Fortemente atteso da opinione pubblica e osservatori politici, l'incontro di oggi si preannuncia come qualcosa di storico per la storia siciliana. Un evento anticipato dalle dichiarazioni del governatore stesso che nei giorni scorsi, riallacciandosi alla vicenda giudiziaria che lo ha visto indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, aveva detto di voler "fare una volta per tutte i nomi dei politici realmente collusi". Una frase che di fatto tiene col fiato sospeso l'intera classe politica siciliana che attende con ansia la seduta di questo pomeriggio. Prima dell'intervento di Raffaele Lombardo, il presidente dell'Ars Francesco Cascio incontrerà i capigruppo.