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20/07/2010 13:39:36

Legge - bavaglio: il Governo fa finalmente marcia indietro


Il testo presentato oggi modifica il divieto di pubblicazione delle intercettazioni sino alla conclusione delle indagini preliminari, che era previsto dalla parte del testo del ddl già approvata sia alla Camera che al Senato. In pratica si istituisce il meccanismo della cosiddetta udienza filtro con la quale il gip di intesa con l'accusa e la difesa deciderà' le parti pubblicabili delle intercettazioni e quelle che invece vengono segretate. Questo significa che le intercettazioni saranno coperte da segreto fino alla conclusione della cosiddetta 'udienza-filtro'. Tuttavia, la proposta di modifica dell'esecutivo non fissa alcun termine entro il quale debba essere celebrata tale udienza, termine invece richiesto dagli emendamenti del Pd.

 

La proposta di modifica comporterà molto probabilmente lo slittamento dell'esame del provvedimento a domani: sarà necessario, infatti, dare tempo ai gruppi di presentare sub emendamenti.

L'annuncio arriva dopo che i lavori della Commissione Giustizia della Camera sul ddl intercettazioni erano slittati nuovamente. La seduta odierna doveva iniziare con il giudizio del governo sui 600 emendamenti presentati dalla maggioranza e dall'opposizione. Ma pochi minuti prima dell'inizio, la comunicazione del rinvio fino al termine dei lavori odierni dell'aula di Montecitorio.

Uno slittamento che suonava come la conferma della difficile ricerca dell'accordo sul testo che doveva soddisfare i rilievi sollevati dal Colle, il punto di vista dell'esecutivo e le diverse sensibilità all'interno della stessa maggioranza. E che aveva fatto prefigurare uno slittamento a settembre. Ma Enrico Costa, capogruppo del Pdl in Commissione Giustizia della Camera, smentisce: "Non ci sarà nessun rinvio a settembre. Quello che presenterà il governo è un maxi emendamento di sintesi: il provvedimento approderà in aula il 29 luglio". Esultano i finiani. "Cade così il bavaglio per la stampa - commenta Annamaria Siliquini - è una vittoria del Parlamento". Più cauto il Pd: "Certo ci sono dei passi indietro rispetto al divieto assoluto ma è una mezza via. Non risolve il problema, è un compromesso di cui dobbiamo valutare l'impatto" commenta il capogruppo Pd nella seconda commissione di Montecitorio, Donatella Ferranti.