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27/09/2010 07:48:41

Nuova tragedia in sala parto. Questa volta a Palermo

Palermo in seguito alla morte del loro primo figlio, appena nato. Si tratta di Samuela Lo Re e Francesco Conigliaro, entrambi di 29 anni. Secondo il marito della puerpera, che ha assistito al parto, il bimbo sarebbe nato morto per la "negligenza di medici e infermieri della clinica". Una tesi respinta dalla direzione sanitaria della Casa di cura, che "pur rispettando il dolore dei familiari, ritiene di escludere che possa ravvisarsi una responsabilità medico professionale".

 

La donna era stata ricoverata ieri mattina, intorno alle 7, dopo che le si erano rotte le acque. "Intorno a mezzanotte - racconta la sorella, Erminia Lo Re - Samuela ha cominciato ad avere contrazioni molti forti; in clinica era presente solo il medico di guardia. Alle 2 è arrivata la ginecologa che l'ha seguita durante la gravidanza. Mia sorella ha chiesto che le venisse fatto il cesareo, ma le è stato risposto che senza una giusta causa si doveva procedere con il parto naturale". Solo alle prime ore del mattino di oggi, secondo la sorella, la paziente è stata trasferita in sala parto. "Mio cognato - sostiene la donna - ha notato che nessun infermiere era presente in pianta stabile nella sala parto, medici e sanitari entravano e uscivano in continuazione".

 

La Procura di Palermo ha aperto un'inchiesta, coordinata da pm Maria Forti, che ha disposto l'autopsia del bimbo, che sarà trasferito nell'Istituto di medicina legale del Policlinico. Per i familiari della donna, che chiedono di conoscere i motivi della morte del neonato, la gravidanza è stata regolare e il bambino era sano. La Direzione sanitaria della clinica Candela, dopo avere sottolineato di "avere autonomamente richiesto accertamenti medici sul decesso", prima ancora della presentazione della denuncia, rileva che "medici e infermieri erano presenti in sala parto".

Secondo la Casa di cura, inoltre, "non c'era alcun presupposto per eseguire il parto cesareo, come espressamente previsto nelle linee guida dell'Istituto Superiore di Sanita". La Casa di Cura ricorda infine di avere manifestato "la più ampia disponibilità affinché venga garantito l'espletamento degli accertamenti" e si dice pronta a fornire tutti "gli elementi utili che potranno chiarire quanto avvenuto, confermando la correttezza delle procedure seguite".
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Fonte: ansa