A denunciare quanto era accaduto è stato il papà del piccolo, Giovanni Vitale: "Mio figlio è stato intubato - racconta - ma dopo una crisi cardiorespiratoria si sono accorti che nei tubi collegati alla macchina c'era gas". Il padre del neonato ha chiesto subito spiegazioni ai sanitari: "Mi hanno detto che la responsabilità è della ditta che ha eseguito dei lavori nel reparto di ostetricia". Una versione confermata dal direttore generale del Policlinico, Mario La Rocca, il quale sottolinea che il tempestivo intervento dei medici ha avitato il peggio: "Il bambino è stato prontamente portato al reparto di rianimazione. E' ancora sedato, le sue condizioni migliorano lentamente ma progressivamente".
Secondo una prima ricostruzione lo scambio dei tubi sarebbe avvenuto nel corso di alcuni lavori che hanno interessato il reparto di Ostetricia del Policlinico, ristrutturato di recente in seguito all'accorpamento con l'Istituto Materno Infantile. Ed é proprio sulla ditta che ha curato la manutenzione delle apparecchiature che si sta concentrando l'indagine interna avviata dalla direzione sanitaria. Altre due indagini sono state disposte dall'assessore regionale alla Sanità Massimo Russo, che ha preannunciato un'ispezione al Policlinico, e dal presidente della Commissione d'inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale, Ignazio Marino.
"Ho chiesto un'istruttoria ai carabinieri appartenenti al nucleo Nas della Commissione", spiega il senatore del Pd che definisce "un fatto gravissimo" la vicenda. "I risultati delle indagini - aggiunge - saranno presentati e valutati mercoledì nel corso della riunione del prossimo Ufficio di presidenza". Intanto altro presunto caso di malasanità è stato denunciato oggi a Catania: i familiari di un cingalese di 47 anni hanno presento un esposto alla polizia sostenendo che il loro congiunto, morto per un infarto, sarebbe stato visitato dai medici solo quattro ore dopo il suo arrivo al pronto soccorso dell'ospedale Garibaldi. Anche in questo caso sono state avviate indagini per accertare eventuali responsabilità, respinte dai medici che sostengono di avere sottoposto il paziente alla necessaria terapia, mentre i sindacati puntano il dito contro le carenze delle piante organiche e i turni massacranti.