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23/12/2010 05:41:57

Oggi l'anniversario dell'omicidio dell'agente Montalto

Brusca si complimentò con i due perchè li riteneva - erroneamente - autori del delitto. "I complimenti ci fecero lo stesso piacere - racconterà dopo anni il pentito Vincenzo Sinacori - ma noi c'entravamo ben poco con quell'omidicio". Chi ha ucciso Montalto?  L'agente penitenziario lavorava nel braccio del 41 bis dell'Ucciardone. Aveva evitato il passaggio di pizzini tra carcerati mafiosi. Montalto era di servizio nel braccio dell’Ucciardone dove erano detenuti i boss palermitani Madonia, Ganci e Graviano, il mazarese Mariano Agate, mesi prima della sua morte li aveva scoperti a passarsi una lettera indirizzata al capo mafia catanese Nitto Santapaola. Fu ucciso 15 anni fa proprio per questo, perchè il suo comportamento onesto dava fastidio ai boss carcerati, che chiesero questo "favore" ai loro "amici" fuori. 

Montalto fu ucciso verso le 21 del 23 dicembre del 1995, era appena salito sulla sua auto ferma davanti casa dei suoceri, nella frazione di Palma, affianco a lui la moglie, Liliana, dietro sul seggiolino la figlioletta di pochissimi mesi. I killer ad agire sono stati in due: uno sparò  colpendo solo l’agente che si era sedutoal posto di guida, la moglie credeva che quel botto fosse un petardo ma si accorse presto del marito che reclinava il capo e di un paio di ombre scure vicino a lui. Un killer è stato riconosciuto e condannato all’ergastolo, il valdericino Vito Mazzara, oggi imputato pure per l'omicidio di Mauro Rostagno.  L’altro si sospettava che fosse il consigliere comunale di Trapani del Psi Francesco Orlando, ex segretario dell’on. Bartolo Pellegrino. Orlando fu condannato alla fine solo per la partecipazione a Cosa Nostra, era un «uomo d’onore riservato».

"Giuseppe Montalto, come tante altre vittime della criminalità mafiosa, venne ucciso soltanto perché impegnato a compiere il proprio dovere di umile ma integerrimo servitore dello Stato". Lo ha detto, alla vigilia del quindicesimo anniversario dell'agente di polizia penitenziaria, assassinato davanti alla moglie e alla figlia, il presidente del Consiglio Provinciale di Trapani Peppe Poma. "Alla sua memoria - ha aggiunto - la Provincia regionale di Trapani ha unanimemente dedicato una borsa di studio, perché solo garantendo le possibilità di studio ai nostri giovani possiamo sperare in un futuro migliore". "Perché questo triste fenomeno sia definitivamente sconfitto - conclude Peppe Poma - siamo pronti a batterci con tutte le nostre forze; ma l'esito conclusivo di questa doverosa battaglia di civiltà non avrà approdi felici, se mancherà l'impegno, serio, determinato e continuativo di tutti coloro che hanno delle responsabilità istituzionali".

"Ricordati di Giuseppe, uomo giusto, onesto, stroncato dalla mafia. Che il suo sacrificio possa essere d'esempio a tutti noi e che ci induca a combatterla». La frase è stata scritta dalla vedova, Liliana Riccobene, ed è stampata sull'«agenda antimafia 2009» distribuita due anni fa dal Comune di Erice alle scuole.

Lo scorso Aprile, Federica Montalto, figlia di Giuseppe, che aveva pochi mesi quando il padre è stato assassinato, ha scritto una lettera proprio a suo padre con un video, fatto assieme ai compagni di classe: “Caro Papà, mi manchi. Siamo stati insieme per pochi mesi e non mi ricordo niente di te. Ho imparato a conoscerti solo attraverso i racconti della mamma che mi diceva molte cose belle sulla nostra vita insieme. Mi sarebbe piaciuto conoscerti e trascorrere dei bei momenti con te, come tutti i papà fanno con i propri figli. Ma questo non ci è stato permesso perché ti hanno portato via da me quando ancora non potevo capire cosa stava succedendo. Non mi ricordo il momento in cui hanno detto che non c’eri più e sono cresciuta con il vuoto della tua assenza. Quella sera quando te ne sei andato, io la mamma e Ilenia, che era nella sua pancia, abbiamo corso un grande pericolo e tu sei morto per salvarci. Tante volte mi sono chiesta perché ti hanno portato via da me e a questa domanda non ho mai saputo rispondere. La mia vita con te sarebbe stata più facile perché è molto difficile crescere senza un padre. Ogni volta che ti penso, ti immagino felice e sorridente, come nelle poche foto che abbiamo insieme. Per quello che sei stato, ti voglio bene e sei il mio eroe”.