rappresentato dal segretario regionale Giuseppe Greco e dal direttore dell’Agenzia Nazionale per la Valutazione civica Angelo Tanese, ha illustrato oggi il progetto insieme all'assessore regionale della Salute Massimo Russo.
Rispetto ad altre metodologie di valutazione della customer satisfaction, l’Audit civico riconosce il cittadino come soggetto in grado di produrre autonomamente valutazioni strutturate. In quest'ottica il cittadino cessa di essere un puro oggetto di indagine, da interrogare con le dovute tecniche, ma diventa il soggetto valutatore che visita le strutture e interroga i responsabili nell'ottica di un'analisi critica e sistematica dei servizi offerti dalle aziende sanitarie provinciali e ospedaliere.
“Realizzare un Audit in tutte le aziende sanitarie siciliane non significa raccogliere opinioni soggettive, ma applicare un metodologia di valutazione rigorosa, già sperimentata da Cittadinanzattiva in altre 175 aziende sanitarie" ha dichiarato Angelo Tanese, Direttore dell’Agenzia Nazionale per la Valutazione civica. "L’idea di fondo - ha proseguito Tanese - è che i cittadini, adeguatamente formati, possono dare un contributo concreto per verificare la qualità dei servizi, proponendo all’Assessorato e alle direzioni aziendali delle azioni di miglioramento. Con questo progetto - ha concluso Tanese - la Sicilia si candida a rappresentare una realtà innovativa del Servizio Sanitario Nazionale, che considera la voce e il giudizio dei cittadini una risorsa importante per il cambiamento”.
"L'adozione della metodologia dell'audit presso tutte le aziende sanitarie regionali - ha dichiarato Giuseppe Greco, segretario di Cittadinanzattiva Sicilia - è l'occasione per superare due pregiudizi: il primo è rappresentato dalla riduzione della centralità del cittadino a puro principio di deontologia professionale; il secondo consiste nel ritenere che la tutela dei diritti sia il risultato, per così dire, automatico di una buona organizzazione. La Sicilia - ha aggiunto Greco - ha disposto nell’articolato della Legge 5 /2009 (Riordino del SSR) l’attivazione della Consulta regionale e dei Comitati consultivi aziendali, assi portanti della partecipazione civica, strumenti di partecipazione tra i più avanzati in campo nazionale".
"La Sicilia promuove questo strumento che già vige in molte regioni italiane all' interno di un quadro voluto dal Ministero della Salute" ha spiegato l'assessore alla Salute Massimo Russo. "Diamo applicazione a questo accordo con Cittadinanzattiva - ha aggiunto Russo - perchè crediamo fermamente che anche i cittadini debbano essere coinvolti al massimo nelle procedure che riguardano la sanità e vogliamo che il giudizio finale sulla bontà, sull'accoglienza, sulla qualità, sul clima di una struttura sia dato dall'utente. Con quest'accordo Cittadinanzattiva si impegna a formare dei cittadini che poi svolgeranno una funzione di controllo - ha concluso l'assessore - e questo è in linea con il processo di cambiamento che abbiamo in atto e che a breve vedrà la costituzione di una commissione per sburocratizzare la sanità, oltre a un altro progetto sulla customer satisfaction".
L'Audit nasce come risposta a tre fondamentali esigenze: dare una forma concreta alla centralità del cittadino, rendere trasparente e verificabile l’azione delle aziende sanitarie, prevenire la frammentazione del servizio sanitario.
Il suo sviluppo è frutto della lunga esperienza di battaglie condotte da Cittadinanzattiva - Tribunale per i Diritti del Malato per superare l’autoreferenzialità dei servizi sanitari, per ottenere, in primo luogo, che le segnalazioni e l’intervento dei cittadini producessero i dovuti cambiamenti e per far sì, in seconda istanza, che il giudizio motivato dei cittadini pesasse in sede di valutazione delle aziende e dei loro dirigenti, al pari dei risultati di bilancio.
La qualità e l’efficacia di un Audit dipendono dalla corretta formulazione dei quesiti a cui l’Audit stesso vuole dare risposta. La progettazione dell’Audit civico, quindi, ha preso le mosse da quattro domande, semplici e cruciali, rappresentative di altrettanti aspetti dell’esperienza del cittadino comune nei servizi sanitari.
1. Il primo aspetto è quello del cittadino come utente dei servizi, coinvolto in un processo di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione. La domanda, a questo proposito, è: Quali sono le azioni promosse dalle aziende sanitarie per mettere concretamente i cittadini e le loro esigenze al centro dell’organizzazione dei servizi sanitari?.
2. Il secondo aspetto riguarda il cittadino in quanto malato affetto da patologie gravi o croniche e il quesito è: “Quale priorità assumono nell’azione delle aziende sanitarie alcune politiche di particolare rilievo sanitario e sociale, come il risk management, il pain management e il sostegno ai malati cronici?”;
3. Il terzo aspetto riguarda l’esercizio dei diritti di cittadinanza e rimanda alla necessità di chiedersi se “La partecipazione dei cittadini è considerata dalle aziende sanitarie una risorsa essenziale per il miglioramento dei servizi sanitari o viene promossa (quando lo è) solo come un adempimento burocratico previsto da alcune leggi?”;
4. Il quarto aspetto riguarda il cittadino e la comunità in cui vive e la domanda è “Quali risposte ha fornito l’azienda sanitaria a un problema ritenuto urgente dalla comunità locale?”.