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03/11/2011 05:16:43

Rischio crolli a Salemi: la Procura sequestra immobili. Sgarbi: "Vogliono bloccare "Case a 1 euro""

E più precisamente tra il 5 e il 6 marzo del 1740 , notte tremebonda in cui una spaventosa voragine risucchiò letteralmente nelle viscere della terra la quattrocentesca chiesa di Sant’Agata, il Convento dei Cappuccini e l’altro Convento dei Frati del Terz’Ordine Francescano, che dominavano le pendici del Monte delle Rose. La gigantesca frana fu utilizzata dal principe Pandolfina come merce di scambio per ottenere il “Mero e Misto Imperio”, privilegio già posseduto in precedenza dalla Città.  In pratica, con false perizie redatte da tecnici compiacenti, offrì al re Carlo III la somma di 250 once per la costruzione di opere di contenimento con lo scopo esclusivo di mettere le mani sulla cittadina e sottoporre al suo dominio personale i salemitani.
Una vera ossessione quella del pericolo di crolli a Salemi. Ormai si convive con questi eventi. Ogni anno, con le prime piogge, puntualmente essi hanno interessato parecchi fatiscenti immobili del centro storico, fortunatamente senza drammatiche conseguenze. Ma smottamenti di un certo rilievo si sono avuti anche nelle zone nuove di espansione, a ridosso di quel famigerato costone di Monte delle Rose. Da dove,  a seguito di copiose piogge e per la mancanza di opere di contenimento, paurose masse fangose si sono precipitate a valle entrando dalle porte e fuoriuscendo dai balconi e della parte opposta. Quello trascorso è stato davvero un anno record. Del resto occorre sapere che, secondo una classifica stilata dalla Lega Ambiente, il comune di Salemi detiene l’ultimo posto per attività messe in campo contro il rischio idrogeologico. Una non invidiabile maglia nera conquistata  assieme a Caltabellotta, Ravanusa (AG) e Nicosia (EN)  in quanto pur avendo “la presenza di diverse strutture in zone a rischio, non si sono efficacemente attivati per una concreta opera di mitigazione del rischio né si sono dotati di un piano d’emergenza aggiornato.”  Quindi non dovrebbe meravigliare l’atteggiamento assunto dalla Procura della Repubblica di Marsala che con un provvedimento a firma del Sostituto Bernardo Petralia del 24 ottobre ha emesso, sulle base di una serie di relazioni del Vigili del Fuoco di Trapani, un “sequestro preventivo d’urgenza” di alcuni immobili, in parte di privati cittadini, in parte del Comune, ricadenti nel quartiere arabo del Rabato.  Gli immobili del Comune sono vecchie case, distrutte durante il terremoto del 1968, che “l’amministrazione Sgarbi, ha acquisito al patrimonio dell’ente proprio nell’idea di recuperarle, rispettandone le caratteristiche architettoniche originarie, affidandone i lavori di recupero a personalità dell’arte, della cultura, delle istituzioni.”. Provvedimenti, in verità, che altri comuni del Belice ( S. Ninfa, Vita, Partanna, tanto per fare alcuni esempi) hanno realizzato da diversi anni provvedendo al recupero delle aree risultanti, attraverso piani particolareggiati di risanamento. Il tutto in assenza di clamori e di “geniali” progetti.  Il provvedimento della Procura viene invece interpretato da Sgarbi come un attacco e un impedimento al cosiddetto progetto “Case a 1 euro”. “Siamo al paradosso” - ha contrattaccato -” in pratica mi accusano di risanare il centro storico. Nel momento in cui tentiamo di recuperarle, ci fermano.  Hanno scoperto l’acqua calda dicendo che vi sono pericoli di crolli. Mi chiedo: se ne accorgono adesso che sono pericolanti? Sono così da 30 anni, mentre io sono arrivato 3 anni fa e ho trovato un cimitero. E mentre le precedenti amministrazioni hanno sostanzialmente dormito, io ho acquisito questi immobili al patrimonio del Comune per recuperarli, e non certo per distruggerli”. Perché secondo le bizzarre teorie dei Vigili del Fuoco, che la Procura ha fatto proprie, per loro “mettere in sicurezza” significa demolire. E io non ho intenzione di demolire un bel nulla, semmai di conservare e  recuperare».  Il Pm Bernardo Petralia ha contestualmente invitato i proprietari degli immobili (5 identificati, altri ignoti) e per il Comune il Sindaco Vittorio Sgarbi e il Capo del Settore Manutenzioni, l’ingegnere Giuseppe Placenza, a nominare un difensore di fiducia, ravvisando per loro alcune ipotesi di reato (Omissione di lavori in edifici o costruzioni che minacciano rovina e omesso collocamento o rimozione di segnali o ripari). Non crediamo che questo intervento della Procura possa pregiudicare il buon esito del risanamento del Centro Storico. Così come non si può non chiedere la messa in sicurezza dei fabbricati a rischio crollo. Così,  si può parlare fino a questo momento di «flop»  del progetto “Case a 1 Euro” .  Ad ammetterlo indirettamente è lo stesso assessore all’Urbanistica Tortorici quando dice che “ dovrà sciogliersi nei prossimi giorni l’ultimo nodo burocratico relativo al via libera del Genio Civile di Trapani, passaggio che consentirà all’amministrazione di pubblicare il bando per l’assegnazione delle prime case in un’area nelle immediate vicinanze di Piazza Alicia.” Nodo che avrebbe dovuto sciogliersi molto tempo prima, solo se qualcuno avesse pensato seriamente fin dal primo giorno ad avviare "l’iter certamente tortuoso condizionato dalle numerose leggi che regolano la materia e che ne hanno dilatato i tempi di realizzazione”, come lo stesso Tortorici fa sapere.  Alcuni di questi passaggi certamente sono il Piano Regolatore Generale e i Piani Particolareggiati. Diversamente il cosiddetto risanamento del Centro Storico sarà solo la realizzazione di quell’antico progetto che interessa solo quell’area immediatamente vicina Piazza Alicia. Il “metodo Pandolfina” adattato agli anni duemila?

Franco Lo Re