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19/11/2011 07:05:44

Castelvetrano. Alla raccolta olive per legalità non c'è Pompeo. Ma scrive una lettera...

Dopo il sopralluogo sui terreni confiscati alla mafia, siti nella contrada “Seggio Torre”, la manifestazione ha avuto il suo seguito all’interno dell’auditorium della scuola elementare Ruggero Settimo, dove alla presenza delle scolaresche del Prefetto, del Questore, dei comandanti provinciali di Carabinieri e Guardia di Finanza, del procuratore Bernardo Petralia  e del vescovo della Diocesi di Mazara del Vallo gli studenti hanno formulato domande ed hanno ascoltato i racconti di chi vive ed opera nel contrasto a tutte le forme di mafia ed illegalità.
Il Sindaco di Castelvetrano, Gianni Pompeo, non c’era. Per giustificarsi ha preso carta e penna e scritto una lettera che ha fatto leggere all’assessore Francesco Di Carlo.


Questo il testo della lettera:  
Con tutto il cuore avrei voluto  essere presente a questa manifestazione tanto significativa, giacché essa coniuga la celebrazione del prodotto della pianta che più caratterizza il nostro territorio – l’olivo – con l’affermazione dei principi  di legalità a cui la mia Amministrazione fin dal suo nascere ha inteso conformarsi. Inderogabili impegni istituzionali, legati anch’essi alla promozione della nostra terra, mi impediscono di essere fisicamente accanto a voi, ma confido che, attraverso le parole di questa mia lettera, io possa ugualmente esprimere tutto l’apprezzamento per l’attività che Libera svolge nel quadro del recupero dei giovani in difficoltà e nel contrasto a ogni tipo di mafia. La stimata presenza di monsignor Vescovo, del signor Prefetto e di altre autorità civili e militari conferisce a questa giornata non solo un carattere di formale solennità, ma rappresenta soprattutto un segnale forte della volontà, a vari livelli condivisa, di una azione sinergica che affermi i valori della giustizia sociale e  della solidarietà contro ogni forma di criminalità organizzata.
Questa Città, in svariate occasioni ha già manifestato la sua determinazione di caratterizzarsi come una comunità sana, laboriosa, libera dal giogo dell’intimidazione e del condizionamento mafioso.
Non penso soltanto ad alcune realizzazioni, dal valore fortemente simbolico, quali la realizzazione della nuova casa comunale e delle nuove sedi della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato, sui terreni confiscati alla mafia; ma anche alle tante iniziative, alla molteplici mobilitazioni – spesso autonomamente promosse dai giovani di questa città – volte ad affermare i valori della legalità quali elementi imprescindibili e fondanti nel cammino della promozione e del riscatto di questo territorio.
Nell’auspicio che anche attraverso l’azione di fare diventare il bene confiscato un bene comune, la nostra Città non sia solo ricordata per le sue bellezze artistiche e monumentali, per i prodotti della sua terra, come l’olivo che oggi si celebra, ma soprattutto per aver avuto la forza e il coraggio di “liberarsi” dal triste retaggio di essere l’incolpevole patria di uno dei capi più feroci della mafia siciliana, vogliate accogliere i sensi della mia vicinanza e i miei più affettuosi e cordiali saluti.