Presenti alla firma il sindaco di Frossasco e presidente del Museo del Gusto, Franco Cuccolo, ed il vicesindaco di Valderice, Giuseppe Bica (assente il sindaco Camillo Iovino per precedenti e improrogabili impegni familiari fuori sede).
Con la firma del protocollo di collaborazione il Molino Excelsior entra nel circuito nazionale del Museo del Gusto che ha già avviato progetti in fasi diverse di sviluppo con i Comuni di Zibido San Giacomo (Lombardia), Pescara (Abruzzo), Acqualagna (Marche) , Savona (Liguria) e Cosenza (Calabria). «L’idea – ha spiegato il sindaco di Frossasco – è quella di creare una rete di percorsi ed eccellenze enogastronomiche che ovunque vi sia il Museo del Gusto siano in grado di offrire una esperienza sensoriale che rispetti le produzioni tipiche locali e che dia una immagine autentica di quel territorio».
Valderice, ha assicurato il direttore del Museo di Frossasco, è già sulla buona strada. Paolo Salerno ha illustrato brevemente le attività che già si svolgono al Molino Excelsior e che concretamente contribuiscono a far crescere il sapere attorno ai temi della gastronomia locale: «abbiamo avviato il progetto della “Conservatoria delle ricette domestiche e della tradizione” con le donne di Valderice, di Buseto e di Calatafimi che nella cucina del Molino hanno preparato i piatti tipici e delle feste riprese dalle nostre telecamere. Oggi questa operazione può non aver un immediato rilievo ma tra dieci anni, e forse più, sarà un documento storico ed etnoantropologico; abbiamo avviato la scuola di cucina siciliana, ed abbiamo già ricevuto numerose richieste di adesioni da gruppi di persone interessate. In questa direzione anche un gemellaggio con un comune Svedese che manderà a Valderice alcuni appassionati di cucina mediterranea. Abbiamo avviato al Molino incontri di educazione alimentare con i bambini e con i giovani».
«Insomma – ha concluso Salerno con metafora informatica – il comune di Valderice ci ha messo l’hardware (il Molino Excelsior) e l’associazione Trapani Welcome ci ha messo il software (il progetto ed il coordinamento operativo)».
Per continuare nella metafora di Paolo Salerno il protocollo con il Museo del Gusto di Frossasco è una sorta di upgrade. Una versione 1.0 del progetto di conservazione e valorizzazione dei sapori e degli odori delle nostre pietanze come patrimonio culturale immateriale da custodire e trasmettere.
La serata di ieri si è concluso in cucina dove gli chef, un piemontese e un siciliano con i rispettivi aiuti, hanno collaborato nella realizzazione di un percorso sensoriale tra i piatti ed i vini della tradizione del Piemonte attraverso una degustazione offerta ai presenti, giornalisti, esperti del settore e appassionati della cultura gastronomica. Un viaggio di sapori dalla “bagna caoda” a base di cardo gobbo del Monferrato, porro di Cervere e peperoni di Carmagnola, alla “finanziera” piatto capace di far divenire sopraffino il recupero delle interiora di pollo; dalla carne tritata all’albese (carne di bovino cruda), al brasato al barolo. Il tutto innaffiato, ovviamente da buon barolo.