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01/03/2012 05:16:44

Processo "Energia Pulita", continua la deposizione di Lo Pane sulla truffa da 20 milioni di euro

Nell’udienza di oggi verrà ascoltato come teste il colonnello della Guardia di Finanza Franco Lo Pane. L’ufficiale delle Fiamme gialle in precedenza, rispondendo alle domande del pm Dino Petralia, spiegò che “i progetti per i quali erano stati chiesti contributi pubblici sono stati realizzati ma con false fatture sono stati gonfiati i costi sostenuti. E’ mancata, infatti, quasi sempre, la quota di denaro che doveva essere versata dalla parte privata». Per realizzare aziende operanti nella creazione di energia pulita sfruttando le biomasse gli imputati avrebbero azzerato il “rischio d’impresa” con “società con sede a Panama e nelle Isole Vergini dove veniva fatto transitare il denaro pubblico incassato con le fatture gonfiate”.
Intanto durante la precedente udienza la difesa ha contestato le trascrizioni delle intercettazioni. Secondo gli avvocati Francesco Salvo e Arianna Rallo il perito incaricato dal Tribunale di Marsala a trascrivere il contenuto delle intercettazioni sarebbe andato oltre il compito assegnatogli apponendo, in diversi passaggi, prima del testo delle frasi l’autore delle stesse. Il perito ha spiegato di averlo fatto nei casi in cui era chiaro chi parlava, “perché spesso erano loro stessi a presentarsi all’interlocutore dicendo dome o cognome”.
“Energia Pulita” scattò esattamente il 22 ottobre del 2007. Furoono sequestrate due aziende, la Energia Pulita e la Heron, due società, automezzi, conti correnti e denaro contante per oltre 500 mila euro.
Agli arresti domiciliari finirono i salemitati Antonino Scimemi e Salvatore Renda, Giuseppe De Cesare di Gibellina e Paolo Nassano di Ameglia (Sp). Per Sebastiano Cocola di Siracusa, Anna Mari Johansen di Milano, Salvatore Angelo di Imola e Antonio Bendici di Salemi venne commutato l’obbligo di dimora nel Comune di residenza. Imputati nel processo anche i fratelli marsalesi Fabio e Giacomo Hopps, noti imprenditori del settore alberghiero e vinicolo, Corrado Moltisanti, Francesco Sorrentino e Marco Torselli.
Per l’accusa la truffa avrebbe fruttato all’organizzazione oltre 20 milioni di euro.