Di questi nove incendi ben sei sono di chiara natura dolosa. Carabinieri e polizia stanno cercando di far luce su questa escalation di attentati incendiari, ma al momento non si aspetta una svolta nelle indagini. Quello che è certo oggi per gli inquirenti è che gli incendi dolosi non sono opera di un unico piromane, i roghi non sembrano collegati tra loro. A darne conferma è il dirigente del commissariato di polizia Andrea Morreale. Quindi tutte le piste sono possibili. Alcuni potrebbero essere causati da motivi personali, per altri potrebbe esserci dietro il movente dell’”avvertimento” mafioso.
Il mese degli incendi è cominciato il 5 marzo quando le fiamme hanno avvolto un’automobile all’interno della “Calcestruzzi Selinunte”. Inizialmente si è pensato ad un caso, “un corto circuito”, poi nessuna altra ipotesi. Passano tre giorni quando alla Autoinnovazioni srl, di Andrea Moceri, in contrada Magagiari, vengono date alle fiamme tre autovetture a altri tre veicoli parcheggiati all’esterno del salone. Questa volta la natura dolosa era chiara, le tre auto erano troppo distanti una dall’altra per un incendio accidentale. L’atto intimidatorio in questo caso fu chiaro e gli inquirenti stanno scavando nella vita di Moceri per capire il motivo dell’attentato. Anche perché la concessionaria di Moceri non è nuova a questo genere di azioni. Già qualche mese fa infatti era scoppiato un altro incendio che ha distrutto un’auto. Nel 2004 Moceri finì in manette con l’accusa di usura. Tre anni più tardi le Fiamme Gialle misero i sigilli a quattro sue aziende nel settore automobilistico, tra cui la “Mocar”, e della ristorazione. Nonché ad immobili, quote sociali ed altro, per un patrimonio totale di 7 milioni di euro. Moceri è anche sotto processo al Tribunale di Marsala sia per usura che per riciclaggio di denaro. Ci sarebbe anche l’ombra della mafia nelle vicende che riguardano l’imprenditore. Il suo nome infatti spunta nelle carte della DDA di Palermo sull’operazione Campus Belli che ha portato all’arresto di 11 persone il dicembre scorso, tra cui il sindaco di Campobello Ciro Caravà, accusate di essere appartenenti alla cosca mafiosa vicina al boss latitante Matteo Messina Denaro. Dalle intercettazione emerge che proprio la "Autoinnovazione" sarebbe stata luogo di incontro tra due degli arrestati nell'operazione, Cataldo La Rosa e Vito Signorello. Il nome di Moceri, che non è indagato, spunta anche nell’analisi della Procura sul ruolo in seno alla cosca dell’anziano boss Leonardo Bonafede. E per la DDA i rapporti con con gli uomini del clan erano molto stretti. I fatti risalgono al 2006, e vede una concessionaria di Moceri ancora coinvolta in un raid. All’anziano boss, in una telefonata intercettata, Moceri racconta cosa gli è stato combinato, il furto di una auto e danni alla concessionaria, e chiede aiuto per ritrovare l’auto rubata, cosa accaduta poco dopo.
Un altro incendio poi ha colpito il Liceo Classico di Castelvetrano. È il 17 marzo quando viene dato alle fiamme il portone dell’istituto diretto dal preside Francesco Fiordaliso. Gli inquirenti non hanno dubbi sulla natura dell’incendio. Fiornaliso negli anni ha subito diversi attentati che non fanno escludere la pista dell’intimidazione. Il preside del Classico è infatti impegnato a diffondere la cultura della legalità tra gli studenti.
Un altro incendio un paio di giorni dopo l’ha subito un pensionato. A prendere fuoco è stata la veranda della sua abitazione a Triscina, ma in questo caso la causa del rogo è ancora da chiarire. Sempre a Triscina, il giorno di pasquetta, viene colpita dalle fiamme un’altra abitazione in legno. Questa volta non si sono dubbi sulla natura dolosa dell’incendio ai danni dell’immobile. E un altro magazzino prende fuoco la mattina del primo aprile, questa volta l’origine non sembra essere dolosa.
“Il quadro nella provincia - ha detto il capitano Emanuele Fanara - non è critico. Se c'è la stessa mano dietro gli incendi del comprensorio di Castelvetrano, lo chiariranno le indagini che abbiamo avviato con il coordinamento della procura di Marsala. Di certo, è che siamo al lavoro per capire cosa ha provocato questi roghi”.