18 milioni circa serviranno per la realizzazione di un nuovo impianto di depurazione da ubicare "in caverna" alla radice del molo foraneo, con relativi emissari e condotta sottomarina, gli altri 5 milioni saranno utilizzati per la realizzazione della rete fognaria nel centro abitato di Scopello e zone limitrofe. Attualmente Castellammare del Golfo non è dotata di alcun impianto di depurazione e i liquami vengono versati in mare tramite una condotta sottomarina. Il depuratore costruito negli anni Settanta in contrada Cerri fu immediatamente disattivato non appena entrato in funzione.
Il Cipe ha “assegnato 1.686 milioni di euro, a valere sulle risorse regionali del Fondo per lo sviluppo e la coesione e sulle risorse “liberate” derivanti dalla programmazione comunitaria 2000 – 2006, a 223 interventi prioritari nel settore ambientale della depurazione delle acque reflue urbane e della bonifica di discariche nelle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia. Tali fondi si aggiungono ai 133 milioni di euro già disponibili per i medesimi interventi".
«L’importante intervento — afferma il senatore Antonio D’Alì, presidente della Commissione Ambiente di Palazzo Madama —, monitorato in raccordo con la competente direzione del ministero dell’Ambiente già da tempo, è di vitale importanza per la salvaguardia dell’ambiente del Golfo di Castellammare e, in particolare, per la tutela delle acque della costa da San Vito a Castellammare. Del depuratore di Castellammare, come di quello di Valderice, avevo già avuto modo di occuparmi quando ero presidente della Provincia — continua il parlamentare —. Ritengo siano opere indispensabili per un servizio importante quale è la depurazione delle acque, un servizio essenziale per migliorare la qualità della vita dei cittadini residenti e per sostenere, con i fatti, l’impresa turistica che può così offrire un territorio qualitativamente adeguato agli standard europei».