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06/05/2012 09:54:38

Scrive Maria Tranchida, una lettera aperta ai politici

Come lei sono stanca di subire l’impietosa politica dell’attuale classe dirigente che ha dimenticato con totale spregio quelli che sono i valori portanti della nostra Carta Costituzionale, trasformando le sedi della partitocrazia in postriboli per soddisfare appetiti inconfessabili di individui di varia risma che mai agiscono nel rispetto della legalità e dell’interesse comune.
I politici si preoccupano dell’antipolitica?
Come hanno agito per restituire credibilità alla casta così malmessa dopo le inchieste di tangentopoli?
Come hanno operato è sotto gli occhi di tutti attraverso le inchieste giudiziarie che, scavando nei meandri della corruzione, danno una immagine chiaramente deprimente di tutta la classe dirigente del nostro paese.
Occupati nei palazzi del potere per i loro traffici illeciti non si sono accorti che l’antipolitica era già al governo: un male endemico – secondo E. Scalfari – sempre presente nel nostro paese.
I cittadini hanno compreso, solo i politici non sono stati in grado di capire cosa è accaduto in Italia in questi ultimi vent’anni, quando essi stessi votavano in Parlamento leggi “ ad personam”.
Evidentemente erano affaccendati a puntellare ciò che la magistratura aveva smascherato durante tangentopoli per recuperare e consolidare, rendendola sempre più occulta ed efficiente, la pratica dell’affarismo dei palazzi.
 Sono stati anni di grandi propositi pre-elettorali in cui termini come equità, giustizia sociale e riforme facevano bella mostra nei programmi dei partiti, ma subito dopo il voto regolarmente disattesi.
Siamo in piena crisi economica e istituzionale. I cittadini si rendono conto che altri sacrifici li attendono. Mentre,però, sempre gli stessi ne affrontano le pesanti conseguenze, vessati da un sistema fiscale esoso e iniquo, sempre gli stessi vivono impunemente senza ridurre i ricchi proventi della politica e senza eliminare gli sprechi dei loro privilegi. Non si preoccupano di avviare quelle riforme che già da sole potrebbero favorire lo sviluppo: la riforma della legge elettorale, la riduzione dei parlamentari e delle spese nei vari ministeri , la riforma fiscale e il controllo dei depositi all’estero dei grandi evasori ( non riesco a capire perché Monti non lo faccia dato che la Francia e la Germania hanno già fissato accordi con la Svizzera),etc etc.
So di non dire niente di nuovo che già ogni cittadino non sappia e ciò che mi colpisce è l’atteggiamento dei politici quando vengono intervistati: alle domande dei cronisti, dirette e spesso precise, essi sembrano avvitarsi su se stessi in congetture surreali che non hanno niente di sensato: non hanno capito niente del malfatto; ecco perché i cittadini non credono più in una tale classe politica.
Per me la politica è la più alta e la più nobile delle attività umane perché persegue la più grande delle finalità: il bene comune. Questo è il segno lasciato dai grandi filosofi della Grecia e non solo.
 Oggi chi ci governa ha dimenticato o ignora del tutto che Socrate credeva nei politici che educavano i cittadini ad essere migliori e secondo Platone il fine della politica era la giustizia, la realizzazione di un’armonia, un equilibrio tra le parti dello Stato.
Anche l’Italia è stata da sempre patria di uomini che si sono battuti e hanno dato la vita per gli ideali in cui credevano. Noi oggi dobbiamo recuperare nella nostra quotidianità quei valori.
Io desidero una classe dirigente onesta, preparata e competente, che comprenda quali sono i reali bisogni della società e attui le riforme necessarie per portar fuori il paese dalla crisi e renderlo, da Nord a Sud, al pari dei paesi più avanzati.
 Non occorre dare ascolto ai tanti annunci gridati e demenziali, occorre che ogni cittadino si riappropri del diritto di scelta del proprio candidato durante le elezioni. Soltanto cosi, dando voce alla società civile, sarà possibile determinare una rigenerazione e un totale rinnovo della classe politica, che possa finalmente adeguare i propri comportamenti ai fondamenti della democrazia.
Non sono così ingenua da ritenere che la rinascita culturale e sociale che sogno sarà facile da realizzare, perché le forze, spesso non tanto occulte, sono sempre lì ,in agguato. Un cambiamento di facciata, di gattopardiana memoria, che noi Siciliani conosciamo tanto bene, alimenterebbe il perpetuarsi dei vecchi atteggiamenti che hanno prodotto la macchina del malaffare. Quindi, soltanto se tutti insieme lo vorremo, con forza, determinazione e perseveranza, pur tra tante difficoltà, sarà possibile tentare il cambiamento.
Ciò che desidero assieme ad A. G. è costituire un movimento di cittadini, che come noi amino la “res pubblica”, non per affermazione personale, ma per avviare un serio dibattito sulla realtà locale e nazionale e tutti assieme stabilire le modalità per monitorare la vita amministrativa della nostra città.
Proprio in questi giorni ci apprestiamo a votare per il rinnovo del Consiglio Comunale, sarebbe auspicabile che il gruppo di volontari iniziasse da subito a controllare l’operato della nuova amministrazione in modo che la nostra città venga governata nel rispetto dei reali bisogni della cittadinanza, evitando sperpero del denaro pubblico.
Se ho deciso di comunicare i miei pensieri e sono determinata a portarli avanti è perche i giovani meritano tutta la nostra attenzione e meritano di guardare con fiducia al loro futuro .
 Appartengo a una generazione che per disinteresse, incuria e disvalori ha lasciato spazio a personaggi che hanno prodotto lo sfascio davanti ai nostri occhi.
Voglio essere una vera cittadina che realmente ama la sua città e, pertanto, desidero il meglio per quei giovani che giorno per giorno ho visto crescere e a cui questa città, allo stato attuale, non offre prospettive.
La ringrazio per la sua attenzione e porgo distinti saluti
                Maria Tranchida