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23/05/2012 04:08:54

Il Sindaco Giulia Adamo, la vecchia nuova politica di Marsala, i fiammiferi accesi per la città

“Noi siamo sempre di parte – ribattevo – perché il giornalismo ha senso se spiega i fatti, oltre che raccontarli in maniera asettica”. Giusto ieri, ad esempio, hanno arrestato il Sindaco di Pantelleria, Alberto Di Marzo. Come già avvenuto per il suo collega Caravà, siamo stati gli unici a prenderci la responsabilità di porre l’attenzione, in tempi non sospetti, su quel modo di amministrare e fare politica. Giornalismo è responsabilità, per come la intendiamo noi. Dare giudizi è un esercizio di responsabilità.
Il decano poi continuava: “Per noi adesso saranno tempi duri”. Il riferimento è al neosindaco Giulia Adamo che, si sa, con la stampa non ha mai avuto rapporti sereni. La risposta piccata e fuori registro a Canale 2 quando l’amica Antonella Genna le ha avvicinato  il microfono per una prima intervista ne è la dimostrazione.
Eh già, saranno tempi duri. Ma sarebbero stati ugualmente duri se fosse stato eletto Sindaco Salvatore Ombra, per noi della stampa, perché di questo viviamo, di durezza. Se no che stampa sarebbe…
E quindi è giusto mettere le cose in chiaro, su cosa noi pensiamo di questa campagna elettorale, del Sindaco Adamo, del cartello di forze che la sostiene.
Innanzitutto, non credo che abbia vinto la nuova politica, né, tanto meno, come dice Baldo Gucciardi, coordinatore provinciale del Pd non credo ci sia stata una “risposta all’antipolitica”.
La vera antipolitica è la cattiva politica.
Gucciardi, per esempio, per portare in dote il simbolo, e poco altro, del Pd a Giulia Adamo, ha letteralmente sfasciato un partito, che aveva una sua segretaria, degli organismi eletti e democratici. Hanno rimosso persino le primarie. La legge elettorale ha premiato il Pd con 4 consiglieri, mi pare, più un paio di assessori e la convinzione di poter contare qualcosa. “Hai più culo che anima” direbbero in Emilia rispetto ad una fortuna così sfacciata.
Adamo rappresenta una politica vecchia. Serenamente vecchia. Non sto dicendo che con lei ci sono politici riciclati, vecchi marpioni, e via blaterando. Insisto sull’avverbio: serenamente. Adamo rappresenta una politica vecchia per squisite ed inopinabili ragioni anagrafiche. E’ anziana. E quando non sarà più Sindaco, siccome non è Benjamin Button, sarà ancora più anziana.

Adamo non è il nuovo, perché tecnicamente è impossibile essere nuovi quando si fa politica da 20 anni, e sempre dentro le stanze dei bottoni. Nella parabola di Adamo, infatti, non c’è stata mai una sconfitta – chapeau – ma non c’è stato mai un momento di opposizione, di traversata nel deserto, di pausa. “Sono stata sempre contro” dice lei. Ed è sincera, quando lo dice. Ma visto da fuori, è un “contro” che invece è sempre “nel”. Ecco perché non è una nuova politica.
Quello che Adamo propone come “rinnovamento” è stato sempre un gioco delle parti. Da D’Alì ad Adamo chi vince dice sempre le stesse cose: ho vinto contro i poteri forti (giuro: lo ha detto pure D’Alì, ieri ), ho vinto contro la vecchia politica, ho vinto perché sono il nuovo. Sempre le stesse cose, in ogni santa elezione.
Poi ci si accorge che è solo il vecchio che si è rimesso in sesto, magari.
Ma a me non interessa se Adamo sia un Sindaco vecchio o un Sindaco nuovo. Proprio perché bisogna essere sereni. A Giulia Adamo si chiede innanzitutto di essere un Sindaco bravo. Ci riuscirà? L’agenda è piena di cose da fare: l’Imu è una scadenza dolorosa e vicina, poi ci sono tutti i dossier aperti dal precedente Sindaco, dal porto al piano strategico, dalla gestione delle grandi opere pubbliche al nodo precari.
Il problema è che Adamo mezza fossa già se l’è scavata da sola. Perché quando definisci il tuo predecessore, Renzo Carini , uno “stupido”, aspettiamo che tu Sindaco che arrivi carico di promesse come l’anno nuovo, ci stupisca con effetti speciali.
Insomma, devi dimostrarci non tanto cosa significa essere un Sindaco normale, rispetto agli stupidi che c’erano prima, ma cosa significhi essere un Sindaco bravo.
Anche perché c’è un altro dato, che a molti è sfuggito. Giulia Adamo torna ad amministrare la cosa pubblica dopo sette anni. Fino al 2005 era Presidente della Provincia di Trapani. Adesso è Sindaco di Marsala. Sette anni in cui è successo di tutto: non ci sono più i partiti di prima, il concetto di amministrazione pubblica è totalmente cambiato. Oggi un amministratore deve barcamenarsi tra i lacci del patto di stabilità, centellinare risorse, scommettere su competenza ed innovazione, ha responsabilità gravose e rischia anche per un minimo sbaglio.
Giulia Adamo, da amministratore, ci ha abituato a fughe in avanti, a gesti assolutamente personali che a volte sono stati segno di coraggio e di determinazione, altre volte magari inopportuni.
Cinque anni fa Marsala aveva davvero bisogno di una scossa. Veniva da un periodo travagliato, era senza identità, fiaccata da un’amministrazione debole e dalle inchieste giudiziarie. Adamo sarebbe stato il Sindaco ideale. Forte personalità, capacità di mettere il petto in faccia.
Oggi – e saranno i fatti a smentirci o meno - avremmo bisogno di un Sindaco che abbia consapevolezza di rappresentare una minoranza (un marsalese su due non è andato a votare: Adamo non ha una maggioranza tra la città, ma una specie di golden share) e che proprio per questo sia innanzitutto un conciliatore tra le mille silenziose tensioni che attraversano la nostra comunità. Un Sindaco che non metta benzina sul fuoco, che sia magari frenato, ma che abbia il senso della misura. Un Sindaco come Renzo Carini, per capirci.

E’ incredibile la politica. Avrebbero dovuto invertirsi i ruoli, i due cugini. Sarebbe stato meglio. Prima l’incendiario e poi il pompiere. Qua invece il pompiere se ne è andato - e nessuno gli ha detto grazie - e per la città girano troppi fiammiferi accesi.
 

Giacomo Di Girolamo



Editoriali | 2024-05-16 06:00:00
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