Innanzitutto, si potrà verificare la reale volontà del Pd, dopo il crollo delle ultime resistenze del capogruppo all’Ars, Cracolici, di presentare la mozione di sfiducia nei confronti del presidente della Regione, Lombardo. Mercoledì, ad appena una settimana dall’adunata in cui lo stesso Cracolici aveva escluso il ricorso alla mozione di sfiducia, tornerà a riunirsi il gruppo parlamentare che, con una virata di 180° potrebbe rivedere la propria posizione; venerdì il «caso Sicilia» sarà affrontato dall’assemblea nazionale del partito; l’indomani si riunirà la direzione regionale.
Una scansione temporale voluta dal caso (la riunione degli organi del Pd è stata rinviata per commemorare le vittime del terremoto che ha investito l’Emilia-Romagna) che dovrebbe fare
chiarezza sulle reali intenzioni del Pd, che comincia a essere incalzato anche da iniziative che provengono dalla cosiddetta base.
Anche Fli, il partito di Fini che con Mpa-Mps- Api ha dato vita al Nuovo polo per la Sicilia, nei prossimi giorni riunirà i propri organismi direttivi.
Ma per il coordinatore, Briguglio, sarebbe un grosso errore per il Pd arrivare alla mozione di sfiducia con ancora i propri assessori in giunta. «Un non sense politico - ha aggiunto Briguglio
- dopo l’annuncio delle dimissioni da parte dello presidente della Regione. Spero che prevalgano in tutti ragionevolezza e senso di responsabilità, in modo da preservare le istituzioni
regionali da fratture anche istituzionale. Occorre una ripresa di dialogo tra tutte le forze politiche e un patto istituzionale, a cui siamo pronti a dare un contributo - sono certo anche con il concorso dello stesso Lombardo - per assicurare alla Sicilia un finale di legislatura non traumatico e di garanzia in vista delle imminenti elezioni regionali».