Quantcast
×
 
 
31/08/2012 04:43:40

Ha fatto troppo caldo. Ma la vendemmia in Sicilia segna +10%. Ed anche la qualità delle uve pare buona

 Sarà la seconda vendemmia più scarsa dal 1950, con uve in calo del 3,5% rispetto all’anno scorso e dell’8% in confronto alla media degli 5 anni.  “Allo stato attuale – dice il direttore generale di Assoenologi Giuseppe Martelli – qualitativamente per i vini bianchi si prevede una produzione di buon livello, con una discreta freschezza e una certa potenzialità olfattiva, ma senza particolari picchi se non per quei prodotti da uve da vigneti soccorsi con adeguate irrigazioni o ubicati in particolari contesti geografici come la Valtellina e l’Alto Adige. Molto ottimismo rimare per i vini che saranno ottenuti da uve a bacca rossa, per i quali sono possibili livelli di tutto rispetto”.
Per le quantità, le condizioni climatiche hanno diviso l’Italia in due: Centro Nord – Lazio compreso – con cali che vanno da -5% a -15%, Centro Sud invece che mantiene i livelli dell’anno scorso o addirittura li aumenta fino al 10%. Lombardia, Trentino e Toscana le regioni con minor produzione (-15%), secondo Assoenologi, mentre quelle che incrementano la propria produttività rispetto allo scorso anno sono la Campania e la Sicilia, con +10%. Anche se “é ancora presto per fare previsioni” (ad oggi è stata raccolto meno del 15% dell’uva), l’Associazione degli enologi sottolinea che i sette anticicloni che hanno infiammato l’Italia e una carenza di piogge oltre ogni record sono serviti a difendere gli acini dalle malattie. “L’uva è sana. Il pieno della raccolta in Italia avverrà nella seconda decade di settembre – dice Martelli – Siamo di fronte a un’annata che deve ancora giocare buona parte delle sue potenzialità”. A trattenere il fiato non sono sono i viticoltori nazionali ma anche i mercati esteri. Il vino italiano infatti, conferma Assoenologi, “piace e rimane il più venduto nel mondo”. Dopo i successi nell’export 2011, “i primi mesi di quest’anno mettono in luce un decremento in volume del 5,5% ma una crescita del 6,8% in valore rispetto al 2011. Il che vuol dire che mandiamo all’estero meno prodotto ma guadagniamo di più”. Interessante anche l’incremento del prezzo al litro delle nostre vendite all’estero all’ingresso che, negli ultimi mesi, é aumentato del 12,5% passando da 1,76 a 1,98 euro.

La Sicilia è in piena vendemmia già da tempo. Nino Barraco, produttore di Marsala, esprime i suoi timori "per la situazione di stress idrico acuto in cui versano le viti, provate da una primavera asciutta, come da anni non accadeva, e dall’ondata di caldo delle ultime due settimane, che non ha dato tregua nemmeno nelle ore notturne. L’assenza di escursioni termiche e quindi la mancanza di rugiada hanno portato le uve, se pur sane e di discreta qualità, ad una “disidratazione” che ha obbligato ad anticipare la raccolta di una decina di giorni rispetto alle annate normali".

Antonio Rallo, Presidente della DOC Sicilia e titolare di Donnafugata  richiama tutti al buon senso ed invita a verificare direttamente sul campo quanto stia avvenendo:”in Sicilia la vendemmia è già partita da due settimane, con le uve bianche e le varietà più precoci. Nulla di anomalo da registrare, abbiamo anticipato di qualche giorno la vendemmia ed abbiamo una piccola riduzione delle quantità rispetto allo scorso anno. Per le uve a bacca rossa è ancora presto per dare una previsione qualitativa attendibile, ma tutto sta procedendo normalmente: i vigneti stanno bene e, solo dove è stato necessario, i produttori hanno evitato i rischi di stress idrico con le irrigazioni. E poi – sottolinea Antonio Rallo – le rese per ettaro in Sicilia sono tra le più basse in Italia, con meno grappoli sulle piante e più equilibrio vegeto-produttivo, anche per le annate più calde. La maturazione aromatica e fenolica delle uve è sostanzialmente in linea con gli standard qualitativi attesi dalle nostre cantine. Sarà una vendemmia naturalmente “solare” ma non c’è nulla che possa giustificare un giudizio negativo sulla vendemmia 2012. Sono esagerazioni speculari a quelle che siamo abituati a sentire ogni anno, anche quando si annunciano improbabili vendemmie del secolo”. Vito Varvaro, Presidente delle Cantine Settesoli, la più importante azienda cooperativa del Mezzogiorno, che vende milioni di bottiglie nel mondo coi marchi Settesoli e Mandrarossa, conferma che, in Sicilia, la vendemmia si sta svolgendo con assoluta regolarità, ed all’insegna della qualità.

“Venite a Menfi, venite a visitare i vigneti ed assistere alla raccolta delle uve. Si scoprirà un territorio viticolo di tradizione tra i più organizzati e presidiati del Paese. Una rete di oltre 1600 viticoltori, piccoli proprietari con una estensione media di circa tre ettari, abituati a curare con dedizione ed attenzione estrema la vigna, soprattutto nelle fasi pre-vendemmiali. La comunità di viticoltori di Settesoli, grazie al sistema di irrigazione utilizzato ed alle tecniche culturali adottate, assicura che la qualità delle uve prodotte sia sempre coerente con il valore enologico espresso dal nostro territorio. La vendemmia 2012 non si discosterà affatto da quei parametri di qualità e, certamente, darà vita a vini in grado di vincere le sfide sui mercati”.

A chi chiama in causa gli effetti “disastrosi” delle mutazioni del clima risponde – sempre dalla Sicilia – Dario Cartabellotta, direttore dell’Assessorato Agricoltura e dell’IRVOS, l’istituto regionale dei vini e degli oli di Sicilia – richiamando il dato “strutturale” se non addirittura “caratteriale” dell’ambiente viticolo siciliano e della ricorrenza delle annate siccitose. “Se parlate con i produttori del nisseno, dell’agro di Agrigento e della provincia di Ragusa, capirete che hanno sempre “convissuto” con questi aspetti climatici, almeno nelle zone più estreme. Le selezioni clonali condotte in questi anni sui vitigni della nostra tradizione e la razionalizzazione del vigneto siciliano hanno di molto attenuato gli effetti della stagione secca”.

Il direttore Cartabellotta ci tiene anche a sottolineare che: “gli habitat viticoli della Sicilia e delle sue isole minori si differenziano moltissimo da zona a zona e la vendemmia nella regione arriva sino ad ottobre inoltrato con quella sull’Etna. E’ davvero pernicioso limitarsi ad osservare ciò che avviene oltre la linea Gotica per propinarla erga omnes come un dato generale. Rassegniamoci, i processi che guidano alla qualità faranno sempre più produrre di meno”.