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06/02/2013 12:12:33

Scioperano gli edicolanti, proprio nei giorni delle elezioni politiche

Lo annunciano in una nota Snag Confcommercio, Sinagi (Flc Cgil) e Usiagi Ugl. Le edicole saranno chiuse per "richiamare l'attenzione sullo stato di profonda crisi della categoria" e "contro il silenzio del governo e della Fieg".

Lo sciopero è dovuto alla "prolungata assenza di regole certe, richieste con forza e ripetutamente dalle Organizzazioni Sindacali al governo e alla Federazione Italiana Editori Giornali (Fieg), alla mancata riforma dell'editoria, promessa dai diversi governi, di cui molto si è discusso senza approdare a soluzioni concrete, e alla mancata apertura del confronto per il rinnovo dell'accordo nazionale sulla vendita dei giornali quotidiani e dei periodici, che pongono in seria difficoltà l'operatività e l'esistenza stessa delle edicole".

Questo si legge nel comunicato di SNAG-Confcommercio, SINAGI aff. SLC-CGIL e USIAGI-UGL.

"Il silenzio del governo e della Fieg è divenuto intollerabile a fronte di 30.000 posti di lavoro che rischiano di sparire nei prossimi mesi, aggiungendosi agli oltre 20.000 posti di lavoro persi negli ultimi anni a seguito della chiusura di 10.000 edicole".

Come ha messo in luce il presidente di Snag Confcommercio, Armando Abbiati: "con questa agitazione vogliamo ricordare a tutti quanto le edicole siano importanti per garantire il diritto all'informazione sancito dalla nostra Costituzione. Nel solo 2012 hanno chiuso in media 5 edicole ogni giorno, più di 4.000 posti di lavoro persi. Questo non è e non deve rimanere soltanto un problema delle famiglie che facevano dell'edicola il loro unico mezzo di sostentamento ma dell'opinione pubblica e di tutta la filiera dell'informazione a partire dai giornalisti che, come gli edicolanti, stanno scontando a caro prezzo la mancanza di idee e di innovazione da parte degli editori per rilanciare il settore. Dall'altra parte - conclude Abbiati - abbiamo bisogno di regole certe e di una reale azione di governo per ricostituire un sistema di diritti e di equità intorno all'informazione".

Per le organizzazioni sindacali "si tratta di dati allarmanti che mettono in risalto lo stato di assoluto pericolo in cui versa non solo la categoria degli edicolanti ma il diritto costituzionalmente garantito al pluralismo dell'informazione".