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11/04/2013 04:24:26

Mafia e affari alla Provincia di Trapani. I rapporti di Nicastri con Turano, Sacco e Fiore

Nelle 370 pagine redatte dai giudici Grillo, Messina e Badalucco, si raccontano molti episodi dei rapporti dell’imprenditore vicino a Cosa nostra con ambienti della politica locale.
La sentenza parla di “inconfessabili e comunque illeciti rapporti con il mondo politico”. E riporta i frammenti di conversazioni intercettate il 10 ottobre 2010. Nicastri è stato appena sentito in Questura.  Torna a casa, e tra le mura domestiche si confida con la moglie, e si lascia sfuggire un brevissimo commento. Dice: “… io posso fare deposizioni … … non per accusare altri … accusare gli altri è infame ed io … … mi chiarisce i fatti …… poi a conclusione di questo fatto se voi ritenete che io devo essere … … non è che io posso dire sugnu mafioso … chiddu è mafiusu … chiddu è mafiusu … … e poi mi metto cosi e aspetto quello che mi aspetto … …soldi a TURANO quanti soldi … incomprensibile … Sacco … …”.
Annota inoltre la polizia giudiziaria nella relazione del 18 Maggio 2011 su queste intercettazioni: “Sebbene detta conversazione audio sia fortemente disturbata, è di tutta evidenza che le dinamiche del Nicastri sono dettate dalla precisa volontà di non produrre danni giudiziari a se stesso ed ai soggetti che, con ruoli diversi, ruotano intorno a lui, pur nella consapevolezza che gli organi investigativi vorrebbero una franca e totale collaborazione che evidentemente non è disposto ad offrire”.
I riferimenti alle persone di Girolamo Turano e Sacco Santo, in effetti,  sono chiari.
Turano, nel 2010 presidente della Provincia,  è indicato ancora una volta come diretto partecipe di iniziative economiche del Nicastri agli inizi degli anni ’90 e compagno di viaggio del Nicastri in un volo verso la Tunisia, pagato dalla Veronagest e chiaramente legato ad affari collegati al settore delle energie alternative (assieme a loro viaggiava anche Bogoni, altro partner commerciale del Nicastri).
Santo Sacco, invece, consigliere provinciale arrestato per mafia nell’operazione “Mandamento” in che rapporti è con Nicastri?
Il 7 febbraio 2010 Sacco si è incontrato con Nicastri e con l’assessore provinciale Davide Fiore presso il complesso agrituristico “Latomie”, a Selinunte.
Il collaboratore di giustizia Vincenzo Ferro, già nell’operazione “Arca”, del 1997, ha indicato Santo Sacco come una persona strettamente legata al capo di Cosa nostra, Matteo Messina Denaro. Addirittura, secondo Ferro, lo stesso Sacco si sarebbe adoperato per recapitare al latitante dei messaggi della famiglia mafiosa di Alcamo. Santo Sacco è coinvolto, come si evince dall’operazione Mandamento - quella che lo scorso Dicembre lo ha portato in carcere - nel settore delle energie alternative “quale sponda e cerniera” tra mafia, politici ed imprenditori.
Davide Fiore, classe ‘72, alcamese, è stato assessore provinciale con Turano, candidato all’Ars. Oggi è nel Pdl. E’ stato ampiamente coinvolto negli affari del Nicastri, nella veste di prestanome, e ha avuto la funzione di interfaccia e di ulteriore momento di collegamento fra Nicastri e i politici di riferimento
Come viene ripagato per i suoi servigi? Trova impiego nella Elis s.r.l., assunto da Nicastri, e riceve lauti guadagni quando le iniziative del Nicastri vanno in porto. Ad esempio per l’ affare “Energia Fiore”, ricava circa €. 200.000,00.