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05/06/2013 04:52:49

Attacco all'informazione libera. Giulia Adamo chiede, a nome della città di Marsala, 50.000 euro di danni al nostro giornale

Un attacco alla libertà di stampa che sembra non avere precedenti nella storia del pur tormentato rapporto tra giornalisti e potere in Italia. Per la prima volta in Italia un’ Amministrazione Comunale chiede i danni ad un giornalista, e non per un articolo, ma, più genericamente, per la sua attività. Per la serie: mi dai fastidio anche solo se esisti. Se volete, una specie di bullismo istituzionale. Accade a Marsala, dove il “Sindaco pro tempore On. Prof. Giulia Adamo” (sembra quasi un film di Fantozzi, è tutto vero...) ha chiesto 50.000 euro di danni a Giacomo Di Girolamo, direttore di www.marsala.it, il quotidiano on line di Marsala.

Il nostro quotidiano è, dal 2006, tra i più seguiti in Sicilia Occidentale. Abbiamo fatto, nel nostro piccolo, e con molti sacrifici, inchieste che ci hanno reso molto popolari, soprattutto su mafia, corruzione e sprechi della pubblica amministrazione, che riguardano Marsala, e non solo. Abbiamo vinto premi, godiamo di credito verso le più importanti testate nazionali e si sono occupati della nostra esperienza i giornalisti più diversi.. L'ultima è stata, tanto per dire, la tv di San Marino.

La citazione in giudizio del Comune di Marsala nasce da una delibera di Giunta del 14 Dicembre scorso. Una delibera  che definiva diffamatorio il lavoro svolto dal  nostro portale  perché  svolge «un’attività di continua pubblicazione di “giudizi”, “critiche”, “disapprovazione” che accompagnano le “notizie” sull’amministrazione comunale». Già quella delibera non era finita inosservata, e se ne era occupato, lanciando un pre - allarme, anche l’Ordine dei Giornalisti, tramite l’Osservatorio per la libertà di stampa “Ossigeno per l’informazione”.

Ma al peggio non c’è mai fine. Ed ecco quindi arrivare in redazione la citazione del Comune di Marsala, che non è una querela per diffamazione (sarebbe stata già una cosa più di buon senso)  ma una richiesta di risarcimento danni, in sede civile, con convocazione davanti al Tribunale di Marsala il 15 Ottobre 2013.

Incaricato della “coraggiosa” azione civile era l’avvocato Fabrizio Biondo, del Foro di Palermo, che però ha rinunciato, a quanto pare, dato che la citazione porta la firma di Corrado Di Girolamo, avvocato marsalese.

50.000 euro possono sembrare troppe? No, secondo il Comune di Marsala. Infatti non solo www.marsala.it ha il vizio della “linea editoriale di critica” nei confronti dell’Amministrazione Comunale ma bisogna tenere conto anche della crisi. Cosa c’entra la crisi? Certo, non fa che aumentare il danno al Comune di Marsala. Il danno è “palpabile - scrive l’avvocato - tanto più in un contesto storico di grande difficoltà per tutte le istituzioni a causa della crisi economica e della crisi di credibilità”. Ricapitolando: se un Sindaco non è credibile, non solo è colpa della stampa, ma bisogna pagare i danni. .

Nella citazione in giudizio il Comune di Marsala passa in rassegna alcune delle inchieste più popolari di www.marsala.it degli ultimi mesi. Ne sono citate una decina. Lo prendiamo come un complimento: tanto nervosismo, tanto onore. Si comincia con il porto, ovviamente, vero e proprio pallino dell’Amministrazione. Colpa della nostra redazione è aver scoperto che esiste un falso alla base del progetto della messa in sicurezza del porto di Marsala, vicenda sulla quale indaga la Procura di Trapani. Ma c’è dell’altro.  Ad esempio, quando, a Dicembre, abbiamo raccontato di come i mezzi della raccolta differenziata a Marsala, della Aimeri Ambiente, facessero rifornimento proprio nelle stazioni di servizio di proprietà del Sindaco Adamo e della sua famiglia. Una vicenda che poneva un interrogativo al quale nessuno, tra i vertici dell’Ato e del Comune di Marsala, ha mai risposto: cosa accade se il sindaco di Marsala, come molti suoi colleghi in Italia, è costretto a pagare i fornitori in sostituzione della ditta che gestisce la raccolta dei rifiuti?   Ora la risposta arriva: deve pagare il giornalista che ha dato la notizia.

Altro articolo “gradito” al Sindaco è quello che ricostruisce la storia dei giardini - mausoleo voluti dal primo cittadino a Porta Nuova. In quel caso, anzi, la nostra colpa è di aver portato la peste in città. Abbiamo alzato “un polverone che stava ammorbando l’opinione pubblica cittadina in maniera distorta”.  Ecco cos’è la puzza vicino Piazza della Vittoria: non sono i tombini perennemente otturati e maleodoranti. Siamo noi. Il Sindaco non gradisce, inoltre, l’editoriale del direttore di www.marsala.it, Giacomo Di Girolamo, che ricorda che a Piazza della Vittoria, dove ora ci sono i “giardini del Sindaco”, prima insisteva il gazebo di Cola Licari, personaggio noto alle cronache locali per essere stato condannato per associazione mafiosa. Non solo www.marsala.it è stata la testata che, negli anni, ha portato avanti una campagna stampa per smantellare quell’obbrobrio, quando l'antimafia non era così di moda come adesso, ma oggi ci becchiamo pure la richiesta di danni perchè il Sindaco di Marsala si ritiene addirittura accostata a Licari. Una vicenda analoga a quella che ha visto l’ex Sindaco di Trapani, Mimmo Fazio, chiedere i danni al giornalista Rino Giacalone che lo aveva citato in un articolo dove parlava anche di Messina Denaro. Solo che Fazio l’azione civile (anche quella assolutamente da biasimare) l’ha fatta a nome proprio, Giulia Adamo si arroga il diritto di farla in nome e per conto di tutti i marsalesi. E’ questo l’aspetto più eclatante della vicenda: può un Sindaco querelare un giornalista in nome  e per conto della città? Perchè non lo fa  - ne ha tutto il diritto - da privato cittadino? Può un Sindaco utilizzare i soldi pubblici per difendere i suoi interessi? Cosa danneggia di più la comunità: la cattiva amministrazione o chi la racconta?

www.marsala.it, secondo il Comune di Marsala è dunque “lesivo dell’immagine dell’ente collettivo”. Più dello stesso Sindaco Adamo che utilizzò, quando era  deputato regionale, i soldi pubbici per comprare un regalo di nozze per un collega dell’Ars. Inoltre, nell’atto,  viene citato il fatto di aver riportato notizie “infondate”, quando si tratta di articoli scritti con scrupolo e coscienza e sui quali - grave anomalia - dal Comune di Marsala non è pervenuta mai alcuna rettifica o richiesta di precisazione.  

 



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